Asl, il salto del camoscio

Sulle dentate scintillanti vette della sanità piemontese salta il camoscio più del salto della quaglia. Come non pensare alla celebre ode di Carducci nello scorrere l'elenco dei commensali alla cena promossa lunedì sera dalll’ex ras socialista Salvatore Gallo. Titolare in proprio di un sostanzioso pacchetto di tessere del Pd torinese e padre del capogruppo a Palazzo Lascaris, il capataz dem ha ospitato alcuni tra i vertici delle aziende sanitarie della regione al Seven Village di Settimo Torinese. E così i manager di Asl e Aso – tradizionalmente bipartisan, tripartisan e comunque attenti a ogni stornir di foglie della politica – non si sono fatti troppi scrupoli nell'accettare l'invito. Chi con mezzi propri, chi salendo sul pulmino in attesa davanti alla clinica Fornaca.

A capitanare la comitiva il numero uno delle Molinette Giovanni La Valle, accompagnato dal direttore amministrativo Beatrice Borghese e dal direttore sanitario Lorenzo Angelone, che dopo aver lasciato alle spalle le simpatie leghiste (a sostegno di Fabrizio Ricca) è recentemente approdato ai lidi meloniani tramite Maurizio Marrone. C’era pure il commissario dell’ospedale San Luigi Gonzaga Davide Minniti, il primario di Oculistica all’Oftalmico Raffaele Nuzzi, il direttore dell’Asl To3 Franca Dall’Occo (che secondo i rumors potrebbe presto trasferirsi a Novara al posto di Gianfranco Zulian). A sorprendere più di tutti è stato che a organizzare l’allegro convivio, assieme ai Gallo, sia stato Gaspare Dall’Acqua, direttore generale del Mauriziano, ma soprattutto vice responsabile della Sanità per Fratelli d’Italia.  

Certo, molti di loro continueranno a guardare a destra, soprattutto finché Alberto Cirio verrà considerato il favorito, ma una sponda nel Pd può essere sempre utile e Gallo – che assieme al figlio Raffaele, anche lui presente alla cena, sostiene la candidatura di Daniele Valle – sa essere interlocutore rassicurante.

 

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