TRAVAGLI DEMOCRATICI

Bonaccini incorona Valle e punge Calenda: "Dica se in Piemonte sta con Meloni e Salvini"

Alla Festa dell'Unità di Torino l'endorsement del presidente Pd al candidato in pectore del centrosinistra: "Figura di primissimo piano". Campo largo per battere la destra. Prima delle salamelle l'aperitivo en plein air all'Unione industriali

“Conosco Daniele Valle e lo considero una figura di primo piano della politica piemontese. Una persona che conosce molto bene la sua regione che ha dimostrato durante i suoi mandati di avere a cuore questa terra e soprattutto di conoscerla”. Prima ancora di salire sul palco della Festa dell’Unità di Torino il presidente del Pd Stefano Bonaccini incorona il giovane vicepresidente del Consiglio regionale quale sfidante di Alberto Cirio. Un endorsement senza troppi giri di parole in cui il governatore dell’Emilia-Romagna pur premettendo che “non sarò io a dire ai piemontesi chi devono scegliere”, non lesina parole di apprezzamento nei confronti di Valle, reduce dal tour in bicicletta “in lungo e in largo” per il Piemonte e ora in attesa solo della candidatura ufficiale da parte del suo partito. Trentanove anni, Valle è stato il coordinatore della campagna congressuale di Bonaccini in Piemonte, una regione che è stata tra le roccaforti di Bonaccini almeno nella prima fase del congresso, quando votavano gli iscritti. Quasi l’intero gruppo dirigente del partito si era schierato con lui e così anche la maggioranza assoluta dei militanti. Un gruppo che ora, tra pragmatismo e rassegnazione, si è adeguato a Elly Schlein, quella con cui – per dirla col Nicola Zingaretti off the record – “non arriviamo neanche al 17%”.

Bonaccini parla anche di alleanze e si toglie un masso dalle scarpe quando cita direttamente Azione: “Qui in Piemonte vuole stare con Giorgia Meloni e Matteo Salvini? Beh lo dica, almeno potremo spiegare ai loro elettori che sorprendentemente sono diventati alleati di questa destra. Voglio augurarmi che non avverrà”. Il riferimento è alle voci sempre più insistenti di un avvicinamento del partito di Carlo Calenda al governatore uscente grazie ai buoni uffici del commissario regionale Enrico Costa. “Io mi auguro – conclude Bonaccini – che chi non vuole lasciare governare la destra trovi le ragioni per stare insieme. Il Pd da solo non ce la può fare ma se qualcuno pensa di battere la destra facendo a meno del Pd allora dovrà studiare un po’ di matematica”.

Prima dell’intervento alla Festa dell’Unità Bonaccini si è intrattenuto per più di un’ora con una quarantina di imprenditori e professionisti torinesi durante un aperitivo en plein air nel cortile al civico 17 di via Fanti, quartier generale degli industriali torinesi. Con lui una parte di quella Torino che piace alla gente che piace, a partire dagli immarcescibili Evelina Christillin; imprenditori e professionisti, quelli che nella prima capitale d’Italia avevano scommesso su un partito in grado di abbandonare il passato massimalista di uno dei suoi due antenati, affacciandosi al nuovo millennio con l’ambizione di governare l’Italia oltreché le tradizionali roccaforti rosse.

Un happening in cui la politica era rappresentata dal sindaco Stefano Lo Russo, accompagnato dal fido scudiero Luca Cassiani, presidente della finanziaria cittadina Fct, e da Valle. A fare gli onori di casa c’erano il vicepresidente dell’Unione industriali Massimiliano CipollettaBarbara Graffino, numero uno dei giovani imprenditori torinesi, assieme al marito Davide Canavesio, consigliere della Fondazione Crt così come Alessandra Siviero, anche lei tra i presenti. Tra gli altri non sono sfuggiti l’avvocato Fulvio Gianaria e la professoressa Anna Maria Poggi, di estrazione ciellina, ufficiosamente in lizza per la guida del dipartimento di Giurisprudenza all’Università di Torino. E poi l’avvocata Francesca Imarisio e Alberta Pasquero, al vertice di Bioindustry Park, un tempo molto vicina a Mercedes Bresso. Non sono più gli anni ruggenti di Enrico Salza, ma è quel che passa il convento.

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