LAW & ORDER

Disordini in piazza, "colpa della polizia"

Il centrosinistra a Torino punta il dito contro le forze dell'ordine dopo gli scontri del 3 ottobre in occasione dell'arrivo di Meloni al Festival delle Regioni. I Moderati si dissociano. Contrario anche il radicale Viale. Crosetto (FdI): "Ingerenza gravissima"

Centrosinistra contro le forze di polizia. Non è una provocazione dell’opposizione bensì il contenuto di un ordine del giorno sottoscritto da quasi tutti i partiti di maggioranza – Pd, Sinistra ecologista, Torino Domani e Demos – dopo i disordini scoppiati nel giorno della visita di Giorgia Meloni in Piemonte, il 3 ottobre, in occasione del Festival delle Regioni. Il documento impegna sindaco e giunta “ad attivarsi presso il Prefetto e il Questore per richiedere che la gestione dell’ordine pubblico a Torino venga effettuata nel rigoroso rispetto dei limiti di legge per ciò che concerne l’uso della forza, da dispiegarsi soltanto in caso di effettiva necessità e in modo proporzionato”. Come se finora le forze dell’ordine si fossero mosse al di fuori della legge. Una posizione che divide anche la stessa maggioranza. Il documento non raccoglie, infatti, le firme dei consiglieri dei Moderati e neppure quella del radicale Silvio Viale, il quale invece ha presentato una mozione di piena solidarietà agli agenti, bocciata da tutti i suoi colleghi. Lo scontro è andato in scena questa mattina durante l’audizione dei sindacati di polizia in Terza Commissione in cui un consigliere del Pd, Claudio Cerrato, ha puntato il dito direttamente contro il Questore.

“La maggioranza di sinistra non può continuare a contrapporsi alle forze dell’ordine – attacca il capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Crosetto –. Approvare un ordine del giorno che esprime preoccupazione per la gestione dell’ordine pubblico di Torino rappresenta una gravissima ingerenza. Il Pd deve smettere di avallare le posizioni, estremiste e antidemocratiche, che Sinistra ecologista continua a portare avanti per compiacere certi ambienti”. Una posizione che, come detto, divide anche la maggioranza come dimostrano le parole di Viale che parla di “solidarietà strabica sulle aggressioni alle forze dell’ordine”.

I fatti raccontano di un centro di Torino trasformato in terreno di lotta per collettivi studenteschi e centri sociali, che scandivano cori contro Meloni. Agli agenti non vengono rivolti solo insulti, si assiste anche a lanci di uova, i negozianti  abbassano velocemente le saracinesche, i manifestanti, in numero decisamente maggiore, provano a sfondare il cordone. Gli scontri si verificano quando i manifestanti oltrepassano le transenne che delimitavano l’area degli stand montati per il festival delle Regioni, sotto alla prefettura. La polizia cerca di bloccare alcuni giovani sotto i portici di piazza Castello ed è lì che scattano anche le manganellate. Il bilancio parla di dieci feriti tra i contestatori e quattro tra i poliziotti. La Digos individua sessanta persone tra le quali non mancano i soliti esponenti del centro sociale Askatasuna.

Critici anche i sindacati delle forze di polizia, Siup, Sap, Siap e Coisp che in una nota congiunta respingono “totalmente una versione di parte connotata da una ideologia datata, fuori tempo e bocciata dalla storia. La dichiarata vicinanza alle forze di polizia deve essere accompagnata da fatti concreti e invece ciò che vediamo concretamente è la messa sul banco degli imputati di chi tra mille difficoltà cerca ogni giorno di assicurare la civile convivenza”.

print_icon