D-DAY

Allasia ko, boom Marrone e tante matricole. Promossi e bocciati per Palazzo Lascaris

Quattro candidati sopra le 10mila preferenze, il più votato è di nuovo il dem Salizzoni che arriva a 16mila. Marrone e Riboldi prenotano un posto in giunta a suon di voti. Sorpresa la renziana Nallo. Nella Lega débâcle del presidente uscente

Sommersi e salvati dalla lunga tornata elettorale. Tra chi festeggia e chi si mangia le mani, “notte di lacrime e preghiere” aspettando gli ultimi verdetti in attese delle sezioni più lente, incartate chissà dove e che a dodici ore dall’inizio dello spoglio ancora non hanno concluso le operazioni. In buona parte i giochi sono fatti e se la vittoria di Alberto Cirio in Piemonte era scontata fin dall’inizio non sono mancate le sorprese tra i cinquecento in corsa per uno scranno a Palazzo Lascaris. Ci sono i campioni delle preferenze, come Maurizio Marrone e Federico Riboldi di Fratelli d’Italia e i dem Mauro Salizzoni e Monica Canalis, gli unici quattro a superare la quota dei 10mila voti, mancata di poco da un altro rappresentante del Pd, Daniele Valle, che si classifica terzo nella lista di Torino con 9.600. A prevalere è l’ex chirurgo che si ferma intorno alle 16mila mentre l’assessore uscente (e a questo punto rientrante) viaggia sicuro oltre le 11mila, davanti al compagno di partito e sindaco di Casale Monferrato uscente che invece chiude a 10.699.

Le proiezioni degli uffici del Consiglio regionale confermano 31 consiglieri per la maggioranza e 20 per le minoranze. FdI dovrebbe ottenere 11 seggi, lista Cirio 5, Forza Italia 4 e Lega 4. Cui si aggiungono 6 rappresentanti del listino e il governatore. All’opposizione, oltre a Gianna Pentenero, entrano 12 rappresentanti del Pd, 3 per Avs, 1 per Stati Uniti d’Europa e 3 al M5s.

Nel centrodestra una regola non scritta sancisce che i primi classificati dei tre partiti della coalizione a Torino ottengono il posto in giunta. E così sarà, verosimilmente, non solo per Marrone, ma anche per Andrea Tronzano (7mila voti) di Forza Italia e Fabrizio Ricca (3.500) della Lega. A complicare i piani ci si è messa la civica del governatore che, pur in un contesto difficile per via della concomitanza con le europee, ha compiuto una mezza impresa, attestandosi attorno 12% come seconda forza della coalizione. Impossibile a questo punto tenerla fuori dalla squadra del presidente anche se non è automatica la promozione del primo eletto a Torino, il ciellino Silvio Magliano con 5mila voti.

LE SORPRESE – Tra gli exploit registrati nella corsa alla preferenza c’è quello di Sergio Bartoli, sindaco di Ozegna, secondo classificato a Torino nella lista Cirio pronto a traslocare in via Alfieri per i prossimi cinque anni forte dei suoi 2.850 voti. Su di lui si sono misurati elettoralmente la parlamentare di Azione Daniela Ruffino e il sodale Osvaldo Napoli. Grazie all'exploit della lista personale del governatore entra in via Alfieri pure Mario Salvatore Castello (2.560 voti), fratello del sindaco di Pianezza che supera per una ventina di voti il più quotato Gian Luca Vignale, rimasto a sorpresa fuori e che ora fa il tifo per la nomina in giunta di uno dei tre con la speranza di subentrare. Per certi versi inattesa pure l’elezione di Marina Bordese, in Fratelli d’Italia: la vicesindaca di Villafranca Piemonte, da poco approdata al partito di Giorgia Meloni, è arrivata a 3mila preferenze, piazzandosi dietro Marrone, il consigliere uscente Davide Nicco (4.300) e Roberto Ravello (4.100). Da destra a sinistra, oltre le attese il risultato di Valentina Cera nella lista di Avs: la candidata “apocrifa” di Sinistra Italiana, con più di 3.100 voti beffa Roberto Tricarico (2.800) e si piazza al secondo posto della lista rosso-verde alle spalle di Alice Ravinale, candidata ufficiale, sostenuta dal deputato Marco Grimaldi che sbaraglia tutti gli avversari con 8.200 voti. Entrano le due donne, resta fuori il puillo di Ignazio Marino.

