REGIONALI 2024

Abruzzo, Marsilio vince (53,5%) e affossa il campo larghissimo

Sette punti separano il governatore uscente e lo sfidate D'Amico, a capo di un'ampia coalizione di centrosinistra. Cala ancora Salvini, exploit di Forza Italia. Crolla il M5s che perde due voti su tre rispetto a cinque anni fa. Che farà ora Conte in Basilicata e Piemonte?

È durata due settimane l’euforia per la vittoria di Alessandra Todde. L’Abruzzo non è la Sardegna e il campo largo torna a stringersi. Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo, alfiere di uno schieramento che andava dai partiti del fu terzo polo al Movimento 5 stelle, ha sbattuto il naso contro un centrodestra che s’impone con il governatore uscente Marco Marsilio e spegne sul nascere le velleità di chi vedeva all’orizzonte una riscossa delle forze che si oppongono al governo di Giorgia Meloni. “Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo, perché era il suo triste passato. Il campo largo non sarà il futuro dell’Itala” sentenzia il trionfatore della serata.

D’Amico si ferma al 46,50%, sette punti di distanza rispetto a Marsilio (53,50%) che addirittura migliora la performance di cinque anni fa quando vinse ma senza ottenere la maggioranza assoluta degli elettori, fermandosi al 48%. E dire che il centrosinistra aveva caricato il voto abruzzese di una forte valenza politica, sperando nella spallata, e fatto di tutto per chiudere l’accordo anche in Basilicata, dove si vota il mese prossimo, prima delle urne abruzzesi per sigillare un’alleanza che ora tornerà a scricchiolare. Cosa farà Giuseppe Conte all’indomani del voto abruzzese? Difficile immaginare che rilanci quel campo largo che ieri ha visto crollare il suo partito, ridotto a una cifra, tra il 6 e il 7 percento (nel 2019, correndo da solo, aveva sfiorato il 20).

A rischio l’intesa in Basilicata e ancora di più in Piemonte, dove i vertici locali hanno sempre considerato più conveniente una corsa solitaria, viepiù se le urne regionali arrivano in concomitanza con le europee, il 9 giugno, dove si esalta il voto politico d’opinione.  

Un’elezione che rappresenta una botta anche per Matteo Salvini con il suo 7,8%, scende non solo rispetto alle regionali di 5 anni fa e pure all’8% conquistato alle politiche 2022, ma soprattutto vede allargarsi la forbice con Forza Italia. Il partito degli orfani di Silvio Berlusconi ottiene la doppia cifra con il 14%, mentre Fratelli d’Italia si attesta attorno al 24. A sinistra il Pd al 20% si conferma forza trainante del centrosinistra, mentre i Cinquestelle non vengono premiati dalla corsa in coalizione come dimostra il crollo delle preferenze, dal 20 al 7 percento. 

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