FINANZA & POTERI

Lo Russo prepara la scalata di Iren

Per i 20 anni di Fct, la finanziaria del Comune di Torino che ha in cassaforte le azioni della multiutility, il sindaco tratteggia un "accordo di sistema" che garantisca pubblico e privato. La prepotenza di Genova e il ruolo della Compagnia di San Paolo

Sono finiti i tempi in cui il Comune di Torino, perennemente in bolletta, metteva in vendita le azioni più preziose del suo portafoglio per fare cassa e ripianare i debiti. E ora che Iren, con l’acquisizione di Egea, diventa un asset ancora più strategico per la città, il sindaco Stefano Lo Russo vuole incrementare il suo peso anche per arginare la protervia di Genova, guidata da Marco Bucci, il più invasivo tra i soci del patto di sindacato. Una strategia tratteggiata questa mattina durante l’happening per i vent’anni di Fct, la cassaforte di Palazzo Civico che custodisce le partecipazioni societarie e gli immobili per un valore netto di 459,6 milioni di euro. E tra queste c’è proprio Iren, la gallina dalle uova d'oro.

Lo Russo lancia l’amo nell’intervento che introduce la tavola rotonda, in cui parla di Fct come potenziale “catalizzatore di soggetti di carattere finanziario che insieme possono fare massa critica”. Cita ad esempio le fondazioni bancarie che “hanno destinato parte delle loro risorse a fare investimenti attraverso società veicolo importanti anche nel settore delle utility, dimostrando che c’è una fiducia strutturale” verso quel mondo in generale e verso Iren in particolare. Di fronte a lui il presidente di Iren Luca Dal Fabbro, regista dell’acquisizione di Egea che oggi è considerato da Torino e Reggio Emilia l’elemento di garanzia in grado di arginare le pretese della Superba.

Nella prima linea dell’azienda si è diffusa in queste ore la voce che al prossimo cda l'amministratore delegato Paolo Signorini  che agisce in nome e per conto di Bucci  si presenterà con un nuovo piano d’investimenti che prevede un incremento su Genova e un taglio per Torino e Reggio Emilia. Come non bastasse ha detto ai quattro venti che Alessandro Marenco, il commercialista di Ovada che avrebbe voluto alla guida di Egea, sarà il prossimo controller del gruppo, lasciando di sasso la prima linea interna della società. Così come starebbe brigando per far assegnare un ruolo dirigenziale a Pietro Paolo Giampellegrini, consigliere di amministrazione (e presidente di Iren Mercato) in quota Toti (è segretario generale della Regione Liguria). Intanto, per dare plasticamente l’idea di come intenda spostare il baricentro di Iren il prossimo 22 dicembre inaugurerà gli uffici genovesi, anche se questi non sono ancora pronti: un piano senza finestre, una striscia di moquette posticcia. Non ha voluto sentire ragioni.

I rapporti tra i soci sono sempre più tesi e forse è proprio per questo che, in vista del rinnovo del patto, Lo Russo si sta muovendo per rafforzare la sua presenza nella compagine societaria del Gruppo anche attraverso partnership strategiche con altri soggetti. Per capire chi siano i soggetti cui si riferisce il primo cittadino del capoluogo piemontese basta scorrere l’elenco dei soci di Iren, finora esclusi dal patto di sindacato. C’è la Compagnia di San Paolo che ha il 3,8% delle azioni (il 4,3% del diritto di voto) e pure Equiter, veicolo finanziario dalle due fondazioni bancarie di Torino, di Banca Intesa e dalla Crc, che è presente in Iren con l’1,5%. Sia Compagnia che Equiter sono soggetti fortemente legati al territorio piemontese e chissà se è proprio a loro che si rivolge Lo Russo quando parla della volontà di “fare sistema” attraverso “partnership finanziarie nel settore core” a cui “Fct è pronta ad aprirsi”.

Nata nel 2003 da una intuizione dell’allora assessore al Bilancio Paolo Peveraro, che oggi ne ha trattacciato un apprezzato excursus storico, Fct è oggi una cassaforte che può contare su un risultato corrente di 21,5 milioni, che salirà a 28,6 tra due anni. “Il 2026 sarà anche l’anno in cui non avremo più oneri finanziari” è l’annuncio dell’amministratore unico Luca Cassiani. Il tutto mentre crescono i dividendi di Iren, per il prossimo anno stimati a 26,2 milioni di euro, e restano stabili quelli di Smat, intorno ai 3 milioni. Che sia lo strumento attraverso il quale Lo Russo vuole scalare Iren?

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