LA SACRA RUOTA

Su Mirafiori sventola bandiera bianca: incentivi per produrre (e andarsene)

Da una parte il governo che con gli ecobonus vuole dare una mano a Stellantis, dall'altra l'azienda che scuce soldi per mandare via migliaia di dipendenti. Manca un piano di politica industriale. "Una cosa è certa, così si va da nessuna parte", ammette Cortese (Uil)

Domani al tavolo di Palazzo Piacentini si tornerà a parlare di Mirafiori ma difficilmente dall’incontro usciranno proposte in grado di sgombrare le nubi che si addensano sullo storico stabilimento torinese. “Mirafiori non va da nessuna parte con questi livelli produttivi”, ha sottolineato Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte, al termine del vertice odierno in Comune con istituzioni e associazioni datoriali, preparatorio a quello al Mimit. “Siamo fortemente preoccupati per il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali ci preoccupano le uscite incentivate senza alcuna parvenza di ricambio generazionale. Dobbiamo anche valutare se sia possibile attrarre in Italia un nuovo produttore anche se non credo che domani si parlerà di questo. È evidente che i problemi dell'auto in Italia sono anche europei”.

Stellantis aspetta ancora gli ecobonus del governo fino a 13.500 euro per un ammontare complessivo di 950 milioni. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dato il via libera, ma manca ancora il passaggio a Palazzo Chigi. Poi ci saranno le verifiche della Corte dei Conti che avrà al massimo un mese di tempo per i suoi controlli. È quindi presumibile che gli incentivi non siano concretamente disponibili fino a maggio. Il piano di incentivi messo a punto dal governo, che riguarda anche le auto con motore termico a basse emissioni, potrà dare una mano a Stellantis e spingere le vendite in particolare della 500 elettrica prodotta a Mirafiori. Il piano ha l’obiettivo di stimolare la rottamazione delle auto altamente inquinanti, l’euro 0, 1, 2 e 3, che sono ancora il 25% del parco circolante nel nostro Paese, ma anche di aiutare le famiglie con redditi bassi, attraverso un sistema graduale che prevede agevolazioni più significative per i nuclei con Isee fino a 30mila euro.

L’obiettivo del ministro Adolfo Urso, più volte dichiarato, è di raggiungere con Stellantis “almeno un milione di veicoli prodotti nel nostro Paese”. L’azienda nei precedenti incontri con il governo ha ribadito “la centralità dell’Italia nella strategia globale del gruppo e la volontà di creare un futuro sostenibile per le attività italiane”, con l’ambizione di raggiungere 1 milione di veicoli (auto e veicoli commerciali) alla fine del piano Dare Forward 2030. Nel 2023 Stellantis ha prodotto 751.384 vetture, contro le 685.753 unità dell’anno precedente, un numero che registra una crescita ma che è lontano dalle 800.000 vetture prodotte nel 2019 e dal milione di unità ipotizzato dal Governo Meloni.

Per aumentare la produzione di auto Urso vorrebbe portare in Italia un altro produttore, ma non sono attesi annunci. È un processo ancora in corso e l’attenzione è puntata sul mercato asiatico e su quello nordamericano: aziende cinesi e Tesla sono i possibili candidati. Lo sviluppo di auto elettriche ha richiesto e richiede tutt’ora, ingenti investimenti da parte dei costruttori di auto, in tecnologia, ricerca e sviluppo. Progettare da zero un’auto elettrica è tutt’altro che facile, dall’approvvigionamento battere alla sostenibilità, un processo molto complesso che ha letteralmente cambiato e sta cambiando, il mondo dell’auto.

Intanto, dopo aver firmato un accordo con i sindacati per le uscite incentivate negli stabilimenti di Cassino, Pratola Serra e Mirafiori, il Gruppo Stellantis ha continuato a tagliare i costi di produzione con nuovi tagli al personale. Nelle ultime 24 ore sono 3.597 i lavoratori che hanno firmato l’uscita volontaria e che rappresentano probabilmente solo un’anteprima di uno scenario di un ridimensionamento che potrebbe proseguire.

Lo sviluppo di auto elettriche ha richiesto e richiede tutt’ora, ingenti investimenti da parte dei costruttori di auto, in tecnologia, ricerca e sviluppo. Progettare da zero un’auto elettrica è tutt’altro che facile, dall’approvvigionamento batterie alla sostenibilità, un processo molto complesso che ha letteralmente cambiato e sta cambiando, il mondo dell’auto. Tutti gli stabilimenti sono coinvolti: Mirafiori (1.520 esuberi), Casino (850 dipendenti hanno firmato l’uscita volontaria), Pratola Serra (100 già usciti dall’azienda), Melfi (500 licenziamenti), Pomigliano d’Arco (424 esuberi), Termoli (121 uscite volontarie), Cento (30 licenziati), Verrone (129 a casa).

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