ECONOMIA DOMESTICA

Prezzi e mutui su, vendite in calo. Mercato immobiliare batte la fiacca

Nei primi nove mesi dell'anno scorso i volumi sulle compravendite legate alle case sono calati dell'11,8% rispetto al 2022. Costi in aumento tra il 2 e il 3%. Piemonte in linea con i dati nazionali. Solo Biella in controtendenza. La fotografia della Fiaip

Aumentano i prezzi delle case e diminuiscono le compravendite. Gli alloggi costano di più, mettici anche che i tassi d’interesse dei mutui si sono alzati, e la prudenza consiglia di attendere per traslocare, se proprio non se ne può fare a meno. A livello nazionale le compravendite concluse nei primi nove mesi sono state 507.879 il -11,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. I prezzi delle case, invece, hanno visto un generalizzato aumento dei prezzi medi al metro quadro, che varia da città a città e da zona a zona, ma che oscilla tra il 2% e il 3%”.

È la fotografia del mercato immobiliare scattata dalla Fiaip, la Federazione degli agenti immobiliari. Il focus sul Piemonte indica dati in linea con quelli nazionali. Le case vendute sono state 45.141 (-10,6% rispetto allo stesso periodo del 2022). Tutti i tre trimestri presi in considerazione mostrano una diminuzione nel numero di vendite concluse (nel primo una flessione del 7%,  nel secondo del 12,6%,  nel terzo dell’11,7%). Si tratta del primo calo negli scambi residenziali dopo l’eccezionale slancio registrato nel biennio scorso.

“Il rallentamento del mercato immobiliare aveva già iniziato a presentarsi con la fine del 2022 e si è fatto progressivamente più significativo nel 2023 – commenta il presidente di Fiaip Piemonte, Marco Pusceddu –. Come da previsioni, i volumi venduti stanno gradualmente tornando in linea con quelli del 2019, pur mantenendosi su livelli più alti di quelli registrati prima del Covid”. “L’erosione del potere di acquisto e l’aumento dei tassi di interesse hanno penalizzato il comparto: c’è stata più difficoltà ad accedere al credito e l’inflazione ha determinato maggiore prudenza, incertezza economica e minore disponibilità di spesa – proseguePusceddu –. La diminuzione delle compravendite si è accompagnata alla frenata dei mutui che, a livello nazionale, ha sfiorato il -30%. Una difficoltà che si è tradotta anche nello spostamento di parte della domanda, il 5 o il 6%, verso il mercato della locazione con un conseguente aumento dei canoni di affitto.

Con riferimento ai primi nove mesi dell’anno, gli scambi realizzati nel 2023 rappresentano comunque il +17% rispetto a quelli del 2019, prima del Covid. Le previsioni oggi vedono un 2024 stazionario, in linea con i volumi del 2023 con prezzi in moderato aumento. La principale variabile è il possibile calo del tasso sui mutui.

LE PROVINCE– Tra le province solo Biella è in controtendenza, facendo registrare un aumento del 1,13% degli scambi (a livello assoluto sono 1.752). Si difende Alessandria: in città riesce a garantire stabilità con il +1,8% e 1.058 compravendite, non altrettanto bene il fuori porta che affonda il dato complessivo della provincia (-2,8% con 4.325 scambi). Ad andare peggio è la città di Cuneo con 440 compravendite (-23,3% di transazioni). Nell’insieme la provincia cuneese registra il -12% e circa 5.704 scambi. Segue la città di Asti (656 scambi, -20,1%) e incide fortemente sulla provincia (-17,3% con un totale di 1.933 compravendite). Vco fermo a 1.851 transazioni, -13%. Va meglio il capoluogo che in città registra una contrazione del 9,4% (10.667 scambi) mentre il dato che tiene conto anche dell’area metropolitana si attesta a 24.220 transazioni (-11,9%). Numeri comunque che rispetto allo stesso periodo del 2019 rappresentano circa il 10% in più. La città di Vercelli resta sostanzialmente stabile nelle compravendite e segna solo un -1,3% con i suoi 501 scambi, ma nell’insieme la sua provincia perde a doppia cifra, -12,4% (1.588 transazioni). La città di Novara tiene con 1.149 compravendite e il -2,5% di scambi. Con un totale di 3.768 transazioni, la provincia novarese scende rispetto ai nove mesi del 2022 del -4,4%. 

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