FIANCO DESTR

"Non sarà un'avventura". Meloni canta che le passa

La premier all'Assemblea di Fratelli d'Italia cita la famosa canzone di Battisti sperando di esorcizzare la maledizione e non fare la stessa fine di Renzi. Orgoglio e giudizio: "Abbiamo fatto tante cose ma ora ci aspettano partite impegnative". La road map per il voto

Orgoglio e giudizio. Nella sua relazione al centro congressi di via Alibert nel cuore di Roma, pochi passi da piazza di Spagna, all’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, la prima dopo la vittoria elettorale e l’ascesa al governo del Paese, Giorgia Meloni ha rivendicato quanto fatto finora – dai rave al decreto Cutro – senza però nascondere che «ci aspettano partite impegnative. Come in ogni campionato che si rispetti, la partita che si apre è più dura di quella che si ha alle spalle. Ho bisogno di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l’ambizione – nel senso buono del termine – delle quali siete capaci. Perché se qualcuno dovesse pensare che l’anno passato sia stato difficile, signori, temo che non abbiate visto niente».

La presidente del Consiglio ha quindi rimarcato la necessità di un impegno in vista, soprattutto, delle amministrative e delle Europee. «Abbiamo coraggio, libertà e solidità per affrontare le nuove sfide». Al solito un po’ di vittimismo serve per serrare i ranghi e titillare i sentimenti di appartenenza: ha ricordato gli attacchi ricevuti, a inizio legislatura, perché «diamo fastidio». Difende, ovviamente, le nomine nel partito, quella della sorella Arianna che debutta oggi nella veste di responsabile della segreteria politica, ma anche il ruolo sempre più debordante nello staff di Palazzo Chigi di Giovanbattista Fazzolari: «Cura la comunicazione, e chi doveva curarla per Fdi? Formigli?».

L’ex underdog è entra poi nello specifico degli attacchi subiti in questi mesi: «In questi mesi si è visto di tutto. Le continue campagne finto scandalistiche, i dossieraggi, le continue richieste di dimissioni di questo o quell’altro. Ogni singolo dirigente è stato passato in rassegna, spesso perfino i semplici simpatizzanti, alla ricerca del niente». Il «fango gratuito perfino sui familiari– ha precisato la leader di via della Scrofa – con inchieste durate mesi su amici e parenti, la mia storia personale è stata passata in radiografia praticamente dal giorno in cui sono nata. Alla fine, è stato un boomerang, perché sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere. Allora si sono attaccati agli organigrammi di partito, anche qui con racconti surreali, per raccontare il partito chiuso, familistico, asserragliato».

Meloni ha citato gli attacchi alla sorella, «Si è parlato di Arianna Meloni, militante da quando aveva 17 anni, sempre penalizzata dal fatto di essere mia sorella. Hanno volutamente e strumentalmente confuso un ruolo organizzativo come quello di segreteria politica con quello di segretario di Fratelli d’Italia. Solo che da noi il segretario è una figura che non esiste. C’è il Presidente, e si chiama Giorgia Meloni, e fin quando voi non deciderete di sostituirmi io eserciterò quel ruolo. E io intendo continuare a fare il presidente di Fratelli d’Italia. Ma non sarà che tutto questo nervosismo sugli incarichi tradisca il nervosismo per un mondo impermeabile alle lusinghe e agli interessi dei lobbisti che per anni hanno condotto le danze nelle istituzioni della Repubblica? Beh, è un'altra cosa della quale vado molto fiera. È il vantaggio di non essere ricattabili, poter rimanere onesti. In ogni caso continueremo a non rispondere a queste provocazioni – ha detto ancora Meloni –. Non abbiamo tempo per giocare con loro alla lotta nel fango, perché siamo impegnati a volare alto e a guardare lontano, ai progetti a lungo termine, da costruire mattone dopo mattone. E a dare all’Italia una strategia che non aveva da anni, un orgoglio che aveva dimenticato, una stabilità che è alla base di ogni, vero, cambiamento possibile».

La congiuntura è «difficile», ma le stime del Pil restano «sopra la media europea» e registriamo «dati record» sull’occupazione. «La manovra con risorse limitate è la vera sfida», puntando in particolare ad aiuti alle famiglie, ai redditi bassi e sulla sanità. «Concentriamoci sulle categorie deboli, le risorse sono quelle che sono. Oggi ereditiamo una situazione nella quale i governi precedenti hanno portato avanti una legge di Bilancio non strutturale, con provvedimenti per il consenso elettorale e non per il Paese». Ma «oltre alla sfida della manovra economica, sarà l’anno delle grandi riforme e del piano Mattei». Sull’immigrazione non sono in campo «soluzioni effimere, ma strutturali e ci riusciremo. Ci vorrà più tempo, ma saranno poi durature». Meloni ha concluso l’intervento di circa 40 minuti tra gli applausi con la citazione di uno dei più grandi successi di Lucio Battisti, Non sarà un’avventura: “Non sarà un’avventura, non è un fuoco che col vento può morire, ma vivrà quanto il mondo fino a quando gli occhi miei avran luce per guardare gli occhi tuoi...”.

La road map di partito è inscindibilmente intrecciata all’agenda di governo. E così, prima la cena per compattare i gruppi parlamentari di FdI, poi il vertice di maggioranza per ribadire la necessità di condividere dichiarazioni e interventi sulla legge di Bilancio, infine l’assemblea del partito di oggi per serrare i ranghi sul territorio. Meloni, oltre gli impegni internazionali (la premier è reduce dal G20 a nuova Delhi con tappa a Doha, il 14 volerà a Budapest per un vertice sulla demografia e la prossima settimana sarà a New York per l’Assemblea Onu), si ritrova ad affrontare i dossier di settembre con uno sguardo alle prossime tornate elettorali, a partire dalle Europee e al voto in quattro Regioni, e con all’orizzonte un programma da realizzare entro la legislatura. Sulle amministrative si è già riunito il tavolo della maggioranza (la seconda riunione è in calendario domani) dove è emersa la possibilità di confermare molti uscenti, ma anche la necessità di arrivare a un riequilibrio delle forze in campo, considerato che cinque anni fa FdI non aveva le percentuali che ha adesso. Ma si pensa soprattutto alle Europee, con lo scontro in atto tra Matteo Salvini – che ha invitato Marine Le Pen a Pontida – e Forza Italia che ha sottolineato che non c’è spazio per accordi con la leader del Rassemblement national e con Afd.

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