VERSO IL VOTO

Pd nel vortice delle correnti, ora riaccende il caminetto

Di fronte all'impasse su regionali ed europee, il segretario piemontese Rossi convoca i maggiorenti per trovare una via d'uscita. Preoccupa il duello tra Valle e Gribaudo, ma ancora di più l'assenza di candidati nella corsa per Bruxelles

“Alla fine la patata bollente ce la ritroveremo noi”. Il tavolo con il Movimento 5 stelle è rimasto vuoto fino a data da destinarsi e le trattative proseguono a Roma, le speranze di un’intesa sono asintoticamente prossime allo zero, il tempo che manca alle elezioni sempre meno e nel Pd piemontese lo sconcerto si sta trasformando in frustrazione per un’altra tornata elettorale che produrrà l’ennesima analisi della sconfitta. Elezioni regionali ed europee restano due nebulose: da una parte i candidati sono troppi, dall’altra non ce ne sono. Con o senza grillini, prosegue il testa a testa tra Daniele Valle e Chiara Gribaudo: il Pd non ha ancora deciso chi dei due rappresenterà il centrosinistra alle prossime regionali e neanche sa come fare a scegliere, dal momento che nessuno dei due si è rivelato determinante nella missione dichiarata di allargare il perimetro della coalizione. Per contro, il possibile dirottamento di Gribaudo nella corsa per Bruxelles ha raffreddato le ambizioni di altri possibili candidati e ora nel Pd è allarme rosso: “Il Piemonte rischia di non avere un suo rappresentante forte in lista”.

Il problema è ben chiaro al Nazareno dove il dossier europee è nelle mani di Igor Taruffi, responsabile dell’Organizzazione di Elly Schlein. “Ovunque il problema è dire dei no, anche difficili, per il Piemonte è l’opposto” dice una fonte ai margini del tortellino magico. C’è un problema di rappresentanza per la comunità dem regionale ma anche per il nazionale che rischia di andare alle urne senza il traino di candidati forti in una regione di oltre 4 milioni di abitanti che già alle scorse elezioni era rimasta a bocca asciutta (Mercedes Bresso è subentrata da pochi mesi dopo le dimissioni di Pierfrancesco Majorino).  

Da questa analisi partirà il segretario Mimmo Rossi per iniziare un giro di consultazioni che coinvolgerà i vertici istituzionali e politici del Pd piemontese. Una road map che verrà annunciata nella segreteria di lunedì. Dai sindaci ai parlamentari e consiglieri regionali, mentre parallelamente prenderà corpo un tavolo di confronto attorno al quale siederanno i rappresentanti di tutte le correnti. Non è un modo per svuotare gli organismi del partito, ha tenuto a precisare con i suoi interlocutori, piuttosto è il tentativo di evitare una crisi al buio, visto che la direzione oggi è spaccata in due tra mozione Schlein – compatta su Gribaudo – e mozione Bonaccini, tutta su Valle. Serve una composizione politica e per trovarla torna fatalmente il caminetto. I rappresentanti del gruppo Schlein sono la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, l’assessora torinese Chiara Foglietta e il deputato ex Articolo 1 Federico Fornaro, con l’aggiunta di Andrea Giorgis, in quota Cuperlo, ma comunque sostenitore di Schlein alle primarie. Dall’altra parte dovrebbero esserci i consiglieri regionali Raffaele Gallo e Monica Canalis, un altro assessore del capoluogo, Mimmo Carretta, e l’ex vicepresidente del Consiglio comunale torinese Enzo Lavolta. A loro si aggiungeranno il segretario stesso e la presidente del partito Nadia Conticelli.

Da questo percorso dipenderanno tempi e modalità di convocazione dell’assemblea regionale, organismo che avrà il compito di sancire un’intesa complessiva a meno di uno sblocco (improbabile) delle trattative romane.

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