PALAZZO LASCARIS

Presiede la Commissione Sanità e concorre per un posto da primario

Il caso di Stecco, medico leghista, che nel Consiglio regionale del Piemonte guida l'organismo che si occupa di politiche sanitarie. Vedendo sfumare la possibilità di una riconferma partecipa al bando da direttore della radiodiagnostica di Vercelli. Opportuno?

La politica ai raggi x, si sa, è la grande utopia spesso annunciata soprattutto quando ci si avvicina al voto e la trasparenza è un’immancabile promessa insieme al disinteressato impegno. Talvolta capita, però, di fare un po’ di confusione e, magari, anziché far le lastre alla politica si vuol passare da quest’ultima alle radiografie. 

Difficile non vedere al diafanoscopio, quell’apparecchiatura luminosa ormai soppiantata dai monitor, una storia piuttosto simile di fronte ai candidati al posto di primario radiologo all’Asl di Vercelli. Lì, dopo le dimissioni di Fabio Melchiorre, serve un successore e per questo il direttore generale Eva Colombo a fine giugno ha pubblicato il bando per l’incarico quinquennale per la direzione della struttura complessa di radiodiagnostica. 

Un paio di mesi dopo, chiusi i termini per la presentazione delle domande, filtrano le prime indiscrezioni: una decina in tutto i candidati. Non una folla, ma questo non stupisce vista la frequenza con cui i bandi vanno deserti, la penuria di specialisti e la sempre più scarsa attrattività della sanità pubblica. A stupire, almeno un po’, è uno dei nomi dei candidati al primariato. Non certo per il suo profilo professionale di tutto rispetto, pure con incarichi accademici, ma vedere tra i concorrenti nientepopodimeno che il presidente in carica della commissione Sanità del consiglio regionale del Piemonte, beh un po’ di sorpresa la suscita. Alessandro Stecco, 53 anni, leghista passato dal consiglio comunale di Vercelli a quello regionale, era stato addirittura in predicato di guidare l’assessorato, finito poi a Luigi Icardi.

Docente associato di radiologia diagnostica all’Università del Piemonte Orientale e responsabile di Neuroradiologia dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, da quando siede sui banchi di Palazzo Lascaris è in aspettativa dall’azienda ospedaliera, anche se questo non gli ha impedito (come scritto l’autunno scorso dallo Spiffero) di lavorare per una struttura privata a Genova, “nel tempo libero che riesco a ritagliarmi – come spiegò all’epoca – e nel più rigoroso rispetto della legge”. Lo stesso rigoroso rispetto della legge che egli osserva, così come l’Asl, per quanto riguarda il concorso per il primariato a Vercelli. Del resto, la presenza del politico non era passata inosservata, giorni fa, di primissima mattina nei pressi del reparto di malattie infettive diretto da Silvio Borrè, una delle colonne del nosocomio. Nulla di illegittimo, tantomeno di illegale dietro la partecipazione al bando che, sempre secondo i rumors vede tra gli otto concorrenti, l’attuale facente funzione Riccardo Vigone, la dirigente del settore all’interno dell’Asl Annalisa Oppezzo, un altro interno come Alekos Bompotsiaris, genero dell’ex primario di anatomia Giovanni Angeli e, ancora, la radiologa novarese Silvia Attanasio.

Semmai, la decisione del consigliere regionale leghista di concorrere per il posto messo al bando dall’ospedale di Vercelli (pro)pone una questione di opportunità e, non meno, una lettura politica dietro la scelta. Lasciare il posto che mantiene, essendo in aspettativa, per occuparne un altro sempre con la stessa prospettiva di una supplenza nel caso in cui intenda proseguire l’attività in consiglio regionale ricandidandosi sperando di essere rieletto, è certamente una possibilità del tutto legittima, anche se opinabile. È, invece, quella domanda presentata all’Asl di Vercelli un segno anticipatorio di un abbandono della politica o comunque dell’attuale incarico elettivo? Comunque sia, vedere il presidente della commissione Sanità, partecipare a un concorso proprio nella sua regione, di più nella sua città, non è proprio mettere la politica ai raggi x. Forse il contrario.

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