ALTA TENSIONE

"Il Salone è una merda sionista". Pro Palestina tentano l'irruzione

Momenti di tensione a Torino, dove alcuni attivisti hanno aperto con la forza i cancelli di sbarramento per provare a entrare alla fiera del libro. Respinti dalla polizia con scudi e manganelli. La solidarietà del solito Zerocalcare

Alcuni degli attivisti pro Palestina “tutti gli occhi su Rafah” hanno aperto con la forza i cancelli di sbarramento all’ingresso del Salone del libro di Torino per provare ad entrare. Sono stati respinti dalla polizia con gli scudi e con i manganelli. “Il salone del libro è una merda sionista” hanno detto i manifestanti, che hanno preso a calci le transenne intorno all’entrata principale. La polizia è poi riuscita a respingere i dimostranti e a riportare la calma.

A portare solidarietà è uscito il fumettista Zerocalcare: “Da questa parte e dall’altra dei cancelli del salone siamo una nutrita rete di persone che lavorano al salone e che non potevano ignorare questa protesta che stava succedendo fuori. Le persone che hanno a cuore la questione palestinese non possono non essere qui, uno spazio che parla di cultura e attualità non può chiudere gli occhi sulla Storia con la S maiuscola, perché noi dovremo rispondere per tanto tempo al massacro che è in corso in Palestina. È la cosa più normale del mondo che questi temi vengano discussi in uno spazio come il Salone”. Una dichiarazione militante, non nuova per un personaggio che in più occasioni ha mostrato di condividere le posizioni estremiste (dalla lotta No Tav all’attivismo antifascista, come la recente visita in Ungheria a sostegno di Ilaria Salis). 

La situazione è poi tornata calma, alcuni manifestanti sono stati identificati, tra cui qualche militante del centro sociale Askatasuna che ieri sarebbe stato tra i partecipanti agli Stati generali della natalità. Una delegazione di cinque persone tra i manifestanti è stata autorizzata a entrare dentro il Salone del libro. Un gruppo di lavoratori usciti con il fumettista Zerocalcare ha dichiarato intanto di avere sospeso i lavori per dare il proprio sostegno alla manifestazione in corso fuori dal Salone del libro. “Lì dentro tantissimi ci sostengono - ha detto poi uno dei cinque manifestanti ammessi all’interno dalla polizia come delegazione del presidio -. La voce della Palestina è anche lì dentro. C’è tanta solidarietà anche dall’interno. Questa bandiera ci può unire tutti come sta facendo da mesi, questo ci dà la forza di continuare perché siamo dalla parte giusta della storia”.

La protesta degli attivisti pro Palestina non è destinata a concludersi con il Salone. “Da lunedì occuperemo tutte le università torinesi perché quello che sta succedendo è una catastrofe”, hanno annunciato i manifestanti, che si riuniranno sabato prossimo per un grande corteo in centro città.

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