Immobiliare: peso su Pil a 23,5% in 2030

L’industria immobiliare rappresenta, e continuerà a rappresentare, uno dei pilastri fondamentali dell’economia italiana. Per dare una spinta allo sviluppo del Paese, è fondamentale la componente dell’innovazione applicata al comparto del real estate, che nei prossimi anni sarà in grado di generare ricadute importanti sulla ricchezza del Paese e dei suoi abitanti. Grazie all’innovazione, infatti, in Italia la filiera immobiliare potrà generare 610 miliardi di euro di ricchezza nel 2030 (dai 510 del 2023, con circa il 9% degli occupati). E' quanto emerge dal report con i megatrend di lungo termine stilato da Scenari Immobiliari e Dils e presentato all'Innovation Forum 2024. Secondo l'analisi, il peso dell’industria immobiliare (servizi più costruzioni più sviluppo) nel 2023 è stato del 21,6% sul Pil con poco meno di un milione di addetti. Nel 2030 potrebbe salire al 23,5% per arrivare al 26,1% nel 2050. "Innovazione e tecnologia costituiscono uno dei cinque fattori strutturali, assieme a popolazione e società, territorio e ambiente, politica e geopolitica, istruzione economia e lavoro che, collegati a innumerevoli elementi trainanti, o driver, dell’economia e del sistema di connessioni e relazioni, portano all’identificazione dei cosiddetti megatrend, che disegneranno gli equilibri economici, i piani politici, le strutture sociali, le scelte ambientali e i valori del domani. Efficienza, tecnologia, qualità e cultura saranno quindi i cardini del futuro, non solo a livello globale, ma anche del Paese Italia", si legge. Analizzando le possibilità di sviluppo sociale ed economico, immaginando una crescita del valore del Paese anno su anno sfidante ma cauta e un andamento in contrazione della popolazione (54,3 milioni di abitanti al 2050), è possibile ipotizzare un prodotto interno lordo al 2050 di circa 2.500 miliardi di euro, con distribuzione pro-capite di circa 46.000 euro.
 
In questo contesto, ogni euro di valore aggiuntivo generato dalle industrie del futuro dipenderà da tre componenti fondamentali: per il 28% da efficientamento produttivo di processo (tecnologia e specializzazione), per il 17% da gestione del rischio (competenza manageriale, tecnica e finanziaria) e per il 55% da nuovi mercati (megatrend). I megatrend "mostrano un mondo in profonda trasformazione, con una crescente competizione e alla ricerca di nuovi percorsi in ambito sociale ed economico. La riduzione della popolazione in Italia e il calo dell’attività edilizia privata non hanno come conseguenza una contrazione dell’industria dei servizi immobiliari. Anzi, diventa sempre più importante l’innovazione di prodotto per modificare il patrimonio esistente. L’ibridazione delle funzioni sarà la chiave di lettura dei prossimi anni”, ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. Le stime di Scenari Immobiliari e Dils al 2050, partendo dai tassi di variazione del Pil in considerazione di debito pubblico, occupati, investimenti, obiettivi, raccontano un’aspirazione più che una possibilità, certamente un’opportunità ma anche obblighi, necessari per rendere possibile una evoluzione estremamente articolata e incerta. “Il settore immobiliare a livello internazionale e anche in Italia si trova a fare i conti con numerosi cambiamenti, che stanno portando a riconsiderare la modalità di fruizione degli spazi e le relative funzioni, anche alla luce dell’evoluzione della domanda”, ha aggiunto Giuseppe Amitrano, founder e Ceo di Dils, spiegando che "segmenti tradizionali dovranno essere ripensati per adattarsi alle nuove necessità determinate da uno stile di vita contemporaneo e nel rispetto degli standard Esg. Allo stesso tempo, si stanno sviluppando anche nel nostro Paese nuove asset class legate a macro-trend sociali ed economici come healthcare ed education".

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