PALAZZO CIVICO

"Conti in ordine e fondi Pnrr spesi", il bilancio (preventivo) di Lo Russo

Pesano inflazione e caro costi ma il Comune di Torino non taglia sui servizi. Il sindaco prospetta anni di trasformazione, ma anche di risanamento, col disavanzo in calo costante. E batte cassa anche a Cirio: "Ci deve 14 milioni per l'assistenza domiciliare"

“Tolta la Metro 2, a Torino arriveranno circa 900 milioni, il triplo di quanto atterrato per le Olimpiadi. E lo dico con un pizzico di orgoglio, non abbiamo perso neanche un euro”. Pallottoliere alla mano, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo presenta il bilancio previsionale 2024/2026 alle parti sociali, con due focus principali. Il primo è sulla maggiore di capacità di spesa del Comune grazie a Pnrr e fondi complementari. Il sindaco ha preparato tabelle e i numeri parlano chiaro: la spesa in conto capitale per Servizi sociali ed edilizia abitativa, per la scuola e per la cultura, così come quella per le manutenzioni straordinarie, resta alta nel triennio per poi scemare notevolmente nel 2026, quando i cantieri del Pnrr dovranno essere chiusi e rendicontati.

Ma c'è un altro punto su cui Lo Russo insiste: tenere in sicurezza i conti. “Abbiamo intrapreso la strada del risanamento strutturale del Comune. Non tanto noi, ma chi ci seguirà avrà una situazione decisamente più solida”. Il primo cittadino mostra e commenta le tabelle che anno dopo anno, anche grazie al Patto per Torino siglato con l’allora premier Mario Draghi (che, per il 2024, porterà nelle casse di Palazzo Civico 113 milioni di euro), prevedono una riduzione progressiva del disavanzo comunale fino al suo azzeramento nel 2044. Lo Russo sembra particolarmente compiaciuto, con accanto l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli silente e impassibile, che si concede un sorriso soltanto quando il sindaco le fa un plauso non così consueto per i suoi assessori: “C’è un lavoro enorme dietro ogni euro. Senza averla avuta al mio fianco, non sarei qua così tranquillo a raccontarvelo”. In effetti, l’approfondimento sul risanamento è particolarmente esaustivo, una lezione di economia pubblica di una ventina di minuti mentre su scuola e servizi sociali Lo Russo farà solo una ricognizione veloce.

Nel documento si evidenzia che alle pregresse e già note criticità del bilancio della Città, ovvero la copertura del disavanzo (+34%) e il rilevante indebitamento, a incidere sulle spese in modo consistente sono anche le utenze energetiche: se nel 2020 e nel 2021, con la pandemia, la spesa era rimasta sostanzialmente invariata intorno a 30 milioni, per il 2023 era salita a 78milioni, con un aumento del 107% rispetto alla spesa del 2019 mentre per il 2024 è stimata a 51milioni (+35% rispetto al periodo pre-pandemia). Soddisfazione per la situazione del personale, che resterà costante (di poco sopra i 7.000 dipendenti) fino al 2026, con un ricambio che nel quadriennio 2022-2026 sostituirà un dipendente su quattro.

Va sottolineato che il previsionale sarà approvato in giunta il 16 novembre, un dato positivo visto che soltanto Chiara Appendino era riuscita a farcela prima di fine anno nel 2020, mettendoci comunque un mese più di Lo Russo. Sembrano ormai lontani i tumultuosi anni di Piero Fassino, quando il via libera avveniva spesso a primavera inoltrata.

Il sindaco ha voluto evidenziare la necessità degli investimenti privati: “Torino ha risorse economiche importanti, non dentro al Comune, penso alle Fondazioni bancarie e a una serie di gruppi industriali che hanno la possibilità di investire”. Un invito raccolto da Alberto Anfossi, segretario generale della Compagna di San Paolo: “Penso che le Fondazioni debbano avere la loro strategia, perché abbiamo la nostra autonomia, ma devono avere la capacità di portare acqua quando ci sono strategie pubbliche”. Apprezzato dalla platea il mantenimento delle agevolazioni Isee per le famiglie e la scelta di non adeguare tariffe e canoni all’inflazione, cosa che avrebbe comportato aumenti del 5,7% per il 2023. Per quanto riguarda gli incrementi salariali previsti dal contratto nazionale del pubblico impiego, il sindaco ha risposto alla Cgil sottolineando come gli aumenti approvati dal Governo ci saranno, ma peseranno in primis sul Comune: “Intanto anticipate voi, poi i soldi vi arriveranno, forse”, ha detto con una provocazione.

Un’altra polemica, in chiave minore, viene riservata alla Regione Piemonte. Con le nuove regole per la compartecipazione comunale alle spese per l’assistenza domiciliare, rischiano di doverci mettere i soldi i Comuni. Sul punto è già intervenuta Anci Piemonte, e Lo Russo e gli altri sette sindaci dei capoluoghi piemontesi (di destra e sinistra) hanno scritto una lettera al governatore del Piemonte Alberto Cirio. Con cui Lo Russo ha comunque già parlato: “Cirio mi ha assicurato che fanno la delibera di rinvio a dopo le elezioni. Bene, ma qui mancano 30 milioni” di cui 14 ricadono su Torino. “Bisogna trovare i soldi”, puntualizza l’inquilino di Palazzo civico, altrimenti i maggiori costi finiranno nella spesa corrente dei Comuni.

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