VERSO IL VOTO

Europee, Schlein trova (la) Strada. Piemonte in cerca di una donna

La segretaria sempre più decisa a candidarsi: capolista ovunque o collocazione "variabile" per trainare qualche fedelissimo? Nel Nord-Ovest c'è la figlia del fondatore di Emergency. Area Bonaccini in gran spolvero con Gori, Benifei, Pizzul, Fiano e Maran

Mentre nel Pd sono impazienti di sentire parole chiare e, magari, pure ricevere qualche indicazione sulle candidature alle Europee, ella, cioè Elly, prosegue nella fanfola, la lingua che al Nazareno ormai ha sostituito il politichese. “Non abbiamo novità. Devo dire la verità, sono stata chiara fin dall’inizio: in questo momento stiamo costruendo il progetto, lo stiamo costruendo nell’ascolto delle parti sociali e delle associazioni in giro per il Paese. Poi verrà la squadra e da ultimo farò le mie valutazioni”, ha detto ieri sera a diMartedì, la segretaria dem. E, giusto per rendere più chiaro il suo pensiero, si è inerpicata sulle vette inarrivabili del bersanese: “Non siamo mica qui a usare le stringhe come filo interdentale, bisogna fare l’alleanza”, ha aggiunto Elly Schlein a proposito del contrastato rapporto con i 5 Stelle.

In realtà, “ti candidi o no” non è solo una stucchevole tiritera utile a ingannare il tempo, ma come ben sanno nel partito è questione dirimente nella composizione delle liste. L’unica certezza è che si candiderà. Come e quando rimane un enigma. I dirigenti nazionali e locali attendono un segnale per fare partire la campagna elettorale e, intanto, fremono ai blocchi di partenza. La leader dem ha avviato un tour in sei tappe che la porterà a toccare tutte le circoscrizioni elettorali. Una per ogni tema della campagna. La prima è stata quella di Cassino, al centro. Seguiranno quelle in Sicilia, circoscrizione isole, dove si parlerà di diritti, migranti, antimafia e carceri. Nella circoscrizione Sud spazio all’autonomia differenziata. Innovazione positiva e redistribuzione delle opportunità nel Nord Est, mentre Europa e politica internazionale nel Nord Ovest. Tappa poi a Bruxelles, dove si parlerà di riforme. Il dossier è in mano alla coordinatrice della segreteria Marta Bonafoni. Solo al termine di questo viaggio tematico si tireranno fuori dal cilindro i nomi. A cominciare da quella della segretaria. Sarà lei capolista ovunque oppure, come qualcuno ha ipotizzato, prevarrà uno schema “a geometria variabile”, prevedendo la sua collocazione “mobile” nelle liste per avvantaggiare uomini ma soprattutto donne a lei più vicine? Perché questo, in fondo, è il vero tema: riuscire a portare a Bruxelles una pattuglia di fedelissimi, visto che al momento tra uscenti e aspiranti a entrare quasi tutti appartengono ad altre aree del partito.

Nel Nord-Ovest dovrebbe esserci Cecilia Strada, la figlia del fondatore di Emergency, scomparso nel 2021. Un’accoppiata che, se confermata, escluderebbe definitivamente dalla corsa per Bruxelles Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del partito, che ha sempre vincolato la sua eventuale candidatura a una posizione da capolista, o almeno nella testa di lista. “Non c’è spazio” è ciò che la deputata al terzo mandato di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) ripete da settimane a chi le chiede perché abbia deciso di virare il suo sguardo su Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte.

Finora in Piemonte nessuno si è fatto avanti, mentre in Lombardia già stampano i santini. I big hanno iniziato a muoversi con largo anticipo, a partire dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Oltre a lui ci sono almeno altri due campioni delle preferenze in corsa: l’assessore a Milano Pierfrancesco Maran e il consigliere regionale Fabio Pizzul, figlio del noto telecronista sportivo e gran collettore di voti nell’area degli ex Popolari. Tra i favoriti anche l'uscente Irene Tinagli, liberal, che cinque anni fa era approdata in Europa grazie al sostegno di Matteo Renzi e Carlo Calenda ma che oggi viene vista quasi come un corpo estraneo dal nuovo corso. In Liguria fari puntati sull’uscente Brando Benifei. Quasi tutti uomini e tutti sostenitori di Stefano Bonaccini alle primarie scorse, per questo sono nomi che hanno fatto scattare un alert nel quartier generale del Pd romano.

Una donna piemontese potrebbe provare a inserirsi in questa partita, meglio ancora se legata all’area Schlein, così da poter contare sul sostegno di figure come Pierfrancesco Majorino, che mal sopporterebbero l’idea di sostenere gli ex renziani lombardi. Tra i nomi che circolano quelli dell’assessora di Torino (ex consigliera e assessore regionale) Gianna Pentenero, che alle primarie ha appoggiato la segretaria dem, e quello dell’ex sindaco di Alessandria Rita Rossa (area Bonaccini), ma nessuna delle due ha ancora sciolto le riserve.

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