VERSO IL VOTO

Centrosinistra in affanno col fiato del M5s sul collo

In Piemonte sempre più in salita la strada di Pd e alleati, mentre la sinistra soffia sul fuoco della polemica dopo lo scandalo Gallo. Timori per il sorpasso grillino. L'appello di Pentenero a Schlein ("Vieni a Torino") è caduto nel vuoto e Renzi ora tratta con Cirio

Lo scandalo che ha colpito la famiglia Gallo e travolto, volente o nolente, tutto il Pd è solo l’ultima spina su una campagna elettorale che si sta trasformando in una via crucis. Gianna Pentenero si danna l’anima per rinfrancare i compagni di strada e chiede di “invertire la narrazione di una partita già persa”, ma il solo fatto che debba ripeterlo di fronte a qualunque platea la dice lunga su quanto l’impresa sia considerata impossibile. L'appello fatto a Elly Schlein ("vieni a Torino") per ora è caduto nel vuoto. Nello stato maggiore dem si auspica quantomeno una “sconfitta onorevole”, mentre c’è chi inizia ad agitare lo spauracchio di un clamoroso sorpasso ad opera del Movimento 5 stelle. Il tutto mentre la sinistra del partito, guidata da Chiara Gribaudo e Anna Rossomando, soffia sul fuoco della polemica e organizza una iniziativa fissata il 22 aprile per ricordare a chi se ne stesse dimenticando che tra i dirigenti del Pd c'è anche Salvatore Gallo, indagato per peculato, corruzione elettorale e altro nell'ambito dell'inchiesta Echidna. Il claim della campagna di Pentenero è "Dritta al punto", ma il punto sembra contro un muro.

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Alberto Cirio ha di fatto chiuso la sua lista civica, può addirittura prendersi il lusso di fare selezione all’ingresso, nel centrosinistra si brancola nel buio e anche coi butta dentro si fa fatica a mettere in piedi delle formazioni competitive. Nel giorno della sua incoronazione – è passato ormai quasi un mese – Pentenero aveva parlato di tre liste civiche accanto a lei, prospettiva che si è decisamente ridimensionata e non solo perché l’idea di costruirne una di sole donne si è rivelata fallace oltreché per legge inammissibile.

Anche sui compagni di viaggio non mancano le incognite. La lista per gli Stati Uniti d’Europa, che si sarebbe dovuta replicare in Piemonte, per esempio è ferma. In Italia viva, dopo gli abboccamenti col centrosinistra, pare abbiano staccato il telefono, di Silvia Fregolent nessuna notizia, mentre si affastellano le voci di contatti tra Matteo Renzi e Alberto Cirio. Un salto della quaglia all’ultimo momento? Col senatore di Rignano, si sa, tutto è possibile e a chi ci ha parlato in queste ore lui ha ribadito che “Cirio non è certo Meloni”, è persona moderata e mentre il centrosinistra affonda perché non dargli una mano. Un certo malcontento ormai inizia a serpeggiare. Già qualche giorno fa, Matteo Maino che aveva sfidato Fregolent al congresso dell’anno scorso, ha parlato di “delusione su come stanno procedendo queste regionali e amministrative” aggiungendo che “mai si è visto un partito ad un mese dalla chiudere delle liste senza candidati, programmi e indicazioni precise” su cosa sarà. Aspettano tutti Renzi e prima di una decina di giorni pare che il senatore non svelerà le sue carte.

Ma d’altronde persino il Pd è ancora in alto mare. Mancano due candidati, i sondaggi proseguono ma finora le uniche risposte arrivate sono negative. Gli altri ci stanno pensando su. È il caso per esempio di Anass Hanafi, 29 anni, nato e cresciuto a Torino da genitori del Marocco, laureando in Giurisprudenza e per un po' militante nei Giovani democratici, a settembre ha ottenuto dal Dipartimento di Stato degli Usa il premio Ivlp Alumni Award per i suoi progetti e per l’aiuto offerto ai rifugiati afgani e ucraini. È uno dei nomi che Pentenero ha sondato tra giovani e comunità straniere. Ci starebbe pensando. E poi ci sono i sempiterni Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei medici, l’ex assessora alla Cultura Antonella Parigi e Mauro Salizzoni che forse dovrebbe cambiare le password del suo profilo facebook visto l’uso che ne fanno i suoi collaboratori. Intanto, dopo averlo sacrificato sull’altare dell’accordo che portò Pentenero a candidarsi, ora è proprio Anna Rossomando, colei che mise il sigillo su quell’intesa, a parla di Salizzoni come di “una ferita che deve essere sanata” aggiungendo che l’ex mago dei trapianti e campione di preferenze “deve sapere che i militanti lo sostengono”. I militanti di sicuro, i dirigenti del suo partito, da una parte e dall’altra, molto meno.

Anche la lista “verde e solidale” dell’ex grillino Giorgio Bertola, che si avvale della preziosa collaborazione di Demos, fatica a trovare candidati per la felicità di Avs (Alleanza Verdi-Sinistra) ribattezzata, nella sua versione piemontese CMG (Cricca di Marco Grimaldi) che punterà dritto su Alice Ravinale, attuale capogruppo in Sala Rossa, mentre la parte ambientalista è rappresentata da Roberto Tricarico, tornato dopo tanto peregrinare lì dove la sua carriera politica aveva spiccato il volo, dopo i natali socialisti sotto l'ala di Gabriele Salerno.  

Tra coloro che, seppur tra mille difficoltà, sono certi di chiudere in tempi brevi la lista sono Mario Giaccone e Franco Tresso, i due capitani della Monviso, un tempo alleati, poi nemici ora “federati” in un unico soggetto civico. Trovato anche l’accordo sulla testa di lista che sarà composta dallo stesso Giaccone e da Isabella Brianza, eletta alle scorse amministrative nella Circoscrizione 1 con Torino Domani. Tra i nomi che circolano anche quello di Ezio Tuberosa, già sindaco di Locana di cui oggi è ancora consigliere comunale.

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