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Bucci prepara il blitz in Iren: entro agosto il nuovo ad

L'assemblea dei soci dà l'ok al bilancio 2023 e al dividendo, ma il sindaco di Genova non si dà pace: "Pronto a indicare il sostituto di Signorini". Sarebbe il quarto in tre anni. Nella girandola di nomi torna a circolare quello di Sandei, in uscita da Enel

L’operazione Egea “sta dando risultati migliori del previsto: se verranno confermati potremmo consolidarla già l’anno prossimo”. È ottimista il presidente di Iren Luca Dal Fabbro dopo aver approvato il nuovo piano industriale al 2030, con un ritocco al ribasso degli investimenti – che passano da 9,5 a 8,2 miliardi – e un complessivo consolidamento del gruppo gravato in questo momento da un debito che sfiora i 4 miliardi. Insomma, adelante con juicio: da una parte gli investimenti che garantiscono la crescita, fondamentale per rassicurare i mercati, dall’altra i conti da tenere sotto controllo. In questo scenario s’inserisce anche la decisione di “focalizzarci su business regolati” per quanto riguardo il piano delle reti, con la possibilità di “guardare con interesse a possibili eccedenze Antitrust legate all’eventuale fusione Italgas-2i Rete Gas”.

Prosegue Dal Fabbro: “Il contesto di mercato è cambiato. Abbiamo preso decisioni importanti che ci aiuteranno a rendere l’azienda ancora più resiliente e più disciplinata dal punto di vista finanziario. Cioè ci focalizziamo molto sulle reti e sul regolato, diminuendo progetti merchant e produzione di energia elettrica da combustibile fossile” come dimostra la decisione di mettere sul mercato la centrale a gas di Turbigo. “È un piano molto solido con maggiore visibilità su risultati e remunerazione agli azionisti” come dimostra la crescita del dividendo a 0,1188 euro ad azione.

Resta il problema della governance. Negli ultimi cinque anni Iren ha cambiato cinque volte la guida: da Massimiliano Bianco, artefice della maggiore crescita mai registrata dal gruppo, a Gianni Vittorio Armani, che resta in carica dal 2021 al 2023 e poi rassegna le dimissioni. Ne segue un breve interregno di Dal Fabbro, che intanto gestisce in prima persona l’acquisizione di Egea, finché non viene indicato come nuovo ad Paolo Emilio Signorini. È la fine di agosto dello scorso anno. Ma il nuovo arrivato dura meno di un anno, finché non finisce in carcere, travolto dall’affaire Toti e un paio di giorni fa viene licenziato dall’azienda. Ora il timone è tornato nelle mani del presidente che ha rilevato gran parte delle deleghe dell’ex ad. Non è esattamente nel solco della stabilità che l’azienda si è mossa in questi anni e così forse si possono spiegare anche le difficoltà rispetto alle sorelle A2a ed Hera che hanno avuto performance decisamente superiori dal punto di vista degli utili e dell’efficienza.

In queste ore il sindaco di Genova Marco Bucci ha annunciato di voler nominare entro la fine di agosto il nuovo amministratore delegato. Sarebbe il quarto in tre anni. Il patto di sindacato sottoscritto con Torino e Reggio Emilia assegna a Palazzo Doria la designazione del capo azienda e il primo cittadino non ha intenzione di rinunciare, nonostante manchino pochi mesi alla scadenza degli attuali patti parasociali. Senza neppure provare un minimo imbarazzo per aver imposto un soggetto, Signorini appunto, su cui da più parti erano stati avanzati dubbi, ben prima che le note vicende giudiziarie lo travolgessero.

L’assemblea di oggi, intanto, ha approvato il bilancio 2023 e dato il via libera al dividendo e nominato su proposta di Fsu – la finanziaria che controlla le azioni di Genova e La Spezia – Paola Girdinio che prende il posto di Signorini nel cda. Il suo incarico però potrebbe durare appena qualche settimana se effettivamente Bucci è pronto a nominare un nuovo ad. Entro due settimane i tre principali azionisti – i sindaci di Torino, Genova e Reggio Emilia – s’incontreranno per discutere il da farsi. La responsabilità di Bucci prima per la cacciata di Bianco, poi per la scelta di profili che, per un motivo o l’altro, sono durati pochi mesi, è evidente ai suoi interlocutori ma nessuno in questo momento pare intenzionato a mettersi di traverso.

Tra i nomi che circolano con più insistenza c’è quello di Sonia Sandei, genovese, manager di Enel, dov’è la responsabile dei progetti di elettrificazione in Italia ma è data in uscita a settembre. Già un anno fa era nella short list dei cacciatori di teste ingaggiati da Iren, ma poi la scelta virò su Signorini. Tra i papabili anche Riccardo Casale, ex Ansaldo, e l’ad di Iren Mercato Gianluca Bufo, il primo nato sotto la Lanterna, mentre il secondo di origini veneziane ha base lavorativa a Genova.

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