TRAVAGLI DEMOCRATICI

Europee, Schlein cerca la Strada per arginare i riformisti del Pd

Summit al Nazareno per le candidature. Si fa largo l'ipotesi della figlia del fondatore di Emergency capolista nel Nord Ovest. La segretaria in terza posizione dopo Benifei. Elly si presenterà anche nelle altre circoscrizioni. Obiettivo: far eleggere fedelissimi

In tutte le circoscrizioni, ma non da capolista se non forse in quella dell’Italia insulare. È una strategia ancora da definire, ma che già presenta più di un abbozzo, quella di Elly Schlein per la corsa alle europee che, come la segretaria va ripetendo ai suoi, “noi vogliamo vincere”, alzando implicitamente l’asticella oltre il 20 per cento. Un po’ di giorni fa il Nazareno ha ospitato una sorta di gabinetto di guerra in cui contare le munizioni, ovvero i possibili candidati più forti, e disegnare le tattiche di attacco sulle cinque parti in cui è diviso il Paese per il voto europeo.

La riunione di ieri della segreteria, però, rappresenta un passo in avanti verso la candidatura della segretaria multigender. In tre ore di “confronto franco e costruttivo”, infatti, i dem hanno affrontato per la prima volta il nodo delle liste. È la stessa Schlein a ufficializzare i primi nomi, confermando la candidatura di Lucia Annunziata quale capolista al Sud e annunciando che “il numero due sarà uno dei più bravi sindaci d’Italia che ha contribuito con la sua amministrazione alla rinascita della sua città”, ovvero Antonio Decaro, da giorni al centro delle polemiche. Tanti ancora, però, i tasselli da mettere a posto per completare il quadro. A partire dal ruolo che Elly potrebbe giocare in prima persona. “Tutti i componenti della segreteria le hanno chiesto di candidarsi”, fanno filtrare fonti dem al termine della riunione, che raccontano come “diverse” siano state le formule proposte. “Lei ne ha preso atto e ci ragionerà”.

Secondo rumors del Nazareno sullo schema illustrato da Igor Taruffi, socio di Davide Baruffi nella Premiata Ditta Taruffi & Baruffi, specialista in sfracelli elettorali, avrebbero espresso perplessità Alessandro Alfieri e Debora Serracchiani, che al congresso non sostenevano la Schlein, ma anche esponenti di maggioranza come Marco Sarracino e Giuseppe Provenzano. Secondo l’impostazione spiegata da Taruffi i capilista sarebbero appunto tutti “civici”, seguiti da un dirigente di peso del Pd, appunto Annuziata-Decaro al Sud. Ma a questo punto, è il ragionamento che è stato fatto, andrebbe rivista l’idea di affidare tutti i posti da capolista ai “civici”: se la segretaria si candida, è stata la riflessione di molti, deve essere capolista. L’idea di far “retrocedere” la Schlein nasce dall’esigenza di non danneggiare troppo le altre donne candidate, “ma se lei è in lista fa il pieno di voti, anche se è al terzo o quarto posto”. Insomma, ok la Annunziata al Sud, è stato detto oggi, ma si eviti l’automatismo dei civici capolista, soprattutto se la Schlein sarà in campo. Una discussione ancora da affinare, come ha spiegato la stessa leader Pd in tv. 

Nel Nord Ovest, per esempio, dove la potenza di fuoco dell’area che fa riferimento a Stefano Bonaccini è forte, con figure del calibro di Giorgio Gori, si farebbe largo lo schema con Cecilia Strada, figlia dello scomparso Gino fondatore di Emergency, in testa di lista, seguita dal ligure Brando Benifei, attuale capodelegazione a Bruxelles, in terza posizione lei, Elly. Un’offerta quella agli elettori di Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che oltre a questo probabile terzetto di testa, linea Maginot contro i riformisti, potrà contare su nomi come quelli della europarlamentare uscente Irene Tinagli, dell’assessore milanese Pierfrancesco Maran e dell’ex deputato Emanuele Fiano, solo per citarne alcuni. Per quanto riguarda il Piemonte resterà da vedere se Chiara Gribaudo, sfumata la partita per la candidatura alla presidenza della Regione, tornerà a riprendere in considerazione i piani originari. E non poco potrebbe dipendere proprio dalla presenza o meno quale capolista della figlia del fondatore di Emergency. 

Il nome della Strada, infatti, potrebbe ondeggiare tra Ovest ed Est, visto che di lei si ragionerebbe anche per l’altra circoscrizione settentrionale dove ci sarà proprio il governatore dell’Emilia-Romagna, ci riprova l’europarlamentare uscente Alessandra Moretti, così come la sua collega a Strasburgo Elisabetta Gualmini. E poi ancora, Alessandro Zan e l’orfiniana Giuditta Pini. Anche qui con la possibile incognita della posizione in lista della Schlein, la cui intenzione di ridurre quanto più possibile le partenze di bonacciniani verso l’europarlamento appare sempre più evidente. Due fronti, quelli emersi dal congresso, che permangono e che in un’altra circoscrizione, quella dell’Italia centrale, sono plasticamente rappresentati dal sindaco di Firenze Dario Nardella, area Bonaccini e dall’ex segretario Nicola Zingaretti, entrambi dati per certi in lista, dove potrebbe presentarsi un altro sindaco, quello di Pesaro Matteo Ricci. Alla fine capitanerà la lista al Sud la giornalista, ex Rai, Lucia Annunziata, che come molti altri avrebbe fatto resistenza a correre nel meridione per fondati timori di dover fare i conti con personaggi come i governatori di Campania e Puglia Vincenzo De Luca e Michele Emiliano e con lo stesso sindaco di Bari Decaro. Nel centro potrebbe aggiungersi la candidatura di Marco Tarquinio. L’ex direttore di Avvenire è non poco corteggiato da Giuseppe Conte, ma semmai deciderà i seguire l’esempio di molti suoi colleghi, lo farà rispondendo di sì alla Schlein. La quale sempre in quella circoscrizione potrebbe trovarsi una mai tenera nei suoi confronti come la marchigiana Alessia Morani.  

Nel Sud con Annunziata e Decaro dovrebbe esserci Sandro Ruotolo, oltre all’uscente Pina Picierno mentre De Luca è pronto a piazzare il suo fedelissimo Lello Topo. Nelle isole, il nome che ad oggi si dà per certo è quello del medico di Lampedusa Pietro Bartolo. Potrebbe essere lui, il secondo nella lista aperta dalla segretaria che altrove sceglierebbe posti immediatamente successivi per più di una ragione. Ha sfidato Giorgia Meloni proprio sul campo europeo e la sua discesa in campo è inevitabile, così come un buon risultato la renderebbe più salda al Nazareno. E la scelta di non essere capolista ovunque disinnescherebbe tutta una serie di prevedibili reazioni sul fronte femminile del partito dove il rischio di vedersi sbarrare la strada dalla segretaria serpeggia da tempo.

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