Centro unito. Alle europee e regionali

C’è un solo modo per qualificare e rafforzare il Centro politico e, di conseguenza, la competizione con la destra, la sinistra e i populisti. E questa ricetta, molto semplicemente, è coltivare a garantire l’unità di questo luogo politico. Sia nelle consultazioni locali più rilevanti come, ad esempio, le prossime elezioni regionali e sia, soprattutto, a livello europeo. Del resto, che senso avrebbe far parte – parlando del livello europeo – dello stesso gruppo politico e poi, a livello nazionale, dividersi di fronte all’elettorato in più liste. Solo un dilettante incallito o uno sprovveduto radicale potrebbe pensare che questa sia la miglior strada da percorrere. E questo perché ci sarebbero ragioni personali inamovibili, vendette personali da consumare e pregiudiziali ad personam insuperabili. Insomma, un armamentario che appartiene ad una dimensione adolescenziale della politica se non addirittura patrocinata da chi ha una instabilità psicologica incompatibile con l’attività politica. Perché un conto è avere dissapori e divergenze attorno a come si doveva gestire il progetto dell’ormai ex terzo polo. Altra cosa, e ben più grave, è quella di perseverare in un disegno autodistruttivo che avrebbe come unico epilogo quello di favorire proprio quelli che si vuole contestare e legittimamente contrastare. E cioè, la sinistra radicale e massimalista della Schlein e il sovranismo leghista e di altri settori della destra.

Ecco perché, soprattutto adesso, servono comportamenti coerenti, lineari e trasparenti. E cioè, basta con la concezione adolescenziale della politica e sì, invece, ad atteggiamenti che hanno l’unico ed esclusivo obiettivo di rafforzare e consolidare l’area centrista e, al contempo, una seria e credibile “politica di centro”. Se, ad esempio, sul versante della Regione Piemonte la potenziale lista civica del Presidente Cirio può essere la casa naturale per chi coltiva questo obiettivo politico, è di tutta evidenza che a livello europeo – consultazione straordinariamente importante dopo la vittoria del centro destra nel settembre de 2022 e il Governo presieduto da Giorgia Meloni – le forze, i movimenti, i partiti e i gruppi centristi devono unirsi sotto un’unica lista. Ma non perché lo esige anche il buon senso ma perché, oggettivamente, resta l’unica via per riaffermare le ragioni politiche, culturali e programmatiche del Centro. A livello nazionale e a livello sovranazionale, cioè europeo.

Sotto questo versante, deve prevalere la politica. Ovvero, i contenuti politici e la progettualità politica. Non si è mai visto, del resto, che chi vuole invertire la rotta di un contesto politico, purtroppo ancora caratterizzato da un maldestro bipolarismo che provoca solo una progressiva ed inarrestabile radicalizzazione della lotta politica, lavori per consolidare appunto quella deriva. Sarebbe una sorta di eterogenesi dei fini difficilmente comprensibile e destinata ad essere severamente punita dagli stessi elettori. Forse sarebbe il caso di imparare, e molto, dalla cosiddetta vecchia, ma antica e saggia politica della prima repubblica. Ovvero, anche quando c’erano oggettivi ed aspri conflitti politici – penso, per fare un solo esempio concreto, alle correnti della Democrazia Cristiana – alla fine prevaleva sempre l’unità del partito quando si trattava di far vincere un determinato progetto politico. C’è da augurarsi che anche nel campo del Centro, seppur minato da qualche eccessiva incomprensione, adesso prevalga la cultura del buonsenso e della responsabilità politica. Non solo per il futuro e la prospettiva del Centro ma, soprattutto, per un una nuova e rinnovata qualità della nostra democrazia.

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