CAMPO LARGO

M5s-Pd, vertice il 4 gennaio. Ma Appendino non ci sarà

Fissata la data del confronto tra i due principali azionisti dell'opposizione a Meloni. Tra diffidenze reciproche e rancori personali parte la trattativa in vista delle regionali in Piemonte. Le premesse non sono delle migliori

Non hanno avuto neanche bisogno di darsi un appuntamento, entrambi sapevano che si sarebbero visti oggi per la seduta a Palazzo Lascaris e lì il segretario del Pd piemontese Mimmo Rossi e la coordinatrice regionale del Movimento 5 stelle Sarah Disabato avrebbero incrociato le agende, assieme ai rispettivi riferimenti nazionali, per individuare la data del primo vertice ufficiale tra i due partiti in vista delle urne. Insomma, esautorati entrambi dal proprio ruolo politico, si ritrovano a vivere il ruolo di “segretari” nell’altra accezione del termine.

Rossi si è attaccato al telefono per verificare la disponibilità di Davide Baruffi, responsabile Enti locali della segreteria Schlein, e Disabato si è messa in contatto con Paola Taverna. Facile che trovassero un buco nei primi giorni dell’anno nuovo, con i lavori dell’aula sospesi e così la data fissata è il 4 gennaio. All’incontro parteciperanno una rappresentanza regionale e una nazionale, con Rossi potrebbe esserci il capogruppo Raffaele Gallo, mentre Disabato dovrebbe essere accompagnata da uno dei suoi due compagni di banco, Sean Sacco o Ivano Martinetti. Poi i referenti nazionali che potrebbero essere proprio Baruffi e Taverna. Chi non ci sarà sicuramente è invece Chiara Appendino, men che meno  Giuseppe Conte o la stessa Schlein. Restano, almeno per ora, fuori dal tavolo coloro che avranno l'ultima parola.

Sarà campo largo? A giudicare da come lo hanno arato le due forze, in ultimo le accuse reciproche sulla Tav, forse l’elemento più divisivo tra dem e pentastellati, le possibilità sembrano piuttosto ridotte, ma se da una parte Conte non riconosce il ruolo di federatrice alla Schlein, dall’altra non può neanche passare per il guastatore dell'opposizione, incapace a giocare di squadra e pronto a correre da solo per racimolare qualche decimale in più, relegando le minoranze a uno stato di opposizione perpetua. “Uniti si vince” è il mantra che ripetono a più riprese dal Nazareno per metterlo alle strette e uniti – Pd e 5s – ci vanno solo dove il candidato è grillino, cioè Alessandra Todde in Sardegna, per quanto la candidatura di Renato Soru rischi di drenare buona parte del suo consenso. Doveva essere scambio con l’isola e invece le trattative sono ancora in corso con le diffidenze reciproche e l’astio che caratterizza il rapporto tra Appendino e il suo successore Stefano Lo Russo, che per lei è “il principale promoter di Alberto Cirio”. E se queste sono le premesse...

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