RETROSCENA

Verdini jr tresca alle spalle di Salvini,
tra Donnarumma e sinistra ferroviaria

Il numero uno dei trombati tenta una manovra di accreditamento con il leader leghista (che mise il veto alla nomina in Enel) attraverso il fratello della fidanzata Francesca. Ma in Fs e Anas c'è un gran movimento di incarichi, tra politica e affari

Viaggia sempre più a destra Matteo Salvini, fresco di abbraccio con Marine Le Pen e sempre più lontano dalla Lega delle origini, tutto preso a contenere Fratelli d’Italia anche a costo di irritare non poco Giorgia Meloni. Ma il Capitano rischia di deragliare a sinistra proprio nel settore di competenza del suo ministero.

Il titolare delle Infrastrutture, sempre un po’ strabico verso il vecchio amore del Viminale, pare non accorgersi dello scambio azionato, quasi certamente a sua insaputa, da ambienti più prossimi al Pd che che stanno portando le Ferrovie con la loro governance più a manca che a destra. Poco accorto o forse troppo generoso nel seguire non disinteressati consigli, Salvini crede che trovare ai vertici del gruppo ferroviario e delle sue ramificazioni uomini di riferimento, mentre la realtà che si prospetta è assai diversa. Basterebbe il profilo dell’amministratore delegato di RfiGiampiero Strisciuglio, cui si deve la magra figura del silenzio di fronte alla strage di Brandizzo.

L’approdo al vertice di Rete ferroviaria italiana del giovane manager pugliese, non certo in grado di ostentare un curriculum eccezionale, resta per molti aspetti in mistero. Da sempre vicino al Pd della regione governata da Michele Emiliano, non è quel che si dice un fedelissimi del Capitano, tantomeno proviene da quel Nord, sempre meno tenuto in considerazione nelle scelte della Lega in versione nazionalista.

A guardare quell’ambiente che negli anni Ottanta partorì e crebbe addirittura una corrente dell’allora potente Psi di Bettino Craxi – la sinistra ferroviaria capeggiata anche allora da un pugliese, Claudio Signorile – più che un Carroccio suoi binari sembra di vedere una locomotiva piddina mascherata. Da Bari e dall’entourage di Emiliano, arriva pure Gennaro Ranieri assunto poco più di un anno fa a Ferservizi dove gestisce area business e acquisti. Strisciuglio e Ranieri sono amici, oltre che manager dello stesso gruppo. Ed entrambi coltivano rapporti con il cognato del ministro, ovvero Tommaso Verdini, fratello di Francesca e figlio del sempre potente Denis. Affetti, politica e nomine su binari che tutto appaiono fuorché paralleli. Ma pur passando dalle rotaie alla gomma non è che cambi molto, nella conduzione del ministero da parte del leader della Lega. Per le malelingue, che spesso raccontano anche un pezzo di verità, in Anas i vertici dell'azienda il ministro se lo filano poco o punto. Tant’è che i rapporti con la società li terrebbe assai più il suo vice, Edoardo Rixi, al quale viene però imputato di limitare sguardo e azioni entro i confini della sua Liguria. In Anas c’è, comunque, aria i cambiamento e il nome che circola per il vertice è quello di Vito Cozzoli, appena giubilato da Sport e Salute Spa. Molto vicino a tanti interessi ma lontanissimo dalla Lega, si dice di lui, una stretta amicizia con Luigi Di Maio, ma digiuno di d’esperienze nel campo Infrastrutture e, si dice, qualche conflitto d'interessi da risolvere.

Restano nel mondo delle imprese altri interessi, quelli di Stefano Donnarumma il numero uno dei trombati nell’ultimo valzer di nomine. L’ex amministratore delegato di Terna si riconverte come advisor mettendo, come scrive su linkedin, “a disposizione del sistema economico e produttivo 30 anni di esperienza da ingegnere, industriale e gestionale, nell’ottica di favorire l’incontro tra domanda e offerta di strumenti finanziari orientati alla creazione di valore per gli azionisti e per la comunità”. Di traverso sulla sua strada verso la guida dell’Enel si era messo proprio Salvini. Ma adesso per il manager si potrebbe prospettare un riavvicinamento alla Lega, cui starebbe lavorando proprio Verdini juinior, il quale a sua volta è stato visto più volte insieme all’ex senatore del Pd Salvatore Margiotta, presidente di Aniaf, l’associazione delle imprese fornitrici di materiale ferroviario.

Sarà a conoscenza, Salvini, dell’attivismo del cognato per aiutare e riavvicinare Donnarumma? Al dicastero e non di meno tra più di un dirigente della Lega sembra definirsi l’immagine di un ministro che, come Romano Prodi nella celebre imitazione di Corrado Guzzanti, aspetta il treno alla stazione. In questo caso i convogli passano, ma forse il Capitano diventato capostazione, non s’accorge che a scegliere i macchinisti e i viaggiatori di rango non è lui.

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