DISCORDIA ISTITUZIONALE

Meloni ad Asti, Cgil e Uil sull'Aventino

Organizzazioni sindacali decise a disertare l'happening di domani in cui la premier firmerà l'Accordo di sviluppo e coesione per il Piemonte, assieme a Cirio. "Noi andiamo ai tavoli di trattativa, non alle passerelle". La Cisl resta fuori

“Noi non ci saremo!”. Per la visita di Giorgia Meloni, in programma domani al Teatro Alfieri di Asti, Cgil e Uil rispolverano Francesco Guccini per annunciare il loro Aventino. “Non saremo presenti perché a noi interessano i tavoli di trattativa e non le passerelle come quelle che in questi mesi hanno caratterizzato il confronto tra governo e sindacati” affermano in una lettera aperta alla premier i due confederali ormai stabilmente senza la Cisl, dopo la rottura del fronte unitario.

La presidente del Consiglio sarà ad Asti per sottoscrivere, assieme al governatore Alberto Cirio, l’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra l’esecutivo e la Regione. Una firma già messa in calce ad analoghe intese fatte con Campania e Lombardia e che in Piemonte dovrebbe sbloccare fondi per 800 milioni di euro.

“Non ci saremo – proseguono i sindacati – perché non volgiamo avallare le politiche di tagli alla Sanità, alla spesa sociale, alla scuola, al fondo disabilità e a quello per la non autosufficienza che è ciò che lei ha inteso fare con la futura legge finanziaria”. E ancora: “Non ci saremo perché avete deciso di peggiorare la legge Fornero penalizzando i giovani e i futuri pensionati”.  

È un lungo cahiers de doléances quello scritto dai rappresentanti dei lavoratori (ma soprattutto dei pensionati che oggi costituiscono la maggioranza degli iscritti a queste organizzazioni): “Non ci saremo perché, ancora una volta, privilegiate gli evasori avallando l’idea che chi paga le tasse (i lavoratori dipendenti e i pensionati) è uno sciocco e chi non le paga è uno scaltro. Non ci saremo perché la vostra riforma fiscale privilegia le fasce più ricche della popolazione”. “Non ci saremo perché nulla avete fatto per migliorare le condizioni materiali dei lavoratori e dei pensionati e nulla avete fatto per aumentare i salari e le pensioni. Infine, non ci saremo perché alle kermesse nei teatri preferiamo i posti di lavoro dove le persone reali campano con mille o milletrecento al mese e non possono permettersi di andare a teatro”. Le organizzazioni sindacali non saranno neanche in piazza a manifestare. “Lo abbiamo fatto in questi mesi sulle nostre rivendicazioni e non le daremo la soddisfazione di buttarla sul personale”.

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