GRANDI OPERE

Metro 2, la gara slitta al 2024

Nonostante lo strombazzamento di Lo Russo, l'opera è ferma sui binari delle burocrazie romane. Quasi due anni fa lo stanziamento da 1 miliardo che completava il finanziamento del primo lotto. Manca ancora il decreto che assegna i poteri al commissario Chiaia

Non è ancora partita e già accumula ritardo. È un calvario la Metro 2 di Torino per la quale il sindaco di Stefano Lo Russo ha chiesto e ottenuto il commissario straordinario così da snellire le procedure e accorciare i tempi. Facile a dirsi, soprattutto se ci si mettono sei mesi solo per nominarlo questo commissario. Era di maggio, quando Lo Russo, assieme al governatore Alberto Cirio, ottenne dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini il via libera al commissariamento, a giugno dal Mit arriva anche l’ok sul nome dell’ingegner Bernardino Chiaia, numero uno di Infra.To. Si stabilisce che la struttura commissariale sarà anche stazione appaltante. “Così risparmieremo due anni” esultava (troppo presto) il primo cittadino di ritorno dalla Capitale.

A quanto pare, infatti, mancherebbe ancora un dpcm di Palazzo Chigi che tarda ad arrivare. E finché non arriva Chiaia non è operativo. E così il crono-programma subisce ulteriori slittamenti. Era stato l’assessore alle Grandi infrastrutture Paolo Mazzoleni a indicare nel dicembre 2023 il termine per il lancio della gara d’appalto. Manca un mese abbondante e quella deadline si sa già che non potrà essere rispettata. Perché se va bene (e non è scontato) tutto ciò che si potrà ottenere entro l’anno sarà l'assegnazione dei pieni poteri al commissario. Da quel momento ci saranno novanta giorni di tempo per iniziare le procedure propedeutiche al bando di gara: espropri, monitoraggi ambientali e acustici e una serie di operazioni che necessitano di almeno sei mesi. Sempre se dalla Presidenza del Consiglio arriva l’atteso decreto. Altrimenti campa cavallo.

Ma questo è solo l’ultimo di una serie di rimpalli. Il governo ha già finanziato interamente la realizzazione del primo lotto, quello da Rebaudengo al Politecnico, passando per Porta Nuova dove s’interseca con la Linea 1. Un tracciato di 9,4 chilometri con 13 stazioni. Il contributo è di 1,8 miliardi stanziati in due tranche: la prima da 828 milioni messa sul tavolo dal governo Conte 2 attraverso la finanziaria del 2019, l’altra da 1 miliardo con l’ultima legge di Bilancio dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Era il febbraio del 2022, ad assicurare l’ingente finanziamento arriva a Palazzo Civico la lettera dell’allora ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. In uno slancio di ottimismo Lo Russo indicava nella fine dell’anno (di quell’anno) il termine per la pubblicazione della gara; invece a 21 mesi di distanza quel bando non ha ancora visto la luce. il termine è stato poi ricalendarizzato a giugno 2023, poi spostato a dicembre. E ancora non ci siamo. 

Secondo Chiaia, che conosce ormai a memoria il dossier, “il regime commissariale ci consentirà di recuperare una parte del tempo perduto, intanto aspettiamo di poter partire con le procedure” dice allo Spiffero. A questo punto, i lavori che inizialmente si pensava potessero iniziare entro la seconda metà del 2024 pare che difficilmente possano essere avviati prima della fine dell’anno successivo. Anzi, se Lo Russo non si sbriga rischia addirittura di non essere lui a inaugurare il cantiere. Almeno non in questo mandato.