SANITÀ

Sanità, più di mezz'Italia bocciata. Solo 9 Regioni promosse dai Lea

Veneto in testa alla classifica (provvisoria) per il 2022. Zaia: "Il segreto è spendere i soldi nel modo migliore". In vetta pure Toscana ed Emilia-Romagna. Maglia nera la Valle d'Aosta. Piemonte male sulla medicina territoriale. Giallo sui dati mancanti degli ospedali

Sono ancora parziali e provvisori, ma i dati sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, relativi al 2022 disegnano con contorni già abbastanza definiti un’Italia che per circa la metà non garantisce o più precisamente nell’anno preso in esame non ha garantito appieno le cure essenziali. Quanto prospettato dall’analisi, ancora in corso, da parte del ministero della Salute evidenza come siano ben 12 le regioni in cui uno o più macrosettori del sistema sanitario – prevenzione, ospedali, territorio – restano al di sotto della soglia di sufficienza. Un andamento in deciso peggioramento se si considera che nell’anno precedente i sistemi regionali che non avevano superato l’esame dei Lea erano state 7. 

Dati da prendere con le molle, come si dice, e non solo per la loro provvisorietà. Infatti, mentre c’è chi, come il governatore Luca Zaia, rivendica il primo posto del suo Veneto nella classifica, dai piani alti della sanità del Piemonte, interpellati dallo Spiffero, si riconduce a un errore o a qualcosa che non ha funzionato nell’aggiornamento dei dati stessi da parte del ministero quell’inquietante quanto impossibile zero nella casella dei Lea riferiti al sistema ospedaliero. Lo stesso assessore Luigi Icardi spiega che il dato ospedaliero ricalca quello dello scorso anno e quindi sta ben al di sopra della soglia. Comunque sia, altre percentuali premiano senza tema di smentita Il Veneto che raggiunge l’89,93% nell’area di prevenzione, il 96,40 per quella territoriale e l’88,15 per l’ospedaliera. Nessun numero segnato in rosso anche per LombardiaFriuli-Venezia GiuliaEmilia-RomagnaToscanaUmbriaMarche e Puglia, oltre alla Provincia di Trento. Maglia nera, con dati insufficienti in tutti i settori la Valle d’Aosta. E, sempre stando ai dati provvisori e incompleti, a non raggiungere la soglia in due settori su tre sono la Campania (prevenzione e territorio), la Basilicata (territorio e ospedali), la Calabria (prevenzione e territorio), la Sardegna in analoghi comparti, mentre l’inclusione del Piemonte in questo elenco arriva con un dato negativo per la medicina territoriale pari al 59,57%, oltre a quello zero relativo agli ospedali che, come detto, nasconderebbe una sostanziale continuità con gli anni precedenti.

Se nel Nord Ovest qualcosa ancora da recuperare c'è, dal Nord Est Zaia rimarca il fatto che con la sua Regione, ai primi posti ci sono “l’Emilia-Romagna e la Toscana, due Regioni che hanno un'impostazione di politica e organizzazione sanitaria diversa dalla nostra, il che significa che il segreto sta nel miglior utilizzo possibile delle risorse, qualunque sia il modello prescelto”. Tornando al Piemonte, nell’attesa di risolvere il giallo del dato mancante sugli ospedali e conoscere l'esatto valore, va osservato come dal 2017 fino al 2021 compreso i Lea avevano superato abbondantemente la sufficienza. E proprio nel settore della medicina territoriale, segnato il rosso nel 2022, l’anno precedente era stato raggiunto l’84,47 per cento.

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