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Resiste la fortezza Bastiani, Torino regge all'assalto di Cirio

Il governatore stravince in tutto il Piemonte, ma il capoluogo resta in mano al centrosinistra grazie a un Pd in grande spolvero e nonostante Pentenero. La candidata dem arranca tre punti dietro la sua coalizione: una zavorra più che un valore aggiunto

Nel deserto dei Tartari del Piemonte, regge la fortezza Bastiani del centrosinistra. Alberto Cirio si prende tutta la regione, distanzia di oltre venti punti Gianna Pentenero, ma il capoluogo resiste in mano a Pd e alleati. Un dato che tuttavia rappresenta una magra consolazione per una coalizione che fa gli straordinari per trainare la propria candidata; un peso più che un valore aggiunto, come dimostra lo scarto rispetto alle liste che la sostengono: quando sono state scrutinate oltre 800 sezioni sezioni su 919 Pentenero è al 46%, mentre i voti di lista sono al 48,7. Per contro Cirio si assesta al 42,1%, mezzo punto in più rispetto alla sua coalizione con la lista del presidente in doppia cifra. Ed è curioso che il candidato presidente di Alba rappresenti un valore nel capoluogo più di quanto non riesca a fare la sua sfidante. Buona la performance anche di Sarah Disabato che, nel generale disastro dei Cinque stelle, veleggia oltre il 9% con la sua coalizione di poco sopra il 7.     

Circa quattro punti percentuali distanziano nel capoluogo Pentenero da Cirio, non un exploit se si pensa che nel 2019, dove pure la sconfitta del centrosinistra era stata nelle dimensioni simile a livello regionale, Sergio Chiamparino era riuscito a ottenere il 50,1% nella sua Torino distanziando Cirio di ben 15 punti. La candidata di centrosinistra ha beneficiato di un Pd in grande spolvero, oltre il 31%, e dell’Alleanza Verdi e Sinistra che addirittura arriva a due cifre. E già si racconta che qualcuno ha tradito. Nell’area riformista del Pd c’è chi pensa bisognerebbe andare a cercare quei voti migrati verso Cirio, mentre in Avs il voto disgiunto potrebbe aver premiato la Disabato. E così Pentenero si è ritrovata a essere troppo moderata per i duri e puri della gauche subalpina e troppo legata alle consorterie della sinistra dem per i riformisti. Un ottimo punto di partenza in attesa della resa dei conti.

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