PALAZZI ROMANI

Superbonus, blitz contro Forza Italia

Per evitare che la maggioranza vada sotto viene modificata la composizione della Commissione al Senato. "Una forzatura", protestano le opposizioni. Scontro tra il vicepremier Tajani e il ministro Giorgetti che per indorare la pillola fa slittare la sugar tax

Sos maggioranza. Forza Italia voterà no alla retroattività sullo spalmacrediti contenuta nell’emendamento del governo al Superbonus? Allora, per mettere al sicuro la norma voluta dal ministro Giancarlo Giorgetti, si aumenta di un senatore la Commissione finanze inserendo Salvo Sallemi di FdI, che si esprimerà a favore della retroattività e voterà contro gli emendamenti dell’opposizione finalizzati ad abolirla. Senza questa mossa governo e maggioranza rischiavano di andare sotto. È quanto si sta registrando a Palazzo Madama, mentre continuano i rinvii della seduta per l’esame del decreto Superbonus e Forza Italia, con Antonio Tajani, ha ribadito il no alla retroattività. In Commissione finanze gli azzurri sono rappresentati da Claudio Lotito. La Commissione passerà da 19 a 20 componenti. È una facoltà del presidente Massimo Garavaglia (Lega) di determinare il numero dei senatori di Commissione per garantire l’equilibrio tra maggioranza e opposizione, ma in questo caso è una chiara forzatura politica. Beatrice Lorenzin del Pd, parla di “grave forzatura. Si fa se un senatore passa dalla maggioranza all’opposizione, ma non se un senatore vota contro un emendamento del governo o della maggioranza. Non so se ci sono precedenti”.

Il superbonus “è una misura eccezionale per tempi eccezionali, come tante altre cose fatte in epoca pandemica. Finita quella ubriacatura, da questo tipo di droga economica bisogna uscire”, ha ribadito il Giorgetti. “Purtroppo, la disintossicazione è dolorosa ma qualcuno la deve fare. Mi rendo conto che chi più ne trae vantaggi non è d’accordo ma dalla droga bisogna uscire. Io spero che si metta un punto definitivo, però è giusto e anche mio dovere come ministro dell’Economia mettere in chiaro la situazione”.

La bagarre scoppia mentre si registrano novità sul fronte del provvedimento: dopo le trattative tra Tesoro e Forza Italia, il governo va verso lo slittamento al 2025 dell’avvio della “sugar tax”, l’imposta sulle bevande zuccherate che dovrebbe scattare dal prossimo luglio. Un piano, al quale lavorano Palazzo Chigi e Palazzo Sella, per sminare la grana esplosa proprio con l’emendamento al decreto Superbonus e le seguenti tensioni di maggioranza. Un disegno confermato direttamente dal titolare dell’Economia, Giorgetti: “Stiamo facendo in queste ore uno sforzo per cercare, molto faticosamente, una copertura finanziaria per rinviare l’entrata in vigore” della sugar tax al primo di gennaio del 2025. “Credo che alla fine ci arriveremo però credo che non sia questo il tema centrale di politica economica di questo Paese”, ha detto il ministro. Di che sforzo si tratta? Il rinvio all’anno prossimo costa 68 milioni, mentre il conto lieviterebbe a 249,5 milioni per pareggiare la plastic tax e congelare il tutto fino a luglio 2026.

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