POLTRONE & SOFÀ

Fondazioni tra strappi e ingerenze: Picco in Compagnia e Genta in Crt

Siamo alle solite: per gli amici le regole si interpretano. E così la Regione fa le acrobazie per dare il via libera a Ghigo e alla sorella d'Italia braidese. L'equivoco Crosetto non porta buono a Monti. Leo fai-da-te raggranella 20 preferenze ma probabilmente resterà fuori

Dicono che più d’uno sia caduto nell’equivoco pensando di assecondare le volontà del potente di zio mentre si sono trovati, inconsapevolmente, a sostenere i piani dell’arrembante nipote. Malignità a parte, la manovra per portare Antonello Monti dal board della Fondazione Crt al parlamentino della Compagnia di San Paolo è stata oggi stoppata dal voto del Consiglio regionale del Piemonte. Lo studioso vercellese di agraria, gran frequentatore di sacrestie (amministra beni ecclesiastici per conto di alcune diocesi ed enti religiosi), che per un presunto accordo tra Guido Crosetto (in realtà, il consigliere comunale Giovanni) e Fabrizio Palenzona avrebbe dovuto essere il candidato ufficiale di Fratelli d’Italia per il futuro Consiglio generale dell’ente di corso Vittorio Emanuele resterà in via XX Settembre, dove siede ancora per un anno nel Cda. La maggioranza di Palazzo Lascaris ha deliberato (con 35 voti) la riconferma di Carlo Picco, direttore dell’Asl di Torino e componente uscente del comitato di gestione della Compagnia, in quota Lega.

Ma l’imponente ombra di Crosetto, questa volta proprio del gigante di Marene, si è allungata sull’altro pacchetto di nomine della Regione, quelle per il Consiglio di indirizzo della Crt. Secondo i rumors, infatti, ci sarebbe lo zampino del ministro della Difesa nella designazione dell’avvocato braidese Annalisa Genta. Pare che ci tenesse a tal punto da costringere gli uffici del Consiglio che in un primo tempo avevano ravvisato una situazione di incandidabilità a rivedere la decisione: cosa che è accaduta a poche ore dalla votazione, suscitando più di una perplessità e aspre critiche dai banchi dell’opposizione. Genta, nel 2019 candidata sindaco di Bra per il centrodestra, indipendente ma all’epoca vicina alla Lega di Gianna Gancia, non avrebbe avuto i requisiti per entrare nell’organismo della fondazione in quanto non avrebbe maturato l’anno di freezing dal suo incarico politico (si è dimessa dal consiglio comunale solo a fine aprile 2023). Questione risolta sconfessando l’istruttoria interna e assegnando alla fondazione stessa l’accertamento delle cause di ineleggibilità (con tanto di lettera firmata dal segretario dell’ente Andrea Varese). Alla testa della prima terna con 26 preferenze ha così prenotato un posto nel futuro parlamentino della Crt, salvo che come accaduto nella scorsa tornata con la gestione di Giovanni Quaglia, il consiglio peschi un altro nome dalla rosa: quello di Alessandra Siviero (23 voti, consigliera uscente, già appendiniana poi adottata dal Pd e infine saltata sul carro di Palenzona) o dell’immarcescibile Giampiero Leo (anche lui uscente, mollato da gran parte del centrodestra che è però riuscito a raggranellare 20 voti in modo trasversale ma soprattutto nella Lega).

La seconda terna è capitanata dall’ex governatore berlusconiano Enzo Ghigo (23 voti), passato indenne dai sospetti di ineleggibilità (è presidente in carica del Museo del Cinema, di cui la Crt è socio fondatore e finanziatore), sostenuto dal suo indiretto successore Alberto Cirio, a quanto pare investito della questione addirittura da Fedele Confalonieri (almeno questo è quello che si racconta). L’uomo di tutte le stagioni (politiche), già democristiano di rito andreottiano (chiesa di Vito Bonsignore), una virata socialdemocratica, poi leghista di complemento, incarichi nel sistema autostradale e dei trasporti, Sebastiano Gallina è il secondo nome del centrodestra, ovviamente sostenuto dal suo conterraneo e capogruppo del Carroccio Alberto Preioni. Per l’opposizione portabandiera è Davide Franco, manager informatico, consigliere uscente.

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