DIRITTI & ROVESCI

"No al boicottaggio di Israele": Lo Russo tace, il Pd diserta

Oltre trenta sigle promuovono un sit-in davanti al rettorato dell'Università di Torino contro la decisione del Senato accademico. L'appello dei docenti ha raggiunto più di cento firme. Il dibattito infuria ma da Palazzo Civico (e dai dem) neanche una parola

Più di trenta associazioni, da destra a sinistra, hanno aderito al presidio sotto il rettorato dell’Università di Torino per manifestare contro il pronunciamento del Senato Accademico che ha sospeso la collaborazione con gli atenei israeliani. Una decisione presa in fretta e furia dopo il blitz di un manipolo di ragazzi dei collettivi studenteschi, che ha isolato l’ateneo torinese di fronte alla comunità accademica e provocato la dura reazione di circa centoventi docenti che hanno sottoscritto un appello, promosso dallo storico Brunello Mantelli, contro ogni forma di boicottaggio delle università israeliane. Il rettore Stefano Geuna è tornato al centro della bufera, dopo i casi delle presunte molestie e la mancata approvazione del nuovo statuto.

L’appuntamento è per questa sera alle 18, in rettorato all’ingresso di via Verdi. Hanno aderito la Comunità ebraica di Torino, l’associazione Italia Israele e poi associazioni e forze politiche di ispirazione liberale come Azione, Più Europa, Radicali, Italia Viva, Torino Bellissima, LibDem europei. E ancora istituzioni culturali come il Centro studi Pannunzio, l’Istituto Liberale del Piemonte, l’associazione Camis de Fonseca. Manca il Partito democratico, affaccendato com’è a comporre le liste da presentare alle prossime elezioni europee e regionali.

Un lungo silenzio che va dai segretari del partito subalpino e piemontese, fino al vertice istituzionale, incarnato dal sindaco Stefano Lo Russo. Nei giorni scorsi il radicale Silvio Viale, capogruppo di +Europa e Radicali Italiani in Sala Rossa, ha parlato di “stonato silenzio del sindaco e dell’amministrazione cittadina, nonché quello del Partito democratico che cerca di impedire persino la comunicazione in Consiglio comunale”.

Tra le poche, lodevoli, eccezioni quella di Piero Fassino che in passato è stato sindaco e pure segretario di quel partito – il Pds – che diede i natali al Pd: “Grave che il Senato accademico abbia deciso di non partecipare a progetti di cooperazione con Università israeliane – sono state le sue parole –. C’è stato un tempo lugubre nel quale dalle Università venivano espulsi professori perché ebrei. Profetico Bertolt Brecht: “Vigilate, perche il ventre che ha generato il mostro è sempre fecondo”. Un’assenza di dibattito che stupisce in un partito che, peraltro, stando ai rumors del Nazareno, candiderà alle prossime europee Emanuele Fiano, dirigente di lungo corso ma soprattutto figlio di Nedo, ebreo deportato e sopravvissuto ad Auschwitz.

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