CrCuneo, la presidenza fa Gola:
"Una partita non ancora chiusa"
Oscar Serra 13:19 Sabato 02 Marzo 2024
Il presidente della Camera di Commercio resta il favorito ma non mancano le resistenze, soprattutto tra le categorie. Su di lui Cirio si gioca molto e ha messo in campo tutta la "sua" coalizione, da Costa a Bongioanni. Pd tiene su Borgna e sonda una terza via
“Mauro Gola è il favorito ma la partita è tutt’altro che chiusa”. La partita è quella sul rinnovo dei vertici della Fondazione Cr Cuneo e chi la sta giocando vede ancora ampi margini di capovolgimento del risultato. Le trattative sono in corso e l’attuale numero uno della Camera di Commercio resta il nome su cui si sta aggregando un certo consenso, ma anche le resistenze sono considerevoli e ad Alberto Cirio – suo primo sponsor – serve ancora una spallata per ottenere il numero di voti necessari a blindare il suo candidato. La Cr Cuneo è un tassello fondamentale del sistema di potere cuneese e il sistema di voto, che più bizantino non si può, impone il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio, dai municipi alle categorie fino ai cosiddetti portatori d’interesse.
Sono cinque su sei i comuni che hanno dichiarato il proprio sostegno a Gola: oltre a Dronero – che lo ha candidato nel Consiglio generale – ci sono anche Alba, Canale, Mondovì e Villanova. Solo il capoluogo, guidato dalla sindaca dem Patrizia Manassero, ha individuato un nome alternativo, quello dell’ex primo cittadino Federico Borgna. Siamo a un punto di stallo: nessuno vuole la conta, ma nessuno fa un passo indietro.
Tra le categorie c’è chi oppone resistenza. Confcommercio e Coldiretti non hanno ancora firmato per Gola e non sembrano intenzionate a farlo. Anche Luca Crosetto – cugino del più noto ministro della Difesa oltreché numero uno di Confartigianato – è in agitazione poiché sta vedendo sfumare il suo piano di andare a sostituire Gola alla Camera di Commercio. Per consentire l’avvicendamento sarebbe necessario che oltre all’attuale presidente, una volta eletto a capo della Fondazione bancaria, anche il suo vice Luca Chiapella rassegni le dimissioni. Lui sarebbe stato disposto, in cambio di un posto nel Consiglio di gestione, ma Confcommercio, di cui è espressione, ha candidato Roberto Richiardi e ora lui (Chiapella) è pronto a prendere le redini della Camera e traghettarla verso nuove elezioni. A quel punto, sfruttando un po’ di relazioni che non avrebbe difficoltà a costruirsi, potrebbe tranquillamente ricandidarsi tarpando le ali a Crosetto che ora minaccia fuoco e fiamme. Le uniche due categorie su cui Cirio e Gola possono mettere la mano sul fuoco in questo momento sono Confindustria (dove la sorella del governatore, “quella brava” dice chi li conosce entrambi per distinguerla da “quello simpatico”, è direttore) e Confcooperative.
Una partita a parte è quella che coinvolge l’attuale presidente della Cr Cuneo, Ezio Raviola, cui lo statuto dà il potere di cooptare sette rappresentanti (su 21) del prossimo Consiglio di gestione. Essendo lui in procinto di approdare in Compagnia di San Paolo, grazie a un accordo “di sistema” patrocinato proprio da Cirio, dovrebbe sfruttare l’occasione per portare nel parlamentino della fondazione qualche voto prezioso per Gola. Tanti sono ancora i condizionali da mettere. Così come quelli necessari per capire chi saranno i rappresentanti dei cosiddetti portatori di interesse (Università, sindacati, ospedale Santa Croce e altri): per individuarli è stato chiesto al professor Michele Antonio Fino, dell’Università di Pollenzo, di individuare un metodo di selezione e lui diligentemente ha messo in piedi una commissione che dovrà vagliare i profili rendendo non così scontato chi sarà selezionato.
Tante le incognite che tengono Cirio sulle spine: la sconfitta di Gola sarebbe la sua sconfessione proprio nel cortile di casa, mentre infuria la campagna elettorale. Il centrosinistra sta provando a inserirsi e tiene fermo Borgna per trattare su un eventuale terzo candidato. La coalizione del governatore al momento sembra compatta – da Enrico Costa di Azione a Paolo Bongioanni di FdI – ma non basta ancora. Il tempo sta per scadere: il Consiglio s’insedia il 15 aprile.