FINANZA & POTERI

Villa Arzilla in Compagnia, Profumo vuole due 86enni

Le dimissioni anticipate del presidente lasciano il comitato di gestione, già ridotto per la scomparsa di Barberis, nelle mani di Ventrella. L'ex ministro briga per cooptare dal consiglio Filippi e Quadrio Curzio. Irritazione crescente negli enti rappresentati

Le dimissioni anticipate e postdatate di Francesco Profumo dalla presidenza della Compagnia di San Paolo se paiono risultare vane per spalancare all’ex ministro del governo con il loden le porte di Intesa Sanpaolo, certamente aprono più di una questione nella fondazione di corso Vittorio Emanuele. Bruciare i tempi, abbreviando la sua uscita di scena dalla cassaforte piemontese, per garantirsi quell’anno di freezing necessario per potersi accomodare sulla prestigiosa e ben remunerata poltrona oggi (e probabilmente per ancora un bel po’) da Gian Maria Gros-Pietro ha prodotto, come noto, il risultato della doccia gelata da parte del ceo della banca Carlo Messina. “La presidenza di Intesa Sanpaolo oggi è in ottime mani, la continuità garantisce di evitare rischi di governance”. Parole inequivocabili quelle di Messina che non ha mancato di offrire il viatico a Profumo, “una figura che può assumere qualunque tipo di responsabilità apicale nel nostro Paese. Farò di tutto perché abbia posizioni importanti dappertutto”. Tranne – è il non detto sottinteso – quella a Ca’ de Sass.

Un colpo inatteso, ma incassato con abile fair play dall’ex rettore del Politecnico, il quale, però, deve ora tenere botta ai malumori che la sua scelta sta provocando, anche nella gestione della delicata fase della successione e del contestuale rinnovo degli organi della fondazione. Dal prossimo 22 febbraio, data in cui le sue dimissioni saranno effettive, la Compagnia sarà formalmente presieduta fino all’insediamento dei nuovi amministratori dalla vicepresidente Rosanna Ventrella, la quale si troverà però con un comitato di gestione ridotto da cinque e tre componenti. Oltre al posto che verrà lasciato vuoto da Profumo, l’improvvisa scomparsa, pochi giorni fa, dell’ex manager Fiat Alessandro Barberis ha ulteriormente assottigliato il board, che sarebbe quindi composto oltre che da Ventrella, da Carlo Picco e Nicoletta Viziano

Una situazione che, oggettivamente, indebolisce la fondazione proprio in vista della delicata partita delle nomine per il nuovo consiglio generale, oltre che per il futuro presidente e lo stesso comitato di gestione. Partita complessa e che, dunque, richiederebbe un organo pienamente composto anche se per il breve periodo che separa dai rinnovi previsti ad aprile. Se sotto il profilo statutario nulla osterebbe a procedere a ranghi ridotti, è comune opinione tra gli enti che sia opportuno colmare quei vuoti di peso, anche a supporto della stessa vicepresidente, il cui profilo è giudicato “troppo fragile”.

Proprio per rimediare a questa situazione Profumo starebbe lavorando a una soluzione che avrebbe già chiara in mente e che però non sarebbe ben accolta da buona parte degli enti rappresentati nel consiglio generale. Da lì il presidente con le valigie intenderebbe cooptare nel comitato di gestione due giovini virgulti, entrambi ottantaseienni: Enrico Filippi, già presidente della Cassa di Risparmio di Torino e il milanese Alessandro Quadrio Curzio. Una soluzione che starebbe provocando più di un aggrottamento di sopraccigli nelle ovattate stanze del potere subalpino, dove proprio da buona parte degli appena citati enti arriverebbero almeno due nomi alternativi: quelli di Vincenzo Ferrone, indicato dal Comune di Torino e Antonio Mattio, attuale presidente dell’Ance (l’associazione dei costruttori) designato dalla Regione Piemonte in sostituzione di Picco, quando il direttore generale dell’Asl Città di Torino è entrato nel board. Nel caso della cooptazione di Mattio si avrebbero, seppur per un breve lasso di tempo, due “rappresentanti” della Regione nel comitato di gestione. Un’ipotesi che potrebbe creare qualche problema e, dunque, non è da escludere che si vada su un altro schema. Trattative informali che vedrebbero già al lavoro una diplomazia riservata, ma a quanto risulta, tesa a non lasciare il campo totalmente al solo presidente che già aveva spiazzato non poco con la sua decisione di lasciare anzitempo l’incarico. 

Una mossa, quella di Profumo, che non sta mancando di provocare forti irritazioni, non foss’altro da parte di chi ricorda come proprio lui che ha voluto imporre il limite di età a 70 anni per il presidente e 75 per i consiglieri, adesso è pronto a cooptare nel comitato di gestione, alle prese con un passaggio delicato e complesso, due ultraottuagenari. 

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