ECONOMIA DOMESTICA

Più assunti in Piemonte, ma non si trova chi serve

Edilizia e turismo tirano gli occupati. Un assunto su tre è under 30, uno su cinque è immigrato. Alto "mismatch": nel 50% dei casi non si riescono a reperire i lavoratori richiesti. Tra i nuovi assunti i laureati solo al 15%

Maccanica ed edilizia tirano ancora. Fa un po’ meglio della media Paese il Piemonte: saranno 30.010 i nuovi occupati soltanto a maggio, 92.180 con giugno e luglio, un dato che piazza la regione subalpina al +6,6% sul maggio 2023, mentre la media italiana si ferma al +5,8%.

I dati del bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, registrano come la quota maggiore dei nuovi ingressi nel trimestre provenga dai servizi, col turismo al primo posto con 13.920 nuovi ingressi, seguito dal commercio (13.130) e dai servizi alle persone (11.960). Se i servizi coprono il 66,4% dei nuovi assunti censiti nel report, l’industria occupa il restante 33,6%: qui spicca  l’edilizia con 7.910 nuovi ingressi, seguita dalle industrie meccaniche ed elettroniche con 6.810 assunzioni.

In un contesto favorevole, uno dei tratti più preoccupanti del mercato del lavoro piemontese è l’alto mismatch: in un caso su due (49,8%) il lavoratore cercato è difficile da trovare, un dato di quasi due punti superiore alla media paese. Se poi si guarda ai profili richiesti, si nota come la figura più tosta da trovare sia quella dello specialista in scienze della vita (93,1% dei casi), ma che per questa figura la richiesta sia di 200 assunzioni nel mese in corso. Subito dopo si trova la figura dell’operaio specializzato addetto alle rifiniture nel settore delle costruzioni, la cui difficoltà di reperimento è leggermente più bassa (arduo nell’85,5% dei casi), ma ha una richiesta molto più alta: 1.060 assunzioni previste solo a maggio. Difficile anche trovare meccanici riparatori e montatori (ne servono 780) e i conduttori di veicoli (1.100).

Guardando ai titoli di studio, è difficile reperire diplomati Its nel 66,5% dei casi, dato comunque in calo rispetto al 73,7% registrato soltanto ad aprile 2024. Meno difficile trovare laureati in generale, con una quota che si ferma al 51,3% ma sale parecchio per gli indirizzi chimico-farmaceutico (87%) e sanitario (69%). Ma i laureati pesano decisamente poco sul totale della nuova forza lavoro: dei 30mila che entreranno a maggio, solo il 15% verrà licenziato dall’accademia, mentre i diplomati saranno il 30%, i diplomati al professionale il 36% e quelli con la scuola dell’obbligo il 18%.

A farla da padrone sono le piccole realtà: il 55,7% delle assunzioni programmate a maggio riguarda pmi e micro imprese (fino a 49 addetti), il 20,3% imprese medie (tra i 50 e i 249 addetti) e il 24,1% le grandi (oltre i 250 dipendenti). Più di un’assunzione su tre (il 35%) riguarderà gli under 30, mentre nel 21% dei casi le imprese prevedono l’assunzione di personale immigrato. I contratti a tempo determinato saranno il 57% dei nuovi ingressi, le entrate a tempo indeterminato conteranno per il 28% del totale, l'apprendistato nel 9% mentre le altre forme contrattuali copriranno il 6% residuo.

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