SANITÀ

Allarme conti Asl in Piemonte. Lo spettro del piano di rientro

Bocciato dai revisori il bilancio preventivo della To4. Un disavanzo accertato di 39 milioni. Cifre che non corrispondono alle indicazioni della Regione. Attesi i documenti contabili delle altre aziende. Sei mesi per evitare il commissariamento

Una bocciatura che scuote e non meno allarma l’intero sistema sanitario del PiemonteÈ quella arrivata dal collegio sindacale sul bilancio preventivo dell’Asl To4. Un bilancio che presenta un “elevato valore rispetto alla perdita che – scrivono i revisori – agli atti non risulterebbe né autorizzata, né programmata dalla Regione”. Ancora, “l’obiettivo dell’equilibrio economico finanziario, riscontrabile in numerose disposizioni di legge, non è stato raggiunto”. Ma c’è di più, a sostegno di una decisione che trova davvero pochissimi precedenti nella storia del servizio sanitario piemontese. C’è il passaggio della relazione del collegio sindacale in cui si sottolinea come le previsioni non si ritengano “attendibili, congrue e coerenti col piano di attività, con i finanziamenti regionali, nonché con le direttive impartite dalle autorità regionali e centrali”. È di 39 milioni di euro il rosso previsto, per l’anno in corso, dell’Asl diretta da Stefano Scarpetta e questa cifra supera in maniera preoccupante quella del preventivo dello scorso anno, di poco meno di 28 milioni, per cui manca ancora il consuntivo. L’ultimo disponibile indicato nella relazione è quello del 2022 che attestò la chiusura con una perdita di 5 milioni e 400mila euro.

I numeri sono da far tremare i polsi, tanto più se si immaginasse di replicarli e magari aumentarli per ciascuna azienda sanitaria della regione. Il piano di rientro, ovvero un ritorno alla sanità piemontese commissariata dal Mef pronto a scattare attorno alla soglia dei 450 milioni di disavanzo a livello regionale, sarebbe una certezza assoluta. 

La domanda è se si tratti di un caso isolato quello dell’Asl più volte balzata alle cronache per i tempi lunghi di attesa e le mancate risposte dei vertici, la stessa da cui il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Zero pochi giorni fa ha chiamato il direttore sanitario, Alessandro Girardi per affidargli identico ruolo nella Super Asl. Probabilmente no, a quanto risulterebbe agli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità almeno in un altro caso il collegio sindacale avrebbe assunto una decisione tanto grave quanto, come detto, inconsueta considerato che nella prassi, anche di fronte a situazioni critiche, il bilancio preventivo viene approvato con riserva. 

L’aver deciso la bocciatura è ulteriore testimonianza di un quadro grave e preoccupante per l’assetto finanziario dell’Asl e, di conseguenza, dell’intero sistema regionale. Almeno in questa circostanza, stando alla documentazione, sembrano essere valsi a poco o nulla i richiami anche duri partiti dal quarto piano del grattacielo del Lingotto ai direttori generali, circa la necessità di rivedere le previsioni di spesa nell’obiettivo del pareggio di bilancio. 

C’è un precedente nel 2019 all’Asl di Alessandria dove il collegio sindacale espresse parere negativo al documento di previsione che, all’epoca, indicava un rosso di circa 11 milioni. Più recente, anche se riguardante una situazione più ampia e differente, il clamoroso documento dell’organismo di controllo della Città della Salute di Torino con cui si segnalava alla Procura della Repubblica una situazione di “parziale disordine amministrativo e contabile, frutto di negligenze ed omissioni”.

Quello dei revisori relativo all’Asl To4 è un parere tutt’altro che sottovalutato, nella sostanza oltre che nella forma, dagli uffici del grattacielo dove documenti analoghi stanno giungendo dalle altre aziende sanitarie, le stesse che, come nel caso di quella diretta da Scarpetta, avevano ricevuto precise e vincolanti indicazioni che quei numeri paiono, a dir poco, disattendere. Per evitare che quelle cifre anche se nel frattempo un po’ ridotte arrivino a comparire nel consuntivo ci sono ancora sei mesi di tempo. Perché se a quel pesantissimi rosso dell’Asl di Chivasso dovessero aggiungersene altri altrettanto pesanti nel resto della regione, il destino della sanità piemontese sarebbe segnato e inevitabile un ritorno al suo commissariamento.

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