POLITICA & SANITÀ

Picco(nate) di Fratelli d'Italia. Veti e voti sui direttori Asl

A fine anno scadono i vertici di Molinette, Città di Torino e To3. I meloniani vogliono "ridimensionare" il super manager: no alla riconferma all'azienda cittadina e "avviso di sfratto" dalla Compagnia di San Paolo. La Valle protégé di Marrone

Una finestra aperta per meno di tre settimane in pieno periodo vacanziero, dal 18 agosto al 6 settembre, quella di cui i manager della sanità hanno potuto approfittare per chiedere di essere inseriti nell’elenco regionale da cui pescare i futuri direttori di Asl e Aso. Un lasso di tempo assai limitato che, tuttavia, se le domande ricevute lo confermeranno non smentirà la corsa dei soliti noti, con qualche new entry favorita dal recente aggiornamento dell’elenco nazionale degli idonei, il cui inserimento è condizione indispensabile per ambire alla direzione di aziende sanitarie in Piemonte.

Per una finestra che sia pure per poco si apre, fanno più rumore le porte che, nei giochi della politica in seno alla stessa maggioranza di centrodestra, s’apprestano a essere chiuse in faccia a qualche manager il cui contratto scade anticipatamente rispetto al resto dei vertici. Sono nomi di peso, così come rilevanti sono le aziende da loro dirette, quelli dei direttori generali il cui mandato terminerà allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Anno nuovo direttore nuovo?

Certamente il proverbio, adeguato alla situazione, s’attaglia alle intenzioni che emergono in Fratelli d’Italia riguardo a Carlo Picco, l’uomo forte della Lega nella sanità piemontese che proprio per la sua collocazione politica e il riconosciuto alto profilo professionale verrebbe vissuto in casa dei meloniani come una figura da ridimensionare nel nuovo scenario del centrodestra piemontese, lanciando un chiaro segnale all’alleato salviniano. E questo ben prima delle regionali che se, come tutto lascia supporre, attribuiranno la vittoria nuovamente al centrodestra, porteranno FdI a governare con un loro uomo la Sanità, oggi nelle mani del leghista Luigi Icardi. In realtà un abbandono della guida dell’Asl Città di Torino appariva da tempo, tutto sommato, scontato tenendo conto che il manager è al vertice dell’Azienda Sanitaria Zero in qualità di commissario e un passaggio al ruolo di direttore generale è dato come più che probabile. Peraltro anche questo incarico scade a fine anno. Ma il fatto stesso di porre una sorta di veto a una riconferma nella direzione della principale Asl della città, per il partito di Giorgia Meloni è, appunto, un segnale chiaro, rivolto in particolare alla Lega, ma anche allo stesso presidente Alberto Cirio.

Una soluzione che certamente non coglie Picco alla sprovvista, tant’è che per il suo successore pare vedrebbe bene l’attuale direttore generale dell’Asl di Vercelli Eva Colombo. Di lei all’Asl Città di Torino si era parlato già mesi fa, ma la mancanza di anzianità l’aveva relegata nell’elenco nazionale nel novero di coloro che non potevano dirigere aziende in regioni con un numero di abitanti oltre la soglia fissata. Superato questo scoglio, la manager potrebbe tornare all’Asl torinese dov’era stata direttore amministrativo e che, dunque, conosce bene così come pare sia ottimo il rapporto con l’attuale direttore generale.

In scadenza a fine anno c’è anche Franca Dall’Occo, dal primo gennaio del 2021 a capo dell’Asl To3. Attribuita da sempre all’area del centrosinistra, gode di forte stima anche dal fronte opposto dove le si riconoscono qualità e capacità indiscusse soprattutto in ambito amministrativo, tanto che in passato di lei in assessorato si parlò per una direzione generale ancora più rilevante, ma poi non se ne fece nulla, pare per la sua intenzione di rimanere dov’è. Anche i Fratelli faranno prevalere le valutazioni professionali su quelle politiche di occupare una posizione con un loro uomo o una loro donna? Di certo il messaggio recapitato al vertice della Regione dai meloniani è netto: nessuna proroga, nessun commissariamento per i posti in scadenza a fine anno. Il partito, ormai di fatto, di maggioranza della coalizione chiede nomine piene, contratti da direttore generale, che poi saranno gli ultimi (salvo imprevisti) prima del voto e del nuovo governo regionale. 

Terzo, ma non certo ultimo per il rilievo dell’azienda che dirige, a veder terminare il suo mandato a dicembre è Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute. Nella plancia di comando della corazzata che da anni accusa falle con perdite nei bilanci che si avvicinano alla metà del rosso complessivo della sanità piemontese, l’attuale direttore generale per una sua riconferma non pare essere proprio nei pensieri di Icardi, così come quelli di Cirio. Ha cercato, senza farne mistero, di subentrare al pensionato Mario Minola alla direzione regionale della Sanità, dove però gli è stato preferito Antonino Sottile. Già in quell’occasione era stata evidente la pressione di FdI per portarlo al vertice della macchina sanitarie piemontese. Trattative anche dure all’interno della maggioranza, conclusesi alla fine con la scelta dell’allora direttore generale dell’Istituto di Candiolo, subordinata però, proprio su richiesta di FdI, a una verifica di metà mandato.

Un giro di boa che, nei desiderata di alcuni, potrebbe rappresentare la seconda occasione per La Valle. Il quale, oggi, se non proprio sull’aperto sostegno dell’intero partito della Meloni in Piemonte, certamente può contare sul forte appoggio dell’assessore al Welfare Maurizio Marrone, per essere riconfermato alla Molinette. Dell’ex direttore sanitario del San Martino di Genova, nei mesi scorsi si era vociferato di un suo possibile ritorno in Liguria, ma a quanto pare senza alcun esito concreto. Incassata la mancata nomina alla direzione regionale, mutate ancor prima le sue vicinanze politiche dalla Lega a FdI, e proprio nell’assessore meloniano che La Valle pare debba confidare per il rinnovo dell’incarico. Una partita in cui, nei mesi a venire, sarà da vedere quanto Marrone potrà forzare la mano con Cirio e Icardi e quanto il resto del partito sarà disposto a spendersi per il manager.

Una partita in cui incrocerà nuovamente il nome di Picco e l’atteggiamento dei meloniani nei suoi confronti. Pare che FdI abbia già fatto sapere a Cirio che non considera affatto scontata, tutt’altro, la riconferma del manager leghista nel board della Compagnia di San Paolo. A Palazzo Lascaris, per l’indicazione del rappresentate della Regione in seno alla fondazione di corso Vittorio, si voterà in primavera, ma l’avviso al governatore e alla maggioranza intera i Fratelli lo hanno inviato con notevole anticipo.

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