PROMOSSI & BOCCIATI

Greco è "Torinese dell'anno", un tapiro al destro Marrone

Il riconoscimento al direttore dell'Egizio è un sonoro schiaffo all'assessore di Fratelli d'Italia che ne aveva auspicato l'esonero. La canea scatenata dal trucido leghista Crippa e la figura barbina della Meloni. La cerimonia domenica 26 novembre

Christian Greco è il “Torinese dell’anno” 2023. In barba alla destra più retriva che l’ha messo da tempo nel mirino, il direttore del Museo Egizio di Torino è stato scelto dalla giunta della Camera di Commercio, presieduta da Dario Gallina, per ricevere il riconoscimento che ogni anno viene tributato a una personalità che ha portato lustro alla città. “Per l’altissimo contributo alla crescita e allo sviluppo del Museo Egizio e, come risultato, al posizionamento turistico e culturale della nostra città, grazie all’indiscutibile competenza ed esperienza in ambito classico, abbinata a capacità manageriali e imprenditoriali indispensabili per il raggiungimento di risultati concreti e misurabili, portati avanti senza tralasciare le missioni proprie delle realtà museali: la cura scrupolosa del patrimonio, l’attività continua di ricerca su scala internazionale e la passione per la divulgazione e la formazione, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie”: queste le motivazioni del premio. La cerimonia si terrà domenica 26 novembre, in concomitanza con il 71° “Premio della Fedeltà al Lavoro e per il Progresso Economico” e la nona edizione dei “Diplomati eccellenti tecnici e professionali”, sempre conferiti dall’ente camerale.

Nato nel 1975 ad Arzignano (VI), Christian Greco è alla guida del museo torinese dal 2014. Formatosi principalmente in Olanda, è un egittologo con una grande esperienza in ambito museale, curando numerosi progetti espositivi in tutto il mondo. All’Egizio ha sviluppato collaborazioni internazionali con musei, università e istituti di ricerca. Ha al suo attivo corsi all’Università di Torino, di Pisa, di Napoli, della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e della New York University di Abu Dhabi con corsi di cultura materiale dell’antico Egitto e di museologia.  È stato membro dell’Epigraphic Survey of the Oriental Institute of the University of Chicago a Luxor e, dal 2015, è co-direttore della missione archeologica italo-olandese a Saqqara. Al suo attivo ha molteplici pubblicazioni divulgative e scientifiche e numerose partecipazioni a convegni internazionali di egittologia e di museologia come keynote speaker.

E così, mentre l’assessore regionale Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) ne auspica il giubilamento – posizione pressoché isolata nel mondo politico (persino nel centrodestra) e in quello culturale, con l’eccezione del trucido esponente leghista Andrea Crippa – Torino lo premia e cerca di tenerselo ben stretto.

A scatenare la furia della destra fu la campagna “Fortunato chi parla arabo”, promossa due anni di fila, nel 2017 e 2018, che prevedeva l’ingresso per due al prezzo di uno per i visitatori di lingua araba. Un’agevolazione accompagnata da un progetto più ampio di mediazione culturale, con la predisposizione di percorsi, tour per famiglie, videoguide, audioguide in arabo, e iniziative per il racconto delle “collezioni museali attraverso le voci femminili della comunità nordafricana”. Iniziativa che, peraltro, è stata rivolta anche a visitatori di altre lingue. Giorgia Meloni, allora “semplice” leader di Fratelli d’Italia si precipitò a Torino, scortata da tutto lo stato maggiore del partito, lanciando l’accusa un tantino farneticante di “razzismo verso gli italiani”. Ne seguì un acceso confronto con lo stesso Greco, sceso per strada. Nella confusione della polemica la futura premier fece una figura un poco barbina e il caso che sembra chiuso è stato poi riaperto dal suo giannizzero subalpino.

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