TRAVAGLI DEMOCRATICI

Primarie, mezzo Pd dice no

Il segretario Rossi tira dritto e nella direzione di venerdì proverà a varare la road map per i gazebo. Data ipotizzata il 17 dicembre, ma i sostenitori di Gribaudo remano contro e predicano "prudenza". E se si andrà alla conta lei che farà?

Da una parte si accelera, dall’altra si tira il freno. Mentre il segretario del Pd piemontese Mimmo Rossi è pronto per ratificare la road map delle primarie, l’area che fa riferimento a Elly Schlein predica prudenza. La direzione di venerdì 27 ottobre sarà chiamata a votare il percorso per portare il centrosinistra ai gazebo il 17 dicembre, almeno nelle intenzioni del vertice regionale. Ma la partita è tutt’altro che chiusa, da Torino a Roma si moltiplicano gli appelli a evitare strappi laddove per strappo s’intende ogni iniziativa che non sia la vigile attesa. Attesa di un cenno dal Movimento 5 stelle, attesa di un accordo a livello nazionale (dove formalmente le forze di opposizione non hanno mai istituito un tavolo), attesa che qualcuno tolga le castagne dal fuoco a un partito diviso tra due candidati e due proposte, quella del vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle e quella della deputata Chiara Gribaudo. I sostenitori del primo chiedono con insistenza le primarie, dall’altra parte si cercano strade alternative a una “conta interna” o peggio al “secondo tempo del congresso”.

È una partita delicata in cui nessuno dei due contendenti ha un asso da giocare al momento opportuno. La direzione regionale è perfettamente spaccata in due tra la componente di Stefano Bonaccini (al fianco di Valle) e quella di Schlein, schierata quasi interamente con Gribaudo. Impossibile procedere con una forzatura. Valle teme che un blitz dal Nazareno (sempre meno probabile) possa concedere l’investitura a Gribaudo come accadde in Lombardia con Pierfrancesco Majorino imposto proprio in virtù di una sua maggiore affinità con il Movimento 5 stelle e il suo, non troppo corposo, pacchetto di voti (3,9%). Stesso atout di cui potrebbe fregiarsi la parlamentare di Borgo San Dalmazzo, nonostante Chiara Appendino, nell'ormai celebre dibattito alla festa di Sinistra Italiana, abbia evitato ogni tipo di indicazione marcando, anzi, la sua distanza dalle beghe del Pd e ribadendo l'intenzione di “rimanerne fuori”, come ha ripetuto a chi l’ha interpellata.

Ma se non è Gribaudo ad allargare il perimetro della coalizione, su quali basi il Pd può scegliere il suo alfiere? Per il segretario le primarie restano la strada maestra nonostante il rischio di trasformarle in un testa a testa interno al partito. Una corsa autoreferenziale. In questo scenario un’altra incognita è rappresentata proprio da Gribaudo: se finora, infatti, Valle non ha fatto altro che ripetere la sua intenzione a candidarsi, respingendo ogni emissario del Nazareno che gli abbia proposto un ritiro in buon ordine, la sua possibile avversaria non è andata oltre la formula della “disponibilità”. “Ho dato la mia disponibilità a candidarmi contro Alberto Cirio” è il mantra che ripete, senza sciogliere però i dubbi che da qualche giorno s’insinuano anche tra i suoi supporter, riguardo alla sua intenzione di confrontarsi anche ai gazebo.

In tre giorni tutto può ancora succedere. Rossi potrebbe essere costretto a un nuovo stop, la direzione potrebbe impantanarsi, dal Nazareno potrebbe arrivare la richiesta di pazientare ancora qualche giorno. La sua risposta sarà sempre la stessa: “Cirio intanto fa campagna elettorale”.

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