D-DAY

Cirio primo. E secondo (con la sua lista)

Ha ancora la metà dei consensi rispetto a Fratelli d'Italia, ma la formazione pocket del governatore è una realtà con cui fare i conti. Un successo che lui tenta di dissimulare elogiando il buon risultato degli alleati. Anche quando non c'è

È partita piano ma ha chiuso col botto. La lista civica di Alberto Cirio era nata con mille cautele, col governatore che ha fatto il giro degli alleati mostrando a ciascuno il simbolo più rassicurante, quello che gli avrebbe tolto meno voti. Gran contendere intorno alle dimensioni della scritta col suo nome, manco fosse la pubblicità dell’omonimo brand di pelati.
 
Invece il suo "Piemonte moderato e liberale" sfiora i 200.000 elettori ed è la vera sorpresa di queste regionali, piazzata saldamente al secondo posto nel centrodestra. Seconda dietro Fratelli d’Italia su Torino, collegio che da solo vale mezzo Piemonte, e prima su Cuneo, la seconda provincia subalpina per elettori. Nel suo feudo, Alba, supera il 30%. Un successo ottenuto senza neanche danneggiare troppo Forza Italia, della quale è vicepresidente nazionale da febbraio 2024, che resta sul 10% circa ottenuto alle Europee. I più pessimisti dicevano che il nuovo incarico avrebbe potuto mettere in ombra la civica, ma non è successo. A Biella, complice l'assenza della lista di Forza Italia, raccoglie il 15,6%. Cala spostandosi verso il Piemonte orientale, dove scende sotto la Lega e quasi scompare a Novara, dove incassa giusto il 2%. Ma insomma, altro che Piemonte nel cuore, Cirio si è preso il cuore del Piemonte.
 
Quando arriva in Consiglio regionale lo attendono le telecamere di mezza Italia ma lui rimane il solito: il barotto che ce l'ha fatta ma resta umile. L'importante è dissimulare la vittoria per non risultare antipatici, anche a costo di inventarsi "una conferma e un incremento che testimonia il radicamento che la Lega continua ad avere in Piemonte", dove il Carroccio ha meno di un quarto dei voti di cinque anni fa, ma tant'è. Tanto ad ascoltarlo ci sono solo i Fratelli d'Italia Carlo Riva Vercellotti e Maurizio Marrone, che forse già iniziano a tenerlo d'occhio. Si era vista anche la leghista Sara Zambaia, ma alla fine del discorso di Cirio è sparita.
 
Secondo i più maligni di liberale la Lista Cirio aveva quasi niente e di moderato molto poco, se non la presenza del Moderato con la M maiuscola, quel Silvio Magliano dei Moderati di Mimmo Portas ormai certo della rielezione (è primo nel collegio di Torino), che ha fatto il salto dal centrosinistra con cui era stato eletto a Palazzo Lascaris lo scorso giro. Difficile riconoscere come moderata la candidatura dell’ex An Gian Luca Vignale, più facile trovare "aura mediocritas" nell’inossidabile aplomb del governatore e nelle sue prese di posizione, sempre volte a smussare le uscite più a destra dei suoi alleati. Da oggi anche competitor, per la maggior parte sconfitti.

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