FINANZA & POTERI

Palenzona benedice Azzone
e lancia un'opa su Cdp

Il presidente di Crt verso la nomina a numero due in Acri con la delega al bancomat di Stato. Il disgelo con il grande vecchio della finanza bianca lombarda Guzzetti e lo stretto rapporto con il meloniano Fazzolari. Oggi la riunione delle fondazioni del Nord Ovest a Torino

“A Fabrizio Palenzona non interessa sapere chi farà il presidente sotto di lui”. La battuta circolò anni fa, quando Furbizio stava per assumere il ruolo di vice al vertice di Unicredit, ma resta pur sempre attuale. Non tanto per la prevaricazione che il camionista di Tortona, vecchia scuola democristiana, non ha mai esercitato consapevole del fatto dell’inutilità delle prove di forza, quanto per descrivere il peso che egli ha sempre saputo e continua a saper esercitare anche in posizioni apparentemente subordinate. E non può che sovvenire quella caustica descrizione dell’abilità con cui, da decenni, si muove il camionista di Tortona proprio alla vigilia dell’ennesima sua mossa sullo sdrucciolevole terreno tra finanza e politica. Tanto più se la partita che si gioca riguarda due strutture chiave del sistema finanziario come l’Acri e Cdp. E proprio nell’incrocio delle rispettive posizioni di vertice Palenzona s’appresta a giocare un ruolo, ancora una volta, tutt’altro che di comprimario, men che meno di solo spettatore sia pure in tribuna d’onore.

Dopo il passo indietro rispetto alle non nascoste ambizioni di succedere a Francesco Profumo nella carica che fu, per quasi vent’anni, il regno di Giuseppe Guzzetti, proprio con quest’ultimo Big Fabrizio avrebbe smussato anche le ultime asperità, favorendo l’ascesa di Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo, al vertice della potente associazione tra le fondazioni di orgine bancaria e le Casse di Risparmio. Da Guzzetti, grande vecchio della finanza bianca lombarda, Palenzona avrebbe ottenuto il viatico per provare a condurre verso la presidenza di Cassa Depositi e Prestiti Gaetano Miccichè, attuale presidente della divisione Imi di Intesa Sanpaolo e top manager assai gradito quale successore di Giovanni Gorno Tempini al vertice della cassaforte pubblica dal potente sottosegretario di Palazzo Chigi e ipermeloniano Giovanbattista Fazzolari.

Un accompagnamento, quello di Miccichè, che il presidente di Fondazione Crt potrà porre in essere assai più agevolmente dalla posizione che si sta prefigurando per lui proprio in Acri. Più di un rumors dagli ambienti delle fondazioni dà per quasi certa la prossima nomina di Palenzona a vice di Azzone, con la pesante e strategica delega proprio a Cdp. Nomina che, facilmente, sarà argomento nei conciliaboli a latere della riunione che si svolgerà oggi a Torino tra i vertici delle fondazioni del Nord-Ovest, anfitrione Palenzona e ospite d’onore proprio Azzone, formalmente in veste di attuale vice di Profumo. In realtà si muove quale presidente in pectore di Acri, sia pure per un mandato ridotto a soltanto un anno, ma che in agenda avrà appuntamenti molto importanti, tra cui proprio il rinnovo della presidenza di Cassa Depositi e Prestiti di pertinenza delle fondazioni.

E, dunque, altro che spettatore sia pure di rango. Palenzona è pronto a giocare la sua ennesima partita da king maker, con il ruolo chiave di vicepresidente con la delega al bancomat di Stato dove è pronto a piazzare il fratello dell’ex parlamentare di Forza Italia e già presidente dell’assemblea regionale siciliana, sodisfacendo i desiderata di Fazzolari e si presume della stessa leader Giorgia Meloni per la quale Big Fabrizio non rinunciò a spellarsi le mani in applausi nella masseria di Bruno Vespa l’estate scorsa. E guardando al passo indietro fatto per favorire Azzone all’Acri e quello avanti per portare Miccichè al vertice i Cdp è difficile non ricordare quella battuta, che resta sempre attuale, su Furbizio

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