FINANZA & POTERI

Crt accelera su Poggi presidente, resta lo spettro del commissario

Gli organi in carica della fondazione si autoassolvono e provano a mettere il Mef di fronte al fatto compiuto con l'elezione unanime della giurista torinese. Che conta molti amici "trasversali", anche nell'attuale Cdi. E rispunta la Banca del Fucino

L’intenzione è quella di bruciare i tempi. Com’è avvenuto nella seduta scorsa, quando a sorpresa è stato indicato l’ultimo componente da cooptare (l’avvocato Patrizia Polliotto) anticipando di una settimana la procedura stabilita per la nomina, la riunione di domani del Consiglio di indirizzo potrebbe designare il futuro presidente della Fondazione Crt, la cui elezione è in agenda per martedì prossimo, 21 maggio. In queste ore sono in corso contatti “riservati” tra i 22 membri del parlamentino di via XX Settembre e sono partite le ambasciate verso le istituzioni (in primis con il sindaco Stefano Lo Russo e il governatore Alberto Cirio). L’obiettivo è quello di arrivare con un nome secco – quello della giurista Anna Maria Poggi – su cui convergere all’unanimità, evitando divisioni che potrebbero rivelarsi perniciose e, soprattutto, poco opportune in un momento a dir poco travagliato per la fondazione.

Una mossa motivata dalla necessità di ridare una guida solida all’ente dopo le traumatiche vicende interne, tra presunti patti occulti e sospetti di irregolarità, culminate con le dimissioni di Fabrizio Palenzona e l’accensione del faro da parte del Mef nella sua veste di autorità di vigilanza. In realtà, si pensa di mettere il Tesoro di fronte al fatto compiuto, suggellato da una ritrovata unità d’azione, scongiurando così l’ipotesi di commissariamento. Basterà questo “ravvedimento operoso” al ministro Giancarlo Giorgetti e soprattutto al numero uno di Palazzo Sella, Marcello Sala, per chiudere il dossier e soprassedere da ogni provvedimento? Chissà. Intanto, ambienti romani fanno sapere che l’eventuale procedura di commissariamento “seguirà suoi percorsi e tempi”, basandosi su “valutazioni oggettive e documentate”. In poche parole, se al termine dell’istruttoria il ministero avrà rilevato la sussistenza di gravi violazioni normative e statutarie provvederà a commissariare la Crt, indipendentemente da quello che nel frattempo è accaduto, compresa la nomina del nuovo presidente. Qualcosa di più si potrebbe sapere domani, visto che nella stessa giornata in cui si riunisce il Cdi Giorgetti avrebbe intenzione di anticipare a Cirio e Lo Russo i suoi orientamenti, a prescindere dalla documentazione inviata dai vari organi della fondazione. Carte in cui prevale una sorta di autoassoluzione generale, mentre di altro tenore e potenzialmente destabilizzanti sono i pareri legali del professor Andrea Zoppini e dell’avvocato Maurizio Riverditi che sono alla base dell’esposto presentato da Palenzona e inoltrato anche alla Procura di Roma.

Intanto, la professoressa Poggi sembra credere nell’imminente investitura. “Mi sa che mi tocca”, confessa a tutti quelli che in questi giorni la interrogano sulla questione, mal celando nella gravosa assunzione di responsabilità la fregola di sedersi al timone della terza fondazione italiana (per entità del patrimonio, 3,6 miliardi), azionista di Unicredit, Generali e Mundys. Ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Torino, Poggi ha sempre intrecciato l’accademia con l’impegno pubblico, pur di matrice cattolica (forti legami con Rinaldo Bertolino, ex rettore e studioso di diritto canonico, considerata vicina a Cl) conta su estimatori e reti di relazioni molto trasversali. Della sua presenza nella fondazione cugina, è stata componente del consiglio di gestione della Compagnia di San Paolo, si ricorda bene Francesco Profumo per aver passato le pene dell’inferno a causa sua e dell’altra amazzone, Licia Mattioli. In Crt ha molti amici e, soprattutto, amiche: dalla vicepresidente Caterina Bima alla new entry Polliotto. Anzi, a quanto si dice deve proprio all’avvocata torinese (moglie dell’ex senatore berlusconiano Aldo Scarabosio) la “segnalazione” che ha aperto le porte a sua figlia – Maria Antonietta Federici – della Banca del Fucino, ai tempi in cui sedeva nel cda, dopo averla accolta nel proprio studio per lo svolgimento del praticantato. Infatti, oggi la figlia di Poggi è senior Aml (anticorruzione) dell’istituto di credito romano, lo stesso in cui Palenzona ha chiesto alla Crt di investire. Amicizia cementata da stima e fiducia reciproca, rimasta inalterata anche quando Polliotto non ce la fece a entrare nel cda di Intesa Sanpaolo in quota Compagnia. Indovinate chi fu a proporne la candidatura?

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