VERSO IL VOTO

Il Pd "svende" il Piemonte

Una regione diventata terra di conquista in vista delle prossime europee. Candidati lombardi e pure liguri si sono già accaparrati i grandi collettori di preferenze, mentre tra i locali c'è chi punta su un exploit della "giovane" Accossato. L'incontro (triste) di ieri a Torino

Tre candidati lombardi accolti con tutti gli onori dai vertici politici e istituzionali del Pd piemontese. Il tavolo allestito ieri al centro d’incontro di corso Belgio, nel quartiere Vanchiglietta di Torino, con Giorgio Gori, Irene Tinagli e Pierfrancesco Maran, è la fotografia di un territorio diventato terra di conquista in vista delle prossime elezioni europee, con i suoi notabili e viceré piegati dopo mesi di lotte intestine a una classe dirigente elettoralmente più forte e anche più organizzata. Accanto ai tre, nel ruolo di sparring partner, c’erano il sindaco Stefano Lo Russo, il segretario della federazione subalpina Marcello Mazzù e la candidata presidente della Regione Gianna Pentenero. Di fronte una platea di ventinove persone, membri di staff compresi.  

Mentre nei circoli, armati di tanta buona volontà, i militanti aspettano santini e presentazioni dei candidati piemontesi (Antonella Parigi, Davide Mattiello, Luca Jahier ed Elena Accossato), i vertici del partito già si collocano con i pezzi da novanta in arrivo da Milano e soprattutto da Bergamo. Da un anno il sindaco Gori batte in lungo e in largo tutto il Piemonte, stringendo alleanze strategiche con i principali collettori di preferenze dell’area che aveva sostenuto Stefano Bonaccini, a partire dal deputato Mauro Laus, il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle, i suoi colleghi Alberto Avetta, che lo ha pure portato nella sua Cossano e in altre iniziative del Canavese, e l’alessandrino Mimmo Ravetti. Sono solo la prima linea di un “esercito” che può contare su molti sindaci del popoloso hinterland torinese (su di lui si sono collocati i primi cittadini di Settimo Torinese, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino) oltre a dirigenti e amministratori sparsi in tutta la regione. È considerato tra i candidati più forti nel Nord-Ovest, quello che pur potendo contare sulle roccaforti di Bergamo e Brescia ha saputo estendere la propria rete in tutta la sua regione e soprattutto oltre il Ticino, come dimostra anche la sua presenza, oggi, a Verbania per l'avvio della campagna elettorale del candidato sindaco Riccardo Brezza. Il 3 giugno, invece, farà proprio a Torino una delle sue ultime kermesse di chiusura prima delle urne.

Una campagna spumeggiante è quella che sta portando in giro Maran, assessore milanese che può contare su un rapporto privilegiato con Lo Russo. È stato proprio Maran a sussurrargli all’orecchio il nome di Paolo Mazzoleni, quando il neo eletto sindaco era alla ricerca di un tecnico cui affidare le deleghe all’Urbanistica. Ed è proprio a Mazzoleni che viene imputata la scarsa riuscita della serata di ieri: “Avesse almeno avvisato il circolo ci saremmo organizzati e portato un po’ di gente” dice un militante sconfortato, capitato quasi per caso, mentre sulla chat dei sostenitori di Pentenero c'è chi chiede perché l'evento non fosse stato pubblicizzato. L’assessore di Beppe Sala, il più votato alle amministrative di Milano con oltre 9mila preferenze, sta girando le province lombarde con “Le città visibili”, adattamento teatrale ad opera di Matteo Grandi di un libro scritto proprio da Maran (è chiara l'ispirazione a quelle "invisibili" di Calvino). Ieri sera, però, niente teatro: ha concluso il suo tour torinese alla Livella, per una pizza con una delegazione di sindacalisti Cisl.    

Candidature forti, strutturate, in un’arena in cui usciranno vincitori solo quattro, massimo cinque candidati, a seconda del risultato del Pd. Oltre a Gori e Maran, l’area riformista può contare sull’economista Tinagli, europarlamentare uscente e presidente della Commissione Affari economici e monetari del parlamento di Bruxelles. Cinque anni fa aveva goduto del sostegno di Carlo Calenda e Matteo Renzi, prima che i due approdassero su altri lidi: ora è tra i più apprezzati eurodeputati italiani, ma “chi la pensa come lei non vota più Pd” fanno notare alcuni presenti in sala. Forse non ha una rete organizzata, come altri, ma è quella che potrebbe ottenere più voti d’opinione, giacché il voto a lei sarebbe il voto di chi vuole restare nel Pd, ma lo pensa profondamente diverso da quello di Elly Schlein.

In un anno e mezzo il partito piemontese non è riuscito a individuare un candidato forte su cui compattare il proprio consenso, troppo focalizzato sulla partita regionale, che peraltro col passare del tempo diventava sempre più improba. Dalla scelta del miglior candidato si è passati a una guerra per bande che ha avuto come esito l’annullamento di tutta la prima linea del partito. In principio doveva essere Chiara Gribaudo, deputata al terzo mandato, vicepresidente del partito nazionale, amica e referente territoriale di Schlein, poi ha deciso di candidarsi alla presidenza della Regione, ora si ritrova a fare la portatrice d’acqua per Cecilia Strada, la capolista voluta dalla segretaria, che sta mobilitando tutti i suoi per assicurarle l’elezione. Su di lei dovrebbe convergere buona parte dell’ala sinistra del partito, che con un occhio guarda anche a Brando Benifei, altro europarlamentare uscente, di La Spezia, l’unico in grado di arginare l’egemonia lombarda. In Piemonte il suo riferimento è l’ex assessore di Piero Fassino,Enzo Lavolta e lui mira a pescare un po’ nella base ex diessina e un po’ nella rete dei Giovani democratici attraverso la quale aveva già tempo addietro saldato un’amicizia con Valle. Entrambi sono un po’ meno giovani, ma non si sono mai persi troppo di vista.

E poi c’è l’area popolare che fino a pochi giorni prima della presentazione delle liste poteva contare su Fabio Pizzul, capogruppo Pd nel Consiglio regionale lombardo, mentre grazie alla deroga concessa in extremis all’uscente Patrizia Toia, ora potrà contare anche su di lei. Pizzul ha già attivato da mesi la rete dei popolari, sia nella sua regione sia fuori: in Piemonte stanno lavorando per lui la consigliera regionale Monica Canalis e l’ex parlamentare Stefano Lepri, anche se la presenza di Jahier potrebbe intercettare una parte dei voti legati al terzo settore e al mondo cooperativo tra i quali avrebbe potuto fare man bassa.

Tra gli altri piemontesi difficile aspettarsi sorprese, anche se c’è chi è pronto a scommettere su un exploit di Elena Accossato, segretaria regionale dei Giovani democratici, esperta di progetti europei sui quali lavora al Politecnico, una laurea in Scienze Internazionali all’Università e soprattutto un gruppo trasversale che le sta dando una mano.

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