TRASPORTI

Costati 175 milioni, ma ancora fermi. A Torino la grana dei nuovi tram Gtt

A due anni dall'arrivo del primo mezzo, gli Hitachi presentano ancora dei problemi. Sospesa la seconda fornitura in attesa di un nuovo software dalla società giapponese che dovrebbe risolvere le criticità. Dall'azienda minimizzano intanto ieri l'ennesimo blocco

Nuovi, eppure già difettosi. L’ultimo stop è avvenuto ieri, al Rondò Rivella. Il nuovo Hitachi 8000 si ferma all’imbocco della rotonda e non si capisce come farlo ripartire, tant’è che sul posto arrivano diversi tecnici di Gtt finché non viene rimosso. Non è la prima volta, e potrebbe non essere l'ultima. Il dato che se ne ricava è che il lungo rodaggio dei nuovi tram torinesi non è ancora concluso.

Presentati ufficialmente in pompa magna col tour inaugurale del 6 settembre scorso, il primo dei nuovi Hitachi 8000 era arrivato a Torino molto prima, l’11 febbraio 2022, quando era già iniziata la corsa della politica a intestarsene la paternità. L’acquisto dei 70 tram, finanziato con 175 milioni dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (all’epoca Infrastrutture e Mobilità sostenibili), è avvenuto durante l’amministrazione di Chiara Appendino, ma i mezzi sono cominciati ad affluire a Torino quando i 5 Stelle avevano già passato la mano alla giunta di Stefano Lo Russo.

Dopo qualche mese di test in officina, il mezzo ha fatto la prima prova in strada nella notte del 5 maggio dell’anno scorso. Preludio a una lunga fase di rodaggio che ha poi portato all’inaugurazione pubblica oltre un anno dopo, con la prima corsa l’11 settembre sulla linea 9. Ma al momento, dei primi 30 nuovi mezzi che arriveranno a Torino entro fine 2023, solo in tre hanno superato la fase di collaudo. Il problema si ripropone: si attiva un interruttore di protezione del motore, secondo alcuni per via di un eccesso di tensione nei cavi, e il mezzo si ferma. Per farlo ripartire, servono 5-6 minuti per riavviare il sistema. Un problema che da Gtt hanno minimizzato, derubricandolo a bega superabile con un semplice aggiornamento del software. E che invece permane, coi tram che insistono nel bloccarsi.

Ora però si è aggiunto un secondo campanello d’allarme. Se la prima tranche da trenta mezzi arriverà sotto la Mole entro la fine dell’anno, la seconda da 40 Hitachi 8000 dovrebbe raggiungere Torino tra il 2024-2025. Pare invece che questa seconda tranche della fornitura sia stata interrotta per motivi logistici: la versione ufficiosa è che non sanno dove parcheggiarli. Sarà. Resta il sospetto che, al di là del posto nei depositi, dietro la scelta di Gtt potrebbe esserci la volontà di indurre Hitachi ad affrontare in modo più efficace il problema della sostituzione (stavolta in blocco) del software. Nella speranza di poter finalmente mandare in pensione i vecchi tram arancioni, e di mettere finalmente in strada i nuovi acquisti, a quasi due anni dal loro arrivo a Torino. Prima che tra Pd e 5 Stelle cominci un’altra gara, stavolta allo scaricabarile.

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