ECONOMIA DOMESTICA

Piemonte in cassa integrazione: +35%, preoccupa Stellantis

Gli ammortizzatori crescono più del doppio della media nazionale. Il segretario Uil Cortese: "La situazione peggiora, apprensione per Mirafiori". Biella e Vercelli province maglia nera, anche Torino in negativo ma è la meno peggio. Si salva solo Cuneo

A gennaio e febbraio 2024 in Piemonte sono state richieste 7 milioni di ore di cassa integrazione. L’uso della cassa cresce più del doppio rispetto alla media italiana. È quanto si legge nei dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale che hanno registrato un aumento del 35,6% nelle richieste di cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2023.

A livello nazionale invece la Cig segna un incremento del 14,9%. Scorporando il dato piemontese, si vede come la cassa ordinaria segna un +100,2%, quella straordinaria un -12,6% mentre i fondi solidarietà gestiti dall’Inps fanno un -52,6%.

Nei primi due mesi di quest'anno, gli ammortizzatori sociali hanno tutelato 20.701 lavoratori piemontesi. Guardando alle province l’incremento è stato dell'808,6% a Biella, del 333,1% a Vercelli, del 149,2% ad Asti, del 91,3% a Verbania, del 63,7% a Novara, del 26,7% ad Alessandria, del 21,4% a Torino. Resta in positivo soltanto Cuneo, che segna un -32,5%, mentre Torino con quasi 4 milioni di ore di Cig richiesta si posiziona al quinto posto in Italia dopo Taranto, Roma, Napoli e Bari.

Il segretario generale della Uil Piemonte Gianni Cortese parla di un peggioramento dopo un periodo di stagnazione: “Le forti preoccupazioni relative alle situazioni di crisi aziendali piemontesi trovano, purtroppo, conferma nei dati relativi alla cassa integrazione che vede una recrudescenza dopo diversi mesi di stagnazione. I principali indicatori economici evidenziano una regione che affronta le difficoltà derivanti dalle transizioni energetiche e digitali, in costante calo demografico e con un urgente bisogno di ripensare e riprogettare la sua struttura economica per rilanciarsi al più presto”. Una situazione in cui resta la preoccupazione per il disimpegno di Stellantis: “Tra le tante incognite, siamo particolarmente preoccupati per il futuro dello stabilimento Stellantis di Mirafiori, che deve essere messo nelle condizioni di produrre almeno 200.000 vetture all'anno, con l'assegnazione di un modello di largo consumo. Particolarmente grave è la situazione dell'intero comparto della componentistica che occupa migliaia di lavoratrici e lavoratori piemontesi".

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