BLACK BROTHERS

Contrordine camerati, "l’ospedale di Torino va bene alla Pellerina"

Prima dicono una cosa, poi se la rimangiano. Vogliono cavalcare l'onda e finiscono annegati. Così le schermaglie in Fratelli d'Italia diventano show sull'edilizia sanitaria. E dopo le liti arriva pure il selfie, ma Crosetto Jr è sempre più isolato

Mettici un capogruppo ormai esautorato, un partito balcanizzato in correnti e un assessore che briga da mesi per ottenere la delega alla Sanità al prossimo giro in Regione. Gli ingredienti ci sono tutti per creare il cortocircuito che ieri, in Consiglio comunale a Torino, ha portato il gruppo di Fratelli d’Italia prima a dire e poi a smentire. È durata un paio d’ore la presa di posizione dei consiglieri Ferrante De Benedictis ed Enzo Liardo contro la collocazione nell’area del Parco Pellerina del nuovo ospedale di Torino. Poi è arrivato l’ordine, anzi il contrordine, e con esso la smentita: “La nostra posizione è in linea con quella della Regione Piemonte, che ha indicato l’area antistante il Parco della Pellerina per la costruzione del nuovo Maria Vittoria”. Ma cosa è successo in quelle poche ore tra gli annunci bellicosi e il riallineamento?

Il capogruppo in questione è Giovanni Crosetto, nipote d’Italia, una carriera fulminea all'ombra dello zione ministro, candidato in pectore per uno scranno a Palazzo Lascaris (con tanto di ipotesi paracadute nel listino se le preferenze non bastassero). Ieri era in ritardo per il Consiglio e così i suoi due compagni di banco viaggiavano a briglia sciolta. De Benedictis, in particolare, si è lasciato andare nei corridoi a qualche considerazione sul nuovo ospedale di Torino che sorgerà in un'area del parco Pellerina.

Sono le 14,30, si è appena svolta la trattazione delle interpellanze e l'esponente di FdI ammette che “anche noi”, riferendosi a lui e al collega Liardo, entrambi afferenti alla corrente che fa capo alla deputata Augusta Montaruli e all’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone, siamo contrari a “farlo lì”. Tira pure fuori la delibera di iniziativa popolare del comitato “Salviamo la Pellerina” contro il nuovo ospedale, annunciando di volerla votare. Prima del Consiglio, De Benedictis ha un breve colloquio telefonico con Marrone nell’anticamera della Sala Rossa, ma il voto sulla delibera “popolare” viene rinviato alla settimana prossima, come spiega il consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Russi che la sostiene.

Con questa posizione, De Benedictis e Liardo salderebbero un asse con i pentastellati e aprirebbero una faglia nel centrodestra. Per Marrone sarebbe il modo per pungere l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e ridimensionare ulteriormente il povero Crosetto. D'altronde sono mesi che viene aggirato dai colleghi, De Benedictis sa bene che ha fatto di tutto per impedire il suo subentro dopo le dimissioni di Paola Ambrogio. L'ultima crisi risale a due settimane fa quando Crosetto si ritrovò a rincorrere gli altri due su Askatasuna, che gli bagnarono il naso con un comunicato (assieme a Marrone e Montaruli) in cui proponevano il referendum abrogativo contro il percorso di legalizzazione intrapreso dal sindaco Stefano Lo Russo.

Ore 16,30. Alla buvette i due Fratelli ridisegnano il volto di Torino Nord piazzando qua e là il nuovo Maria Vittoria. Sembrano Totò e Peppino che giocano a risiko. De Benedictis pensa all’area Thyssen, di proprietà dei privati e improvvisandosi sceriffo lancia il cuore oltre l'ostacolo: “Andiamo di acquisizione o esproprio”. Per Liardo Thyssen è un’area infattibile, deve ancora cominciare la bonifica e “non sappiamo cosa troveranno là sotto, è un vaso di Pandora”. Entrambi sono preoccupati dal consumo di suolo, con vago afflato ecologista. Molto meglio gli spazi dell’ex Mattatoio in fondo a corso Ferrara che hanno perso il calcolo costi/benefici con la Pellerina, ma soltanto di mezzo punto, precisa Liardo un po’ dubbioso. Gli stessi dubbi del grillino Russi. In tutto questo aggiungono en passant che “loro non vogliono creare problemi alla Regione” in una sorta di excusatio non petita. D’altronde, lo studio di progettazione è solo uno “studio di fattibilità”, come dice De Benedictis: magari, dopo le verifiche tecniche e il confronto coi cittadini, ci si renderà conto che non è fattibile.

Ma quando lo Spiffero pubblica l'articolo con le loro farneticazioni, Crosetto dà di matto e si attacca al telefono. Con l'aiuto di qualche federale del partito fa rientrare la crisi: di colpo Marrone non ne sapeva niente. A dimostrazione di una ritrovata compattezza i tre fanno circolare una foto insieme con tanto di smentita in cui Liardo e De Benedictis si rimangiano quanto affermato per ore davanti ai colleghi. Abbiamo scherzato, anzi “le parole del consigliere Liardo si riferivano ad un momento nel quale la decisione non era ancora stata presa”. E ancora: “Per quanto riguarda la proposta di deliberazione popolare che chiede di spostare il nuovo ospedale tramite una variante al piano regolatore, non ci sarà alcun appoggio da parte del nostro gruppo, che voterà contro senza esitazioni”. Fino al prossimo scazzo.