LA SACRA RUOTA

Il disimpegno industriale di Elkann. Investimenti o l'automotive muore

A dispetto delle promesse Exor, la finanziaria della Famiglia, ha rinunciato al suo ruolo in Stellantis. Le pressioni di Tavares, giocate con la cassa integrazione, sul Governo per ottenere aiuti pubblici. L'analisi dell'ex leader delle tute blu della Cisl Bentivogli

“La governance di Stellantis è tutta concentrata a Parigi, Exor è andata accentuando il suo disimpegno diventando sempre meno protagonista e Carlo Tavares sta stressando la situazione in tutti gli stabilimenti per ottenere finanziamenti pubblici”. Un quadro a tinte fosche, ma dove non serve accentuarne alcuna, quello che con la nettezza che gli è propria Marco Bentivogli tratteggia di fronte all’annuncio di altri due mesi di cassa integrazione per le maestranze di Mirafiori. L’ex leader delle tute blu della Cisl non usa giri di parole per puntare il dito contro quelli – politici, sindacalisti e opinionisti – che anni fa non esitarono a schierarsi contro Sergio Marchionne e oggi, con i francesi al comando, hanno messo la sordina, “come si faceva ai tempi della vecchia Fiat”.

Oggi come allora arriva la cassa integrazione e le richieste di aiuto al Governo. E Mirafiori, che in concreto oltre che simbolicamente rappresenta qualcosa di più della Fiat, di Stellantis pare avviarsi a un declino, figlio del disimpegno. Lei che opinione si è fatto di quel che sta succedendo?
“La Cinquecento elettrica è un buon prodotto, Il problema è che l’Italia ha ancora una scarsissima infrastrutturazione per l’elettrico. Il tema grande poi è che in Italia non si producono batterie. C’è lo spazio gigantesco di Mirafiori, ma fronte di tanti annunci i gigafactory oggi siamo al palo”.

Ci saranno pure responsabilità precise, per questo. Dove trovarle? 
“Quello che si vede è un disimpegno dentro stellantis da parte di Exor. Quando si fece il combination agreement all’inizio del matrimonio con Psa la partenza del percorso era quasi paritaria, poi si arrivò nel 2021 con Exor sempre meno protagonista e i Governi che cambiarono almeno due volte, completamente assenti dalla partita”.

Tavares con l’annuncio della cassa integrazione alza la posta per aiuti pubblici?
“Sì, credo che in tutti gli stabilimenti Tavares stia stressando la situazione per ottenere finanziamenti pubblici. Credo, invece, sia importante agire come si fece con Marchionne, senza chiedere denaro pubblico, trovando le soluzioni con i sindacati. Tavares dice che costa troppo produrre in Italia, ma l’obiettivo mi pare sia quello di ottenere aiuti dallo Stato. E questo non va bene, se non ci sono garanzie”.

Lei è contrario agli aiuti pubblici?
“La questione non è se dare o no incentivi, ma se esiste e si governa una strategia, se ci sono impegni chiari e assunzioni di responsabilità. Oggi solo una cosa è certa, la governance è tutta centralizzata a Parigi questo è il problema principale”.

Stellantis va molto bene finanziariamente, ma mette in cassa integrazione i dipendenti di Mirafiori e batte cassa al Governo, non è un paradosso impossibile da accettare?
“Stellantis finanziariamente va benissimo, ma a dicembre Volkswagen ha superato Fiat in Italia nelle vendita, cosa che non accadeva dal 1928, mentre in Spagna Stellantis ha superato Volkswagen . Oggi in Italia produciamo la netà delle auto che si producono in Slovacchia, siamo diventati l’ottavo produttore di auto. Con 550mila auto prodotte rischiamo la scomparsa del settore. Per gran parte della componentistica si dipende dalla Germania, non produciamo batterie e rischiamo di restare schiacciati tra Tesla che non conosce diritti sindacali e la Byd cinese che apre il suo primo stabilimento europeo in Ungheria”.

Ci sarà un sistema per uscire da questa morsa e dalle richieste di Stellantis, prima che sia troppo tardi? 
“Innanzitutto guardare in faccia la realtà. A dispetto dei programmi legati al Wcm, tutta l’innovazione annunciata è stata gettata alle ortiche e oggi abbiamo stabilimenti che invece di andare avanti vanno indietro. Exor non ha esercitato prerogative industriali è questo è il risultato”.

Ricorda quando molti accusavano Marchionne di fare solo finanza… 
“Ed era, come si è dimostrato, un’accusa falsa, mentre è oggi che accade proprio quello che si denunciava allora, senza che nessuno alzi un dito”.

Bentivogli, che futuro vede per Mirafiori?
“Mirafiori dovrebbe verticalizzare la produzione, avvicinando quella dei componenti e delle batterie, in questo potrebbe giocare un ruolo il Competence Center di Torino insieme ai migliori centri di eccellenza, per evitare di continuare ad acquistare batterie in Corea. E guardare ad esperienze positive, sempre che ci sia la volontà di farlo. Prima di Marchionne la Fiat era dopata di aiuti di Stato, poi con il suo arrivo si rilanciarono gli investimenti, riaprirono stabilimenti ingolfati da cassa integrazione”.

C’è bisogno di un secondo produttore di auto in Italia, come pare stia cercando il ministro Urso?
“Senza nuovi investimenti alternativi a Stellantis, con quelle 500mila auto prodotte il settore rischia di scomparire”.

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