SANITÀ

Dal Sud al Nord per curarsi: ecco gli ospedali "attrattivi"

Gli ultimi dati evidenziano come i territori settentrionali siano quelli con più strutture che accolgono pazienti da altre regioni. Guida la Lombardia con 5 nosocomi. Otto sono al Centro e soltanto due nel Meridione. In Piemonte il più ricercato è il Mauriziano

Sono in prevalenza al Nord i grandi ospedali che garantiscono le cure più complesse attirando pazienti da tutta Italia. Un fenomeno che mette in luce uno dei limiti del nostro sistema che vede ancora in grande numero tanti piccoli ospedali: quelli con meno di 120 posti letto sono ancora oltre 150 e quelli fino a 400 letti circa 200. Quello che però resta “patologico” è la distribuzione di questi maxi poli di eccellenza della nostra Sanità – tra pubblico e privato convenzionato – che sono distribuiti in modo sproporzionato concentrandosi soprattutto al Centro Nord. Un fatto che incentiva i cosiddetti “viaggi della speranza”, lo spostamento cioè di centinaia di migliaia di pazienti che ogni anno si muovono soprattutto dal Sud al Nord in cerca delle cure specialistiche di cui hanno bisogno.

Gli ultimi dati risultanti dal Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero, che contiene i numeri e le statistiche sulle dimissioni, evidenziano come i territori settentrionali siano quelli con più strutture capaci di accogliere persone ricoverate che vengono da un'altra Regione: guida la Lombardia con 5 ospedali. Otto sono al Centro e soltanto due nel Meridione. Mentre avanzano le polemiche sulle ricadute che l’autonomia differenziata potrebbe avere nelle differenze tra regioni del Nord e del Sud Italia, specie in tema di Sanità, nuovi dati confermano lo squilibrio nella distribuzione geografica tra le grandi strutture ospedaliere che per numero di posti letto disponibili, complessità dei casi trattati e attrattività per i pazienti da fuori Regione risultano tra le più efficienti. Di tutte le prime 20, soltanto due sono al Sud. Dieci sono al Nord e 8 sono al Centro. Per individuarli si è fatto riferimento in particolare a due criteri: la difficoltà dei casi trattati e la mobilità. La Lombardia è la regione con il maggior numero di ospedali considerati tra i migliori per attirare pazienti da fuori, arrivando a ospitarne cinque. Tre di questi sono a Milano: si tratta dell’Irccs San Raffaele, dell’Ircss Galeazzi-Sant’Ambrogio e dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, nell’hinterland del capoluogo.

Nella mappa stilata dal Ministero della Salute, come riporta il Sole 24 Ore, gli unici due ospedali del Sud Italia a comparire sono la Casa Sollievo Sofferenza San Giovanni Rotondo nella provincia di Foggia (Puglia) e l’azienda ospedaliera Vincenzo Monaldi-AOS dei Colli di Napoli (Campania). Tutte le altre strutture sono sparse tra i territori del Nord e del Centro Italia. Tre quelle in Toscana: l’Azienda ospedaliera di Pisa, l’Azienda ospedaliera di Siena e il Careggi di Firenze. Stesso numero di strutture eccellenti anche per il Veneto: l’Azienda ospedaliera universitaria di Verona, l’Ospedale Sacro cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (provincia di Verona) e l’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Tris di ospedali nella mappa anche per la città di Roma. Qui si indicano il Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli, il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. Per quanto riguarda il Nord e il Centro, il Ministero della Salute cita anche l’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, l’Ospedale policlinico San Martino di Genova, il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e gli Ospedali riuniti Torrette di Ancona

Centrale il tema della mobilità tra diverse regioni d’Italia. “L’8,3% dei ricoveri è effettuato fuori Regione, presentano un indice di attrattività superiore alla media Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio. Viceversa, le Regioni che presentano un alto indice di fuga e un basso indice di attrazione sono Campania, Puglia e Calabria. Ciò purtroppo dimostra che ancora troppi cittadini prevalentemente del Sud Italia devono muoversi per avere le migliori cure e ad affrontare costi notevoli sia economici che psicologici”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci presentando i dati.

Nel rapporto si evidenzia come il tasso di ospedalizzazione in regime ordinario fuori Regione nel 2022 si sia attestato a 7,1 per 1.000 abitanti, mentre è pari a 2,6 in regime diurno (in aumento rispetto al 2021 quando erano, rispettivamente, pari a 6,5 e 2,5). In numeri, si parla di quasi mezzo milione di ricoveri in Regioni diverse da quelle di residenza dei pazienti. I valori più elevati di tasso di ospedalizzazione ordinario fuori Regione in regime ordinario si osservano in Molise (27,0), Basilicata (23,8), Valle d’Aosta (18,4) e Calabria (16,8), mentre i valori più bassi si registrano in Lombardia (4,1), P.A. Bolzano (4,7), Sardegna (5,1) ed Emilia-Romagna. Per quanto riguarda il regime diurno, i tassi di ospedalizzazione per acuti fuori regione più elevati si osservano ancora in Molise (10,7 per 1.000 abitanti) e Basilicata (7,8), seguite da Abruzzo (7,0), Calabria (6,2) e Umbria (6,1), mentre i valori più bassi si rilevano in Lombardia (1,1), P.A. Bolzano (1,5), Lazio (1,8) e Sicilia (1,9).

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