CENTROSINISTRA

Erba da tagliare e troppi cespugli, giunta Lo Russo allo sfalcio

Convocata per fare il "tagliando" dopo due anni al governo di Torino, la giornata si è trasformata in uno sfogatoio di risultati mancati e ambizioni represse. Tutti d'accordo: il sindaco è una frana nella comunicazione. E la città sembra una foresta

Il rapporto coi 5 Stelle, la “disponibilità” della candidatura alle regionali di Chiara Gribaudo che ha portato un po’ di scompiglio, assicurare spazio politico a tutti gli alleati. E, in cima, l’esigenza di comunicare meglio ai cittadini l’attività amministrativa. Di temi ce n’erano tanti sul tavolo in questo caldo pomeriggio di settembre, convocato per fare il “tagliando” alla macchina del governo di centrosinistra guidata da Stefano Lo Russo a due anni dall’insediamento a Palazzo civico. Invece la lunga giornata trascorsa a Cascina Fossata, un centro di housing sociale, si è perlopiù risolta in uno sfogatoio più o meno libero, conclusosi secondo una liturgia consolidata: riaffermando l’unità d’intenti (“compatti e concordi”) e dando abbrivio alla cosiddetta “fase 2” che sarà caratterizzata da maggiore impegno e determinazione. Poi, la classica photo opportunity per i consiglieri che più sgomitano in questa tornata. Come il moderato Simone Fissolo, la consigliera di Sinistra ecologista Alice Ravinale o Elena Apollonio di Demos, marcata stretta dal suo presidente Pino Aprile.

A menare le danze è stata la capogruppo Pd in Sala Rossa Nadia Conticelli, che la giornata ha aperto e chiuso nella sintesi (?) di fronte alla stampa. Di fatto, anche ascoltando il discorso conclusivo che il sindaco tiene a porte chiuse ma a finestre aperte (da sotto si sentiva benissimo) prima di scendere a incontrare i giornalisti, si capisce che i tasti dolenti sono due: comunicare meglio e fare bene le cose semplici: “Tagliamo l’erba, tappiamo le buche”, dice Lo Russo alla variopinta truppa dei partiti di maggioranza. Durante tutta la giornata “si è parlato più che altro di quello”, conferma allo Spiffero un consigliere sotto la garanzia dell’anonimato manco rivelasse il quarto segreto di Fatima.

 
Taglia l’erba e tappare le buche, un programma che definire ambizioso è un azzardo. Ma è comunque uno slogan che serve a spronare un vertice giudicato da molti (sempre nei pissi pissi da sottoscala) con poco mordente. Una parola d’ordine, come quel “a Barriera è tutto fermo” con cui la stessa Conticelli, giusto un paio di settimane fa, ha rovinato il quieto vivere della commissione convocata dall’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni.

Impegni, buoni propositi, promesse. Insomma, parole. Infatti, quando i cronisti le chiedono se, riconosciuto il bisogno, l’amministrazione stanzierà più soldi per gli sfalci, Conticelli glissa: “Se servono più soldi, saranno messi più soldi, se serve una diversa organizzazione del servizio, si procederà a una diversa organizzazione del servizio. Il mandato che la giunta ha accolto è che l’erba sarà tagliata”. Affermazioni che fanno drizzare le orecchie all’assessore al Verde Francesco Tresso, che osserva a poca distanza con lo sguardo torvo prima di mettersi a confabulare con la sua consigliera di Torino Domani Tiziana Ciampolini. Quello di Ciampolini, come gli altri interventi delle minoranze a cui via via Conticelli dà la parola, sembrano più delle bandierine da mettere per ribadire il proprio posizionamento: quello a sinistra per Ravinale, quello sui temi etici per Silvio Viale. Che non ci sia nulla di troppo importante di cui parlare lo si capisce dal fatto che diversi assessori si tengono a distanza dal conciliabolo. Lo Russo, stanco di trafficare col cellulare, trova per il tempo per improvvisarsi baby kisser, forse cercando di allenare quelle doti comunicative su cui secondo molti ha urgente bisogno di un reskilling.

 
Il tempo da ammazzare è molto, come molti sono i partitini. Se però a sinistra ci sono soltanto la Sinistra italiana che a Torino fa capo al deputato Marco Grimaldi e la sinistra civica (Torino Domani) di Tresso, al centro l’ammucchiata è servita. Ci sono i Moderati, rappresentati oltre che da Fissolo dalla consigliera Ivana Garione, ma il tema del loro probabile apparentamento con il centrodestra di Alberto Cirio alle prossime regionali ovviamente non viene toccato. Per i radicali c’è Viale ma anche Igor Boni, che evidentemente non poteva affidarsi soltanto al suo bizzoso consigliere. Per Demos c’è anche il vicepresidente della Circoscrizione 3 Francesco Aglieri, tecnicamente in Italia Viva ma che “resterà a sinistra”, garantisce per lui Pino De Michele. Sembra che il centro abbia ormai superato la sinistra nella capacità di scindere l’atomo. Sarà anche per questo che, prima di incontrare i giornalisti, ha tolto il disturbo il consigliere regionale Mario Giaccone, che alle elezioni del 2021 organizzò la lista civica “Lo Russo sindaco” dove Viale e Apollonio hanno trovato spazio alla maniera del cuculo. Giaccone i voti li ha presi davvero e deve capire anche come tenerseli fino alle regionali, quando sarà facile che molte delle mille comparse in cerca d’autore finiscano per bussare alla sua porta.

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