SANITÀ IN PIAZZA

"Adesione record", "Macché un flop". Sciopero medici, guerra sui numeri 

Per i sindacati lo scorso 5 dicembre hanno incrociato le braccia fino all'85% dei camici bianchi. Ma per il ministero la partecipazione non è andata oltre il 2,7. Rivetti (Anaao): "Non vengono conteggiati i precettati". All'Asl di Torino poco più di 500 su 6000 dipendenti

In scioperi e manifestazioni i conti non tornano mai. Ma quello che è un classico, dalla notte dei tempi delle proteste, di cifre abissalmente distanti tra le fonti sindacali e quelle datoriali e delle forze dell'ordine, supera ogni precedente nella recente agitazione di medici e infermieri. Se per i sindacati della sanità l’astensione dal lavoro ha raggiunto, lo scorso 5 dicembre, livelli mai visti con punte dell’85%, diametralmente diversa è la versione del ministero della Funzione Pubblica. Dalle rilevazioni effettuate su un ampio campioni di Asl in tutto il Paese emerge, infatti, che la partecipazione allo sciopero non arriva neppure al 3% fermandosi al 2,7.

Una differenza enorme spiegabile solo in parte con una procedura che, come ricorda la segretaria regionale di Anaao-Assomed per il Piemonte, Chiara Rivetti, “vede le aziende sanitarie e ospedaliere non conteggiare tra gli aderenti allo sciopero i professionisti precettati”. In alcuni settori, come quelli dei Pronto Soccorso, la precettazione spalmata su più turni può arrivare a interessare quattro medici su sei e altrettanto vale per gli infermieri, l’altra categoria che con alcune sigle sindacali ha aderito allo sciopero.
"Le Asl stanno dichiarando numeri assolutamente inattendibili perché, oltre a non calcolare i precettati, considerano come base di calcolo l'intero comparto sanità, sommando medici, infermieri, oss, professioni sanitarie ecc mentre hanno proclamato lo sciopero solo i medici - sottoloinea Rivetti-  con i sindacati Anaao e Cimo ed una sola sigla sindacale degli infermieri Nursing Up. L’adesione dei medici si calcola sui medici , diversamente non è corretto". 

Certo, quello del ministero è ancora un dato provvisorio e basato su un pur ampio campione, ma difficilmente anche alla fine dei conteggi le cifre potranno coincidere. Ulteriore conferma di come, in più di un caso, il dato sindacale appaia un po’ gonfiato arriva da una delle più grandi aziende sanitarie del Piemonte. Se per i sindacati una delle Asl con più alta partecipazione è stata proprio la “Città di Torino”, i dati dell’azienda diretta da Carlo Picco dicono il contrario: su 5.857 dipendenti hanno scioperato in 594. Pur eliminando la parte tecnica e amministrativa si va di poco sopra la doppia cifra. Lontanissimi da quelle punte oltre l’80% rivendicate dai sindacati. 

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