CONVERGENZE PARALLELE

"No all'ambientalismo talebano". Saracco dà ragione a Meloni

Il rettore del Politecnico di Torino concorda con l'intervento della premier alle Camere. "Possiamo mica fregarcene dei posti di lavoro o di altre conseguenze. Vanno contemperati gli impatti sociali ed economici". Un'apertura a destra che non guasta, non si sa mai

Serve un «approccio pragmatico alla transizione» affinché sia economicamente e socialmente «sostenibile», ha detto la premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato. Il rischio di un «approccio miope» è la «desertificazione industriale del nostro continente». Una posizione dettata da pragmatismo e buon senso su cui concorda Guido Saracco, per il quale «non si può essere talebani» delle politiche ambientali, fregandosene delle ricadute, consapevole che «occorre trovare un equilibrio».

Conversando con l’Adnkronos sulla manovra economica del Governo e sull’intervento alle Camere della premier, Saracco osserva che «le sfide globali sono ormai intrecciate fra di loro e, anche se anche una sola di queste sfide – che sono disuguaglianze, democrazia e lotta per ambiente sostenibile e risorse sostenibili – fallisce, allora crollano anche le altre due». Quindi «è naturale che chi deve prendere decisioni politiche trovi – non parliamo di compromessi – ma delle progettualità che portino avanti tutte insieme queste sfide e, fatalmente, non puntino solamente su una e basta». E questo «perché oramai i sistemi sono connessi tra di loro in modo ineludibile e le criticità sono ovunque». Quindi, «sotto questo punto di vista, non si può mai chiudere solo un punto su sé stesso: c’è l’impatto sociale, l’impatto economico e l’impatto ambientale che devono essere contemperati» sottolinea.

Giunto agli sgoccioli del suo mandato alla guida dell’Ateneo di corso Duca degli Abruzzi, Saracco ha intrapreso un’intensa attività di studio e di divulgazione, per ora sui social, con un taglio originale e creativo, come testimonia il suo più recente saggio scritto a quattro mani con il filosofo teoretico Maurizio Ferraris Tecnosofia - Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova (ed. Laterza). «Se si dice che essere talebani significa semplicemente considerare l’impatto ambientale fregandosene, per esempio, dei posti di lavoro o di altre conseguenze, allora io sono d’accordo che questo punto – così come altri – debba essere invece contemperato nello sviluppo sostenibile» afferma l’ingegnere chimico che ha scritto oltre 600 pubblicazioni fra cui molte su nuove tecnologie, rinnovabili, tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Il rettore tiene infine a rilevare che per un vero sviluppo sostenibile «le Università possono dare molto aiuto ai decisori politici, insieme al mondo della propulsione economica, cioè delle imprese, per prendere visioni giuste».

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