I FLOP – E chi se lo aspettava di trovare il presidente uscente del parlamentino piemontese nelle posizioni di rincalzo della Lega e non rieletto? Dura sorte toccata a Stefano Allasia, che era sceso in campo con un ticket blindato assieme a Sara Zambaia. Quando mancano poche sezioni ai dati definitivi (che saranno ancora sottoposti al riconteggio della Corte d’Appello), Allasia è quinto in una lista che a Torino elegge uno o due consiglieri più un supplente. Al primo posto, come detto, c’è Ricca (3.600) che ha già opzionato il posto in giunta, alle sue spalle Andrea Cerutti (3.300), sostenuto da tutto l’apparato (o quel che ne resta) della Lega torinese, mobilitato dal duo Alessandro Benvenuto-Elena Maccanti. Terza proprio Zambaia, pronta a subentrare se Ricca torna in giunta. Male anche Federica Barbero Invernizzi, moglie di Pier Antonio Invernizzi, a capo del colosso lattiero-caseario Inalpi. Nonostante un investimento importante su una campagna elettorale divisa tra europee e regionali, è arrivata seconda con FdI a Cuneo e per via dell’ottima performance della lista Cirio in Granda (23%) non sarà eletta. Molto probabilmente fuori dai giochi anche Emanuele Comba, figlio del segretario piemontese del partito Fabrizio, penalizzato dal poco tempo a disposizione per la campagna elettorale: chiude ottavo con 2.156 voti. A sinistra, tra chi si lecca le ferite c'è Mario Giaccone, animatore della lista civica di Pentenero: la sua formazione non ottiene una rappresentanza in Consiglio, ma anche qualora fosse scattato il seggio non sarebbe andato comunque al consigliere uscente, battuto nella corsa alle preferenze da Isabella Brianza, brillante consigliera alla Circoscrizione 1 di Torino, 1.700 voti e vicina all’assessore torinese Francesco Tresso. Praticamente non pervenuto, invece, l’ex penttastellato Giorgio Bertola che dopo aver lottato per poter presentare la civica Piemonte Ambientalista e Solidale, nata da una costola dei Verdi, non ha praticamente fatto campagna elettorale, accontentandosi di un centinaio di voti. La lista peraltro non va oltre l’1%, troppo poco per ottenere l'eletto.

LE CONFERME – Molte le conferme in tutti i partiti. A Cuneo Paolo Bongioanni, capogruppo uscente di FdI fa incetta di preferenze (5.500) conquista la prima posizione e opziona (proprio come Marrone) il posto in giunta. Tra le fila di FdI a Biella è davanti Davide Zappalà, mentre a Vercelli stravince Carlo Riva Vercellotti con oltre 4mla voti. A Cuneo bene anche Luigi Icardi, assessore uscente alla Sanità, che supera i 3mila voti e batte con mille voti di distacco i colleghi Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso. Ritorno in carrozza anche per il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola, sull'onda delle sue 4.400 preferenze, il cuneese fedelissimo di Cirio Francesco Graglia (6.956) e l'astigiano Marco Gabusi (4.655), mentre dovrebbe farcela come supplente l'ex leghista Mauro Fava, terzo a Torino con 2.660. Nel Pd tornano nel parlamentino piemontese il segretario Mimmo Rossi (7.000 preferenze nella sua Novara), Mimmo Ravetti (5.300 ad Alessandria), i già citati Salizzoni, Canalis e Valle e pure Nadia Conticelli, seppur a distanza di cinque anni. La capogruppo in Sala Rossa dovrebbe lasciare il posto nell’assemblea del capoluogo, dove a subentrarle sarà Valentino Magazzù. Resta sul suo scranno anche il dem Alberto Avetta. Rientro in vista per la grillina Sarah Disabato, mentre non ce la fa l’albese Ivano Martinetti.  

NEW ENTRY – Le loro buone prestazioni erano attese nonostante fossero esordienti in questa competizione. Si tratta di Marco Gallo, sindaco di Busca, candidato nella lista Cirio a Cuneo, che si conquista lo scranno a suon di preferenze: 8mila per la precisione. La spunta anche la compagna di partito: la biellese Elena Rocchi, a cui invece di voti ne bastano 894. Nel Pd cuneese è il segretario locale Mauro Calderoni a vincere la super sfida contro l'albese Maurizio Marello, consigliere uscente, sull'onda di oltre 7.500 voti. Eletti per la prima volta anche altri tre dem, la vercellese Simona Paonessa, l'astigiano Fabio Isnardi e la biellese Emanuela Verzella, che ha battuto a sorpresa Rinaldo Chiola.

Tra coloro che varcheranno il portone del palazzo di via Alfieri c'è anche Vittoria Nallo (1.150 voti), renziana, unica eletta nella lista Per gli Stati Uniti d’Europa. Ad Alessandria il leader piemontese della Lega Riccardo Molinari riesce a portare in Consiglio Enrico Bussalino, attuale presidente della Provincia: bocciati i due assessori uscenti Marco Protopapa e Vittoria Poggio. Ma è FdI il partito che porta più facce nuove in Consiglio, vista la crescita in termini di voti: Alessandra Binzoni (2.700 preferenze) e Paola Antonetto (2.570), entrambe abbinate a Marrone nella corsa al voto, giunte rispettivamente quinta e sesta (Antonetto entrerebbe come supplente proprio di Marrone). Prima volta anche per la vicesindaca di Novara Marina Chiarelli (6.856 voti), l'astigiano Sergio Ebarnabo e l’alessandrino Riboldi. Ottiene il posto anche il grillino Alberto Unia, ex assessore di Chiara Appendino, giunto secondo nella lista del M5s di Torino con 931 voti. 

IL TESTA A TESTA – C'è stato infine un testa a testa in casa dem tra il sindaco uscente di Collegno Francesco Casciano e Laura Pompeo per il sesto posto nella lista del Pd a Torino, l’ultimo utile per entrare. I due sono distanziati da un pugno di  voti: sul filo di lana dovrebbe avercela fatta Casciano con 6.373 preferenze. 

IL LISTINO - Eletti nel listino del presidente Elena Chiorino, Fabio Carosso, Annalisa BeccariaGianna Gancia e Marco Gabusi. In attesa anche qui dei subentri. 

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