BERLUSCONES

'O governatore 'nnammurato. Cirio chiude la campagna, a Napoli

Il presidente del Piemonte con la riconferma in tasca stasera sotto il Vesuvio per la kermesse di Forza Italia. La sfida del sorpasso sulla Lega. Il duplice ruolo di candidato e vicesegretario nazionale. Gli equilibrismi sulla sua lista "civica"

Napule è na’ camminata, una passeggiata per un langarolo, pardon langhetto, come Alberto Cirio che in questa campagna elettorale ha battuto ogni sentiero con la certezza in tasca d’essere sempre sulla via giusta e, diciamolo, parecchio in discesa verso la vittoria che lo conserverà per altri cinque anni governatore del Piemonte.

Napoli è la città che Silvio Berlusconi amava tanto, come ripetono i suoi discepoli sul treno azzurro che, rispetto alle lugubri e sballate previsioni alla dipartita del Fondatore, all’incontrario va. Antonio Tajani alla stazione, tutt’altra roba rispetto al Romano Prodi parodiato sul binario da Corrado Guzzanti e scagazzato dai piccioni, si schermisce alle domande sul sorpasso sulla Lega, ma l’aria è quella. E poi l’Alta Velocità aiuta nell’immaginario. I biglietti, naturalmente azzurri pure quelli, accompagnano il popolo che non deve chiedere mai all’armocromista verso la grande festa di questa sera in piazza Matteotti.

Una mobilitazione, quella di Forza Italia, che va da Nord a Sud e che proprio il Sud ha scelto per la chiusura della campagna elettorale, “una nuova prova di forza, un modo per ricordare Berlusconi a un anno dalla sua scomparsa”, spiega il segretario che stasera avrà con sé sul palco tutto lo stato maggiore del partito, ministri, capigruppo a Roma e Bruxelles, i candidati. E, nel plurimo ruolo, ovviamente anche lui, Cirio. Oddio, ovviamente non proprio giacché più d’uno, ma non tra i custodi del pensiero azzurro, magari un po’ si stranirà nel vedere il ricandidato presidente della Regione, con la vittoria in tasca, concludere l’irrefrenabile maratona elettorale lì, a Napoli.

Sarà sul palco come candidato, ma anche come vicesegretario nazionale, insomma vice di “Antonio” da lui evocato anche in questo tour arrivato in fondo più di quanto non capiti nei pressi della basilica del Santo a Padova. In fondo, Tajani cinque anni fa fu il primo, anche con una solerzia poi frenata dalle burocrazie degli immancabili tavoli dell’alleanza, a incoronarlo candidato alla guida del Piemonte. Amicizia di lunga data e solide radici nella comune permanenza all’Europarlamento, lo stesso cui l’ex presidente oggi si ricandida finendo tra quei leader che poi resteranno a Roma, cedendo il posto ai secondi.

C’è questo e altro nella decisione, manco sfiorata dal dubbio morettiano sulla presenza o meno, di essere stasera a Napoli. Il volo al posto del treno è solo per questione di tempo, da rubarne il meno possibile al rush finale che Cirio vive con l’entusiasmo e il piglio di un candidato di prime armi e belle speranze. La certezza di andare sabato e domenica tranquillamente all’incasso che gli è data per stessa implicita ammissione degli avversari non ha cambiato l’impronta, confermando semmai ce ne fosse stato ancora bisogno che quel descriverlo in campagna elettorale permanente non è mai stata un’esagerazione, piuttosto uno dei suoi punti di forza.

E anche quel ruolo di numero due del partito, incarnato con orgoglio appena mitigato dall’understatement sabaudo, riesce a interpretarlo con consumata abilità pure allorquando la sua lista civica avrebbe (e per alcuni capataz azzurri, ha) rappresentato una sorta di pericoloso conflitto d’interessi. E tuttavia, l’astuto langhetto non tralascia di cogliere anche occasioni potenzialmente difficili per plasmarle al miglior, per sé, fine. Tajani è stato in Piemonte appena ieri, Matteo Salvini non è atteso nell’unica Regione chiamata la voto, così come Giorgia Meloni, ligia all’annuncio di non fare campagna elettorale da premier limitando il già fatto comizio di chiusura. Quale miglior occasione per il vicesegretario e ricandidato governatore per interpretare le due parti sul palco? Lo stesso dove, tra le sorprese annunciate, potrebbe salire manco a dirlo Gigi D’Alessio. Non mollare mai, manda avanti il cuore e vincerai. Cirio la sa a memoria. Manca solo Apicella.

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