VERSO IL VOTO

"Da Pentenero un grande risultato". Schlein tra tesi e illusioni (di Gianna)

Al Salone del Libro l'incoraggiamento della segretaria: "Abbiamo una lista molto forte del Pd e una coalizione di centrosinistra che può competere con Cirio". In attesa del miracolo fa la Torquemada: "Quando arrivano indagini noi chiediamo le dimissioni"

Elly sostiene tesi e illusioni. “'Mi aspetto che la nostra candidata Gianna Pentenero faccia un grande risultato, noi siamo qui per vincere non siamo qui per partecipare. Abbiamo una lista molto forte del Partito Democratico, abbiamo costruito insieme a Pentenero una coalizione di centrosinistra che può competere con Cirio. La mia speranza è che i piemontesi risponderanno a questa proposta, perché sulla sanità pubblica c’è grande sofferenza anche in Piemonte, le liste d’attesa si stanno allungando anche qui, se manca il personale e non ci sono interventi sufficienti è difficile riuscire ad andare avanti”. Analoga convinzione per le europee: “Noi siamo in pista per vincere queste elezioni e non ci preoccupa nessuno dei nostri avversari. Noi siamo qui per portare le nostre proposte sull’Europa che vogliamo, progetti e idee su lavoro, sanità, scuola pubblica e clima”.

È partita dal Lingotto, alla fiera del libro di Torino, la missione in Piemonte di Elly Schlein. “È particolarmente bello essere oggi a un Salone che quest’anno è così partecipato, che si allarga costantemente, che favorisce un intreccio di pensieri, di riflessioni, di libri, di cultura: tutti elementi importanti nella crescita individuale e collettiva. Toccano un versante, quello dell’educazione, che è fondamentale”. Accolta dal sindaco Stefano Lo Russo, ha visitato alcuni stand della fiera con ai fianchi la candidata presidente della Regione Gianna Pentenero e lo spitzenkadidat alla Commissione Europea per il Partito Socialista il lussemburghese Nicolas Schmit, la segretaria del Pd si è soffermata sui temi di stretta attualità: le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto esponenti politici e la guerra nel Medioriente.

Se ieri al congresso dell’Anm aveva assegnato ai magistrati la “difesa dei diritti”, cancellando in quattro parole secoli di cultura liberaldemocratica, oggi ribadisce la torsione giustizialista di un partito, il Pd, ormai più in sintonia con le pulsioni manettare dei 5 Stelle che non con la tradizione garantista. “La differenza fra noi e loro è che quando arrivano indagini che fanno emergere dei quadri gravissimi noi siamo i primi a dirlo, a prendere le distanze, a pretendere dimissioni, a pretendere dai nostri amministratori e militanti di alzare la guardia per non vedere mai più irregolarità” ha affermato Schlein, forse riferendosi alla vicenda che coinvolge Salvatore Gallo, uno dei capibastone del partito in Piemonte, sotto indagine per corruzione elettorale, estorsione e peculato, e della repentina esclusione dalle liste del figlio Raffaele. Il Pd non solo non aspetta il pronunciamento della magistratura, né dà la possibilità ai propri esponenti indagati di fornire la loro versione ma commina pene anche a chi, non indagato, è colpevole del solo legame di parentela. “Dall’altra parte – prosegue indignata la segretaria dem – invece le inchieste della magistratura interessano solo quanto colpiscono gli avversari politici e invece quando arriva un arresto di un presidente di Regione si mettono i ministri a fare l’avvocato d'ufficio. Questa è la differenza fra noi e loro”. E in effetti è una bella differenza. Del resto, non è un po’ sospetto che Alberto Cirio non abbia neppure risposto all’invito rivoltogli dalla Pentenero di sottoscrivere un fantomatico “codice etico”? Schlein la butta sull’ironico: “Ma che strano”.

Sulla politica internazionale la posizione è nota, sempre più cerchiobottista (del resto in lista ci sono Cecilia Strada e Marco Tarquinio): “Chiediamo un cessate il fuoco immediato sul fronte mediorientale, per fermare la follia di Netanyahu che sta per compiere un’ecatombe a Rafah dopo gli oltre 35mila morti già fatti fin qui, ma al tempo stesso chiediamo la liberazione degli ostaggi ancora detenuto da Hamas. Il Pd chiede con forza di aumentare lo sforzo diplomatico dell’Ue, la presenza di Schmit qui è significativa”.

Infine, dopo un incontro con Elena Cecchin e un’intervista con Maurizio Molinari, ha preso le distanze da Vincenzo De Luca, uno dei vituperati “cacicchi” che non ha mai risparmiato epiteti verso il nuovo gruppo dirigente del partito (“cafoni, imbecilli, pinguini”, per citarne alcuni). “Abbiamo sempre detto, ho sempre detto, che il nostro linguaggio non prevede alcun tipo di vituperio o dileggio, non ci appartiene quindi noi ringraziamo il forte contributo al contrasto alla mafie che tutti i nostri amministratori, amministratrici e militanti danno tutti i giorni”, ha affermato a proposito delle parole usate dal governatore campano verso don Maurizio Patriciello definito “il prete conosciuto come il Pippo Baudo dell’area a Nord di Napoli, con la frangetta”, scatenando la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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