CAPODANNO DI FUOCO

Pozzolo, smentita dei carabinieri: "Nessun diniego sul porto d’armi"

Le forze dell'ordine non espressero parere negativo al rilascio ma dichiararono di non possedere "elementi utili di valutazione" sui reali rischi che correva il deputato di FdI. Infatti, che l'onorevole pistola fosse nel mirino del terrorismo islamico era semplicemente ridicolo

Non ci sarebbe stato alcun parere negativo del comando provinciale dei carabinieri di Biella per il rilascio del porto d’armi al deputato Emanuele Pozzolo contrariamente a quanto riportato da alcuni giornali. La precisazione delle forze dell’ordine è arrivata oggi proprio mentre stava montando la polemica, alimentata dall’intenzione manifestata da alcuni parlamentari di opposizione di chiedere al Governo chiarezza sull’operato della Prefettura biellese: il comando provinciale ha comunicato solo “di non essere in possesso di elementi utili di valutazione” in ordine alle esigenze rappresentate dal parlamentare che aveva il porto d’armi per difesa personale da metà dicembre.

L’indiscrezione di stampa aveva evidenziato come fossero trascorse solo circa due settimane quando è avvenuto l’incidente della notte di Capodanno, in cui un proiettile sparato accidentalmente dalla sua pistola a una festa a Rosazza, nel Biellese aveva ferito uno dei presenti, il cognato del caposcorta di Andrea Delmastro, anch’egli presente al cenone. Altre armi, come già noto, Pozzolo le aveva nella sua casa di Vercelli, in forza del porto darmi per uso sportivo di cui era già in possesso. La richiesta di parere era stata indirizzata ai militari di Biella, competenti per territorio, in quanto il parlamentare dall’autunno del 2022 aveva stabilito la sua residenza a Campiglia Cervo, quindi in zona, il paese vicino a Rosazza, luogo della festa di fine anno. La motivazione della richiesta del porto d’armi per difesa risulterebbe nel timore di ritorsioni in seguito alla partecipazione a un convegno sulla situazione dei cristiani in Iran.

Sabato scorso, in un colloquio con il Foglio, il parlamentare era tornato sulla vicenda. “Dentro Fratelli d’Italia stanno accadendo cose strane, si cerca di uccidere me per salvare altri”, aveva spiegato Pozzolo quasi sottoscrivendo le obiezioni sollevate da Matteo Renzi in Aula al Senato giovedì. In una interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla notte di Capodanno in cui un colpo è partito dall’arma del deputato di FdI (ormai sospeso da gruppo e partito) durante una cena con Delmastro, il leader di Iv giudicava infatti non credibile il racconto del sottosegretario, che nel cuore della notte ha detto di essersi allontanato da solo per andare a buttare l’immondizia mentre la scorta rimaneva nella sala del veglione. «È un momento complesso ma confido che la verità emerga», aveva evidenziato nel colloquio Pozzolo confermando di voler parlare solo con i giudici, come ha detto fin dal primo giorno. “E in quella sede uscirà fuori la verità, tutta la verità. E combacerà con la mia, con i fatti di quella notte. Ora sembra che si voglia tutelare più una terza persona, e buttare giù dalla torre me”, aveva concluso.

